lunedì 30 settembre 2013

Scampare, per un pelo, al Jumbobus

Dopo le cronache Bruxellesi di autobus scatenati, ma alla fine leali nei confronti dei ciclisti, veniamo alla triste realtà nostrana, riportando il racconto di un collega cilomobilista:

Percorrevo Via di Porta Furba verso Torpignattara ad andatura sostenuta. Inprovvisamente sento un clackson alle mie spalle e un bus comincia a sorpassarmi. Un jumbobus snodato. Per sorpassare deve invadere l'altra corsia, ma ecco ce arrivano auto in senso opposto. 

Il guidatore pensa bene di rientrare e mi stringe contro il (muro (NdM: in quel punto c'e' il muro). Per non essere preso tra bus e nuro sono costretto a frenare, pur essendo sul brecciolino, quindi con la paura di scivolare sotto il bus. Alla fine mi sono dovuto appoggiare al muro. 

Ho urlato all'autista, che ha continuato molto veloce. Non aveva numero e ha saltato la fermata, probabilmente era diretto al deposito, e quindi aveva fretta. Avrei voluto fermarlo e dirgli qualche cosina, ma era troppo distante ormai.

Vediamo la profonda differenza rispetto a Bruxelles:

1) Non ho mai visto un bus fare un sorpasso scorretto ad un ciclista;

2) comunque erano in servizio e non tornavano al deposito.

La nozione che gli autisti che tornano a casa siano particolarmente  pericolosi aveva già fatto capolino in questo blog ( vedi aggredito dal bus. e il seguito)

Ovviamente occorre segnalare questi episodi all'ATAC, e avviare un dialogo costruttivo con i loro autisti. E anche confrontarsi con gli autisti quando questo capita.

E purtroppo capita con una certa frequenza.

domenica 29 settembre 2013

Ritorno ai piaceri del ciclomobilismo: ho già cominciato a recuperare il tempo perduto.!!!

Dopo una lunga pausa ritorno ai piaceri del ciclomobilismo romano...

Che meraviglia.

Tagliando per Villa De Sanctis mi si affloscia la gomma anteriore

Estraggo 5 spine dal pneumatico. Neanche provo a riparare la camera d'aria, la sostituisco in 6 minuti pensando... che fortuna che non li ha presi la ruota posteriore.

Rivolto la bici e riparto.

Ovviamente anche la posteriore è a terra.

Ho già cominciato a recuperare il tempo perduto!

venerdì 27 settembre 2013

Reintervista alla Prostata

Dopo le prime dichiarazioni -indimenticabili- del 2009, la Signora Prostata ritorna al centro dell'attenzione, reduce da un periodo di malattia e una lunga convalescenza. Siamo andati ad intervistarla per sapere come vede la sua nuova vita.

Signora Prostata, come si sente?
Bene, in perfetta forma. Sono dimagrita parecchio, e non ho più quell'aria infiammata. Come dicono mi sono... sgonfiata!

Che ci dice, è stata dura?
Guardi, più che una malattia è stata una vertenza per spuntare condizioni migliori di vita. Insomma, tutti si divertivano e solo a me toccava faticare, anche nei momenti di relax, non so se mi spiego.

Appunto vorremmo che si spiegasse...
Beh che vuole: innaffiata di birra Bruxellese con tutto quel lievito che mi rimane appiccicato, caffè, peperoncino, pepe, vino e superalcolici. L'ira di Dio. E in più, invece di respirare, sempre compressa sopra il sellino di quella biciclettina. Manco una bicicletta vera, di quelle con l'ammortizzatore, le gomme a bassa pressione, etc. La biciclettina, quella co' le rotelle. Io la chiamo l'amplificatore di sampietrini.

Ma non la prenda così, sia un pochino più costruttiva.
Non lo dico io che sono moscia, ma anche la spina dorsale, quella sì che è tosta, storta ma tosta, se ne lamentava.

Sì ma... era tutto a posto, quindi non era un problema di bicicletta.
Sicuramente è stata un somma di problemi. Ma è stata anche l'occasione per dire basta, prendiamoci una vacanza. D'altra parte ormai ho una certa età e nessuno qui, sottolineo nessuno, è più un ragazzo.

E allora ha fatto una cura?
Sì, ma tutto sommato ben poca cosa. Quello che abbiamo fatto è stato, appunto, prenderci una vacanza dalle selle. Sì, perchè sono stati proibiti anche moto, motorini e cavalli. Comunque,  innanzitutto ho ottenuto di smetterla con quelle porcherie. Adesso solo tè e orzo, menta, infusi. Sorseggiamo, molto distinti, un mezzo calice di Chardonnay invece del solito litro di Frascati a pasto.

Ma anche niente birra?
Per carità. (le scende una lacrima) Scusi, mi sto commuovendo, sa... in effetti la birra è stata la rinuncia più grossa, specie d'estate. (tira su' col naso e si passa rapidamente un fazzoletto sul viso). Sostituita dalla Lemonsoda.

Per sempre?
Sempre è una parola grossa, enorme! Con un po' di moderazione vedremo. Però che vita quest'estate!

E' stata dura la riabilitazione?
Appesa la bici al chiodo (anche se non completamente) ci siamo dedicati ad una serie di attività che non facevamo da parecchio. La mia preferita è il nuoto. Quanto abbiamo nuotato. Non ci fermavamo più. Una volta anche due ore di seguito. Piano piano, ma quanto mi piace galleggiare nell'acqua, senza peso. Poi abbiamo riscoperto il trekking e soprattutto abbiamo ripreso ad andare in canoa. Lunghe languide ore in canoa, che meraviglia. E la corsa... adesso la mattina stiamo facendo un bel po' di jogging, così le gambe non perdono l'allenamento.

E la bicicletta?
Vuole dire il Marziano?

Sì, lui che dice?
E quello la bici la vuol riprendere, chi lo ferma...

E allora?
 Allora ho messo le cose in chiaro. 1) la biciclettina non ci voglio un sellino, ma un sofà.

Poi?
Poi parliamo di ammortizzatori. O si fa la full o si mette un bell'ammortizzatore sottosella... cane creek, rock shox, suntour. Scelga pure per la biciclettina. Per l'altra vediamo la full, d'altra parte me la merito proprio.

Progetti per il futuro?
Alternare bicicletta ad un po' di trekking, visto che il GPS va benissimo lo stesso. Poi continuare con la corsa un paio di volte a settimana. E forse qualche uscita in canoa in mezza stagione, così per cambiare...

Un sogno nel cassetto?
Una di quelle belle biciclette reclinate (NdM: Sì, così ci arrotano a tutti e due...) come quella nella foto. Ce ne sono anche di pieghevoli che costano poco,sui 3000 euro, ma cosa vuole che siano in confronto alla salute. Magari le passa la mutua, almeno dopo una certa età.

E il Marziano che dice?
Sa, si deve adattare. Non ha alternative, dopotutto (ridacchiando) lo tengo per le palle...


mercoledì 25 settembre 2013

Se la bici, e solo quella, va di moda…

Sulla cronaca di Roma del CdS è apparso un articolo che conferma quelle che erano state le impressioni di chi ha frequentato i rivenditori di biciclette… TUTTO ESAURITO.

Una vera e propria ciclo mania  sembra scoppiata tra i sette colli. Sembrerebbe che i rivenditori di biciclette siano l’unica categoria di commercianti con un bel sorriso stampato sulla faccia. E chi tra loro è anche officina di riparazione, sembra scoppiare di biciclette di tutte le età da rimettere in condizioni di marcia.

Bellissimo, veramente.

Ma per le strade tutti questi ciclisti, dove stanno? Beato chi li vede!

Per carità, i ciclisti sono in continuo aumento, e questo più o meno lo vediamo tutti. In particolare vedo moltissime cicliste che, elettriche o muscolari, hanno eletto la bicicletta a mezzo di spostamento.

Comunque vedo il solito trend a moderato rialzo, ma ben lontani dal raggiungere la massa critica che renderebbe convenienti le piste ciclabili anche per gli automobilisti.

Il sospetto è che la stragrande parte siano bici da weekend, oppure siano destinate ad un triste soggiorno nelle cantine.


Non dimentichiamo che in Italia abbiamo una densità spaventosa di biciclette, ma purtroppo non vengono usate per gli spostamenti e per la maggior parte giacciono inutilizzate.

lunedì 23 settembre 2013

Inseguendo ciclisti col 12…

Il 12 è una delle linee di bus più utili di Bruxelles. E’ un bus , meglio, un jumbo-bus che collega l’aeroporto a Piazza Schumann, la piazza sulla quale si affacciano il Justus Lipsius, il palazzo del Consiglio, e il Barleymont, il palazzo della Commissione.

Il biglietto  costa 4 €, molto meno del treno, che viaggia sugli 8 €, per coprire il tratto dall’aeroporto alla stazione centrale. Da lì, per raggiungere Piazza Schumann, occorre poi prendere la metro. Circa tre quarti d’ora.

Il percorso il 12 lo copre in una mezz’oretta, competitivo con il taxi, che per lo stesso percorso ci mette, in genere un po’ di piu’, anche se per 35 €. Per ottenere questo risultato sono state fatte due cose. La prima, prendere gli autisti da qualche scuola di Formula 1.

Non potete capire che significa correre con un jumbo-bus in città se non siete stati sul 12 a Bruxelles. Oddio, qualche autista corre meno di altri, ma quelli che corrono sono un vero spettacolo. Rispettoi del codice della strada, ma micidiali. Se ti beccano fuori dalle strisce pedonali sei morto, asfaltato, come va di moda dire in questo periodo.

L’altro segreto è un percorso accuratamente studiato. Tortuoso, pieno di rotatorie minime, zigozaghi da città delle bambole (che gli autisti affrontano in maniera superba)  e corsie preferenziali. Corsie preferenziali belle e sgombre, ma piccole piccole, e con le trappole anti-auto.

 Trappole? Certo, mica scherzano lì. Al centro della corsia , in passaggi larghi esattamente come il bus, ci sono come delle grandi vasche rettangolari, profonde una quarantina di centimetri, larghe quanto il bus meno le gomme. Una macchina non può passare da lì perché casca dentro la vasca. 
Quindi non solo non possono passare i taxi (assimilati per molte cose alle auto private), ma anche Corpo Diplomatico (secondo me è proprio per loro che le hanno fatte) polizia vigili urbani, esercito e marina etc.

In compenso le preferenziali sono aperte alle biciclette. Non è raro quindi trovare ciclisti lungo la strada del 12. Oggi ne abbiamo trovati vari. Su strada normale l’autista si allarga e li supera. Non so’ come si sentano, a me non sarebbe piaciuto. Ma tutti sembrano tranquilli.

Il guaio è quando il ciclista sta nella corsia preferenziale. Lì non lo si può superare. L’autista allora inchioda e comincia a mordere il freno, passando da 70 (velocità stimata) a 20. Attende pazientemente a 30 cm abbondanti  dal ciclista, attendendo che la strada gli fornisca una nuova opportunità di ecuperare la media (il che significa un minuto a 100 all’ora per ogni minuto a 20).

Il tutto sembra tranquillo e regolare.


Però io ci vorrei parlare una volta con quei ciclisti che si azzardano sulle preferenziali percorse dal 12. Secondo me è uno di quei casi dove non conviene avere lo specchietto retrovisore…

giovedì 19 settembre 2013

Le varie anime della ciclabilità non dovrebbero nè essere confuse nè farsi concorrenza

Durante la settimana per la mobilità sostenibile è il momento di fare annunci a sensazione. 

Rientra tra questi l'annuncio di una pista ciclabile che corre nel centro storico della città. Un anello tortuoso e circonvoluto che passa nei luoghi più turistici, facendo ben poche concessioni all'efficienza del percorso. Insomma, una cosa dedicata a chi vuole farsi una passeggiata in bicicletta al centro di Roma. 

Sicuramente simpatica ed interessante, può avere l'effetto positivo di incentivare l'uso della bicicletta sul versante turistico, e quindi di incrementare il numero di bici per strada... un beneficio per tutti i ciclisti, specie se collegata con la meta cicloturistica di Roma per eccellenza, l'Appia Antica.

Pertanto evitiamo critiche ingenerose all'amministrazione comunale, e godiamoci questo fiorire di proposte, anche se non tutte come le vorremmo.

Dovremmo però evitare che queste iniziative sottraggano risorse al ciclomobilismo, ovvero quelle realizzazioni ed infrastrutture volte a facilitare l'uso della bicicletta come mezzo di spostamento. Per esempio se tolgono risorse a realizzazioni fondamentali quali le ciclabili sulle consolari  (Nomentana, Tuscolana, etc.). 

Quindi dovrebbero essere considerate come un corollario a queste realizzazioni, una specie di ciliegina sulla torta.

Ovviamente non tutti la pensano come me. Negli incontri con l'amministrazione si sono spesso confrontate tre anime:


  • Ciclomobilisti, che usano la bici come mezzo di trasporto urbano;
  • Cicloturisti, che usano la bici per turismo;
  • Agonisti, che usano la bici per le gare.
Questi gruppi hanno esigenze abbastanza differenti. Non è raro, anzi piuttosto frequente, che chi è interessato all'agonistica addirittura si rifiuti di usare la bici per spostarsi o fare turismo. Sono più interessati ad allenamenti e gare, e necessitano di spazi ampi e strutture dedicate, che nulla hanno a che fare con il resto della ciclabilità. 

Per esempio a Lione, dove sono stato quest'estate, il Comune ha realizzato una pista di downhill (nella foto) sulle pendici di una delle colline della città... ma non è ciclomobilismo, ovviamente.

Il problema viene, appunto, quando si tratta di dividersi le magrissime risorse disponibili, di dare le priorità. Ovviamente io vedo al primo posto il ciclomobilismo, seguito a ruota dal cicloturismo, con il quale è molto importante creare sinergie. 

Alla stampa italiana la differenza tra questi gruppi non appare molto chiara, e quindi viene fatto un mucchio di confusione. 

Purtroppo la sensazione è che la confusione si estenda anche oltre le soglie dell'amministrazione comunale... quindi rimane valida la richiesta, prioritaria, di costituire un gruppo di tecnici in grado di capire le differenze tra le varie discipline.

A noi ciclisti, il consiglio di trovare un equilibrio tra di noi prima di andare a parlare con l'Amministrazione, in modo da evitare di apparire troppo divisi. Infatti se chi fa le piste, non solo si fa nemici un bel po' di  automobilisti, negozianti e (ahimè) pedoni, ma non accontenta nemmeno i ciclisti, alla fine potrebbe anche perdere l'entusiasmo iniziale...


mercoledì 18 settembre 2013

Un altro ciclista che si è salvato PUP (Per Un Pelo)

Ieri sera sono stato ad una cena con colleghi di altri paesi venuti a Roma per un incontro. Abbiamo finito tardi e uno dei presenti mi ha riaccompagnato a casa con la sua auto, diciamo un SUV di quelli un po' piu' cittadini.

Percorrendo Corso Rinascimento arriviamo all'incrocio con Corso Vittorio, davanti a S. Andrea della Valle, e ci fermiamo al semaforo rosso. Il semaforo diventa verde e partiamo (io ero seduto dietro).

Svoltando a sinistra, il camioncino accanto a noi si allarga inaspettatamente, e il mio collega per evitarlo si allarga anche lui, con l'intenzione di passare a poca distanza dal marciapiede di Corso Vittorio. Tutto inaspettato, ma alla fine regolare.

Improvvisamente una frenata brusca... dal semaforo rosso di Corso Vittorio sbuca un ciclista, che pedala molto vicino al marcipaiede di Corso Vittorio. Lui probabilmente si sentiva sicuro (, ma era venuto a trovarsi, per l'improvvisa necessità di allargarsi del mio collega, proprio in rotta  di collisione... anche perchè evidentemente non stava prestando attenzione alle auto. Il mio collega se ne accorge un attimo tardi, perchè impegnato a tenere sotto controllo la manovra del camioncino alla sua sx... comunque inchioda e riesce a non evitarlo.

Tutto bene quel che finisce bene? Per fortuna, però una riflessione sull'indisciplina dei dueruotisti in genere (bici, scooter, moto): molto spesso compiono violazioni del CdS nel presupposto che gli altri utenti della strada, gli automobilisti, tengano comportamenti prevedibili e rispettosi del CdS. Insomma, si addentrano in quel margine di sicurezza che dovrebbe proteggerli... la versione stradale del detto "la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri".

Quando l'automobilista, il tramviere, il camionista, violano fanno a loro volta qualcosa di inaspettato, imprevedibile o addirittura si comportano anche loro da indisciplinati, si instaurano condizioni pericolosissime, con alte probabilità di incidente. Specialmente le doppie violazioni contemopranee tipo io passo con il rosso perchè non c'e' nessuno e non si può svoltare a sinistra, quell'altro svolta a sinistra anche se è vietato, ovviamente senza preavviso.

Questo per rendere un po' più oggettivo il discorso dell'indisciplina fatto spesso a tempo perso... sarebbe una buona lezione per LACU (se già non ne parlate).

martedì 17 settembre 2013

Trincee antibici: guastatori (ancora) al lavoro

Pare che Roma abbia deciso di rifarsi la rete del gas.

Tutto bene, peccato che non la possano appoggiare sulla strada, ma debbano fare un'operazione chirurgica, scavare una sottotraccia, posare i tubi, metterci sopra anche una bella retina gialla con scritto su "TUBO DEL GAS" a futura protezione di altri scavatori, e poi richiudono.

Richiudono e lasciano, come tutte le operazioni chirurgiche che si rispettano, una bella cicatrice. Lunga, irregolare, bozzoluta, impossibile da percorrere con una Hoptown, che in genere corre esattamente lungo la traiettoria delle biciclette, ovvero tra 50 e 80 cm dalle macchine parcheggiate.

Il problema l'avevo già trattato nel post SOS Salaria - Trincea antibici ma la situazione va peggiorando. Nella mia stanzetta dell'ufficio mi sono beccato una settimana di feroci lavori lavori davanti alla finestra (sto al piano terra) e quindi le variazioni di rumore mi hanno permesso di apprezzare (a costo di moderati ma di testa da rumore tutto il giorno) tutte le fasi dell'operazione.

Tutte ovviamente perfette, a parte l'ultima, il rattoppo. E ti arrabbi quando vedi che questa fine la fanno anche strade appena riasfaltate.

Al di la' di questo, la mia sensazione è che negli ultimi anni la situazione per noi ciclisti sia andata sostanzialmente peggiorando. A parte l'asfaltatura della pista del Tevere e il moderato allargamento degli orari per portare le bici in metro, tutto il resto è andato peggiorando. Non solo non ci sono state piste nuove, le vecchie sono scivolate in condizioni pietose, ma anche il fondo stradale è un incubo.

E pure sui marciapiedi si va male, sono tutti sconnessi! (dedicato a Marco Bikediablo)

Ci sarà un'inversione di tendenza? Lo stato del bilancio capitolino probabilmente impedirà grossi progressi, ma almeno -visto che ci mancano i soldi- spero in una razionalizzazione dei lavori, così da non rispaccare le strade appena rifatte!

sabato 14 settembre 2013

No, la Smart Mobility (in salsa romana) NO!!!!

Ho letto con orrore  che tra le iniziative della settimana della mobilità sostenibile vi è anche un convegno sulla Smart mobility.

Dico con orrore perchè noi a Roma la Smart mobility ce l'abbiamo già: sono tutti quei XXX che svicolano in giro su quelle diaboliche macchinette, pensando che se sono piccoli sicuramente non disturbano e non fanno male a nessuno.

Della smart mobility romana mi sono già occupato (tra gli altri) in alcuni post storici:

- totc toc.. guarda che vado dritto

Vacanze pasquali: chiudono le scuole, si scatenano le auto

Una trappola chiamata semaforo

Parcheggiare male e poi lamentarsene… la gioventù che abbiamo bruciato

Vabbè, insomma, ci siamo capiti...

Pertanto se dovessimo proprio fare qualcosa, io consiglio di proibire la smart mobility a Roma...

Sono sicuro che tutti i ciclisti sono d'accordo con me.




giovedì 12 settembre 2013

Bici: cosa chiedere veramente al sindaco

E'  chiaro che non possiamo pensare che il sindaco di Roma,  per la dimensione dei problemi della città, possa stare appresso ad ogni pista o miglioramento che desideriamo. Tra tutte le cose cui Marino deve pensare, la ciclabilità è una delle meno importanti... inutile che ci illudiamo, dobbiamo essere realisti.

Per questo il suo impegno, magari anche a scopo di semplice promozione dell'immagine, è comunque gradito.

Ci vuole quindi una struttura tecnica che ci pensi per il sindaco, perchè, appunto, ci deve pensare con continuità. In particolare, a differenza di altri ciclisti, non credo nella rivoluzione improvvisa, ma in un lavoro di costruzione semplice ma continuo.

Quindi quello che dovremmo chiedere al sindaco è l'assunzione o la formazione, o la valorizzazione se già sono presenti al Comune, di bravi esperti di ciclabilità.

Esperti in grado di tenere conto delle esigenze della mobilità ciclabile in tutti i programmi del comune, dai bandi di gara per la ristrutturazione delle strade, alla realizzazione dei cantieri dei lavori.

Insomma, di come le esigenze della ciclabilità abbiano la loro parte nell'attività della tecnostruttura del Comune di Roma. Perchè quello che adesso è eccezionale (ricordarsi dei ciclisti)
diventi presto un fatto normale.



lunedì 9 settembre 2013

Ciclisti indisciplinati (quasi) sotto il tram...

Tanto per ribadire alcune delle cose scritte nel post precedente, oggi una fulminea conferma...

Tram fermo all'incrocio tra Via di porta Maggiore e Viale Manzoni... verde, il tram parte a razzo, dalla sinistra, ovvero da Viale Manzoni provenienza  Via Giolitti vedo arrivare un'allegra ciclista, sulla trentina, in chiara rotta di collisione con il tram, intendo dire direzione e velocità inequivicabili.

Anche il tramviere deve aver avuto la mia stessa impressione, perchè ha inchiodato il tram... la ciclista è scomparsa dalla mia vista, ma per fortuna la rivedo pedalare allegramente, parallela al tram, ovviamente contromano in mezzo alle rotaie, dell'altro binario di Via di Porta Maggiore... graziata dall'assenza di un tram o un bus, o un taxi, on una macchina della PS, CC GdF, CP, VVFF ProCiv o invalido, abitualmente circolante sui binari.

Rischio calcolato o provvidenziale intervento della Provvidenza? Magari la fanciulla era passata con l'ultimo barlume dell'arancione ed era stata sorpresa dal subitaneo balzo in avanti del bestione.... Cmq, a giudicare dalla parte di traiettoria che ho visto, la fanciulla deve ritenersi fortunata a non essersi fatta male...

Comunque tanto per ribadire che io non sono uno disciplinatissimo, ma un conto e passare ad un pedonale deserto, un conto è un incrocio affollato con rotaie. Cerchiamo di evitare di collidere con i tram!

E probabilmente un tramviere domani dirà che i ciclisti non sono  disciplinati...

sabato 7 settembre 2013

Quegli indisciplinati dei ciclisti...

Periodicamente ci ricapita addosso l'accusa di essere indisciplinati, peraltro sicuramente vera.

Il brutto è che ogni volta parte un dibattito sul rispetto delle regole stradali che mi fa dubitare della capacità di ragionare di alcune delle persone che interloquiscono. Berlusconi lo chiamerebbe il teatrino della ciclabilità italiana, con le solite cose sù e giù dai marciapiedi, CdS sì, Cds no, etc.

Integralisti delle regole anche se sono scritte palesemente a cavolo eautomobilisti che vorrebbero la strada tutta per loro.

Pedoni che non usano i piedi per spostarsi (quelli che si spostano a piedi hanno traiettorie lineari, non ondivaghe come i pedoni romani...), ma non avendo un cazzo da fare lo fanno sul marciapiedi...

Insomma, il teatrino della ciclabilità, detto anche Muppet Show!

Per ancorare la discussione a qualcosa di concreto stabiliamo innanzitutto che è indisciplinato chi non segue il CdS.

Stabiliamo poi che sono pericolosi quei comportamenti che mettono a repentaglio la propria o l'altrui incolumità.

Vediamo quindi che abbiamo comportamenti indisciplinati, ma non pericolosi, e altri disciplinati ma pericolosi.

Comportamento indisciplinato ma non pericoloso: percorrere, come ho fatto io, il marciapiede della tangenziale da Via Catalani a Piazza Gondar. Tutto su marciapiede. Vietatissimo, ma nessun pedone ne' incroci con flussi di auto.

Comportamento disciplinato ma pericoloso: percorrere la Nettunense tra Anzio e Aprilia di sera con pioggia, anche se con luci e giubbotto. Perfettamente a norma di CdS, ma pericolossissimo.

Allora il punto è proprio questo, la disciplina ha due aspetti: il pericolo e il fastidio che si recano agli altri con un comportamento indisciplinati

Ovviamente dobbiamo ammettere che in genere un comportamento indisciplinato è più a rischio di uno disciplinato, e occorre saper distinguere.

Ecco, il problema è proprio questo: non è tanto che vedo ciclisti indisciplinati, neanche ci faccio caso. Vedo invece ciclisti pessimi guidatori che fanno cose indisciplinate e pericolose e ciclisti pessimi cittadini che fanno cose indisciplinate e fastidiose per gli altri, e ciclisti disciplinati che fanno cose pericolose.

Sono tutti questi che dovrebbero evitare.


venerdì 6 settembre 2013

Crepiamo d'invidia...

Durante il primo blitz della ripresa post estate, ecco qualche snapshot di ciclabilità Bruxellese...

In particolare:

- Bike Sharing alla stazione Bruxelles Nord

- Corsie ciclabili tra grattacieli;



- Riparazione di biciclette dentro la stessa stazione...





Meditiamo gente, meditiamo...

martedì 3 settembre 2013

Della disincentivazione dell'uso delle auto: i sostirregolaristi

Io sarò Marziano, ma non vengo certo direttamente da Marte, e da un po' di tempo mi dedico agli affari terrestri in generale, e romani in particolare. Pertanto quando sento altri romani parlare di disincentivare l'uso dell'automobile a Roma, non ad Amsterdam, Berlino, Parigi, Londra, mi viene un po' da ridere.

La foto lo dimostra... vedete due auto parcheggiate sulle strisce pedonali. Quella in primo piano, anche se non lo si può apprezzare dalla foto, in realtà occupa DUE passaggi pedonali. Unop parzialmente e uno completamente.

Pertanto la prima cosa che mi viene in mente a Roma: se vogliamo disincentivare l'uso dell'auto basta ridurre in maniera decisa, sostanziale, la sosta irregolare.

Facile a dirsi, difficile a farsi. Primo, occorre capire se a Roma ci sono abbastanza vigili. Infatti, perso l'apporto degli ausiliari del traffico che operano per l'ATAC, il personale a disposizione non appare sufficiente a ricondurre il fenomeno a livello fisiologico, a meno di non passare a strumenti che aumentino il rateo di produzione di multe e a dedicare una rilevante parte del corpo dei vigili urbani proprio a questo scopo.

E per quanto riguarda i vigili, se loro non si convincono che è una battaglia degna di essere combattuta, difficilmente ci si potranno dedicare con la serietà e l'abnegazione (in termini di improperi dai cittadini) necessarie.

Eh sì, perchè quello che non sempre si capisce è che la sosta irregolare non è un'infrazione, ma ormai uno stile di vita di una parte importante di Romani. Infatti sotto la generica denominazione  di sostirregolarista si celano, infatti, vari personaggi, ognuno con una sua motivazione.

Non tutti sono cattivi, non almeno allo stesso modo. Ma passiamone in rassegna qualcuno...

Il trendsetter
Perdere tempo a parcheggiare non fa parte del suo stile di vita. Tantomeno camminare fino alla destinazione. Perderebbe punti  mentre la sua vita è solo un continuo guadagno di punti. Quindi, senza cattiveria alcuna, non prende in nessuna considerazione l'idea di parcheggiare a più di tre metri dalla sua destinazione. Ha inventato e reso popolare il parcheggio in seconda fila a spina di pesce, particolarmente utile di fronte ai ristoranti di pesce alla moda. Non è conscio del danno che arreca, Multe non glie le fanno perchè anche i vigili percepiscono la sua superiorità e si vergognerebbero come cani a insozzarne il mito...

Il pigrerrimo
Fumatore accanito e' talmente pigro e diffidente del movimento fisico che non sopporta di  fare più di 5 metri a piedi per volta. Quindi, quando compra le sigarette (quattro volte al giorno)  lascia la macchina (parcheggia non lo ritengo appropriato) sempre a questa distanza massima dalla sua destinazione. Peccato che invecchi e quindi i 5 metri diventano quattro e mezzo, poi quattro etc. PS: il fumo uccide, ma lui non muore mai... sarà l'aria fresca della seconda fila. 

L'incapace
All'inizio avrebbe voluto parcheggiare regolarmente, ma la manovra in  retromarcia proprio non le riesce. Quand'era giovane e carina nessuno ci faceva caso, anzi. Andando in avanti con gli anni la cosa diventa sempre più difficile, e l'iniziale deliziosa sventantezza è sostituita da una cupa determinazione. Anche il servosterzo non ha migliorato la situazione. Con gli -anta ha infatti capito quanto odia comunque perdere tempo a parcheggiare, e comunque tutti quei CID da compilare ad ogni tentativo di parcheggio,,,

Lo stronzo
E' la versione a buon mercato del trendsetter, ovvero quello che fa le stesse cose, non rinuncia mai all'auto, ma ben conscio del fastidio e del danno che arreca. E se per caso glie lo fai notare s'incazza e può finire molto male (per te). Infatti il fargli notare il torto lo rende ancora più furioso. La versione avvocatizia ti chiede le generalità per farti causa. Se lo si potesse  sopprimere sul posto, anche in seconda fila, il mondo diverrebbe sicuramente un posto molto migliore.

Il lavoratore
Si comporta esattamente come lo stronzo, ma parcheggia in doppia fila esclusivamente per motivi di lavoro. Che dire, forse qualcuno potrebbe lavorare anche prendendo il bus.

La mamma
Scarrozzare i figli, che mestiere impossibile, specialmente se lo si deve conciliare con le altre esigenze (casa. lavoro). Istintivamente  è il sostirregolarista più simpatico, ma attenzione... spesso si tratta di un pigrerrimo che ha i figli al posto delle sigarette. Magari quello che fa in macchina lo potrebbe fare anche a piedi, guadagnandone in salute e riduzione degli inestetismi...

Il dueminutista
Si ferma in seconda fila solo un attimo, per fare una commissioncina e poi riparte. Per esempio per restituire il CD al noleggio. Tutto bene, solo che non è solo. I dueminutisti a Roma sono circa 537 mila, quindi intasano le strade peggio degli altri, che sono, tutto sommato, a tiratura limitata.

Ragazzi, che serraglio!!!

lunedì 2 settembre 2013

Rame sì e bici no???

La notizia in cronaca, riportata da vari media, è l'applicazione di un'aggravante specifica per i ladri di rame, che fanno danni assolutamente sproporzionati rispetto al valore del metallo rubato. Adesso la pena dovrebbe andare dai 3 ai 10 anni, che non è poco.

La notizia è buona. Indica che in Italia non è completamente scomparsa la volontà di reagire alla microcriminalità e di adattare il codice penale alle nuove esigenze.

Vi prego non mi parlate di rieducazione etc. Se si trattasse di Italiani lo capirei, ma non possiamo essere considerati responsabili della cattiva educazione di gente nata e cresciuta fuori dall'Italia, che spesso si sposta da queste parti solo perchè si ruba facile.

Ovviamente, dopo gli annunci, va visto che cosa succede nella realtà. Perchè se li condannano, ma poi li fanno uscire subito dopo, allora siamo a zero...

Cmq la domanda è un'altra... perchè c'e' un'aggravante per il furto del rame e non uno per il furto delle biciclette? Anche qui vi sono due elementi da riconoscere:

a) il furto limita duramente l'uso della bicicletta e l'espansione della mobilità ciclistica. Non la puoi lasciare fuori, legata al palo, se hai una bella bicicletta non la puoi usare per tutti i giorni. Il che è brutto perchè nelle biciclette la differenza di prestazioni conta, eccome;

b) i furti sono in espansione perchè la bici è un mezzo indifeso, la cui utilità sta nella non registrazione. Addirittura adesso non è più al sicuro nemmeno nei box auto. Quando i ladri entrano lasciano auto e moto e si portano via le biciclette;


Allora facciamo come per il rame, una bella aggravante di  per il furto di biciclette. In aggiunta, come dico sempre, per gli stranieri un bel rimpatrio forzato senza passare dal via (ovvero alla fine della pena).

domenica 1 settembre 2013

Roma Fantaciclista

Mi sono allontanato solo poco dalla realtà romana, e ritornando vi ritrovo a discutere di fantascienza: autostrade ciclabili e tante altre cose che hanno solo i paesi ciclisticamente più avanzati.

Il "la" alla discussione mi pare l'abbia dato il nostro caro Sindaco, che guarda a quello che fanno all'estero, per esempio a Londra, dove la bicicletta è divenuta in pochi anni un mezzo di trasporto di massa. Quindi si stanno attrezzando.

Marino, a differenza del suo predecessore, sembra e sicuramente sarebbe favorevole ad importarle.  Tanto favorevole che  ha fatto qualche dichiarazione un po' imprudente, come nel caso della pista di Via Labicana… Pista per la quale il posto non c'è, a meno di non toglierlo alle auto. Cosa per la quale Roma, e i Romani, non sembrano assolutamente pronti. Ma le dichiarazioni più preoccupanti sono relative ai marciapiedi ciclabili, in molti casi ancora adesso il Deus-ex-machina  della ciclabilità romana (vedi Pista della Moschea e Valle Giulia, per esempio)

A corredo delle dichiarazioni del Sindaco, ho letto un articolo del CdS dove alcuni ciclisti romani molto in vista, hanno rilasciato alcune dichiarazioni interessanti sui possibili sviluppi della ciclabilità romana.

Dichiarazioni che però faccio fatica a condividere in toto, specialmente negli aspetti più radicali, perchè secondo me peccano di mancanza di realismo.

Una mancanza di realismo che potrebbe portare a "bruciare" il sindaco lottando contro mulini a vento, invece di porre le basi per uno sviluppo, più lento ma più solido, della mobilità ciclabile nella nostra città.

Anche perchè questo sindaco deve pensare a cose ben più serie della ciclabilità: dalla riforma dell'ATAC a quella dell'AMA, dalla raccolta dei rifiuti alla risistemazione dell'ATER, per non dire della gestione della novella TARES. Tutte cose che gli creeranno una marea di nemici (anche a sinistra, lo si sa bene) e quindi aggiungerne di altri aggratis non sembra una cosa buona e giusta.

Ma quali sono i punti sbagliati?

In realtà è uno solo, ovvero  non tenere conto che la situazione romana è profondamente differente da quella delle altre città ciclabili tipo Copenaghen, Amsterdam, etc.

Infatti, se è utile guardare alle soluzioni tecniche adottate in queste città, Roma ha un ambiente totalmente differente, e sicuramente molto più arretrato in fatto di ciclabilità. Procedendo in maniera incauta si rischia di adottare soluzioni che semplicemente non potranno portare alcun beneficio, anzi! Non si può chiedere di correre a chi ancora non sa stare in piedi.

Per riportare tutti noi ciclisti con i piedi per terra, vediamo alcuni punti fondamentali:

Ciclisti:
Malgrado il costante aumento, noi ciclisti rimaniamo pochi in confronto alla popolazione di automobilisti, e pochissimi rispetto a quella degli utenti del mezzo pubblico (che sono il nostro più promettente bacino di espansione)  La partecipazione oceanica alla critical mass non trova riscontro nell’uso quotidiano della bicicletta. Se noi ciclisti fossimo di più diventerebbe conveniente per tutti separare i due tipi di traffico. Ricordiamoci che a Londra e Amsterdam, l’uso della bicicletta è anche sostenuto da una politica dei prezzi alti dei trasporti pubblici, che rende estremamente  conveniente l’uso della bicicletta.


Sosta irregolare:
A differenza di Londra, Amsterdam, Parigi,  dove la sosta irregolare praticamente non esiste, a Roma è un modo di vivere e neanche Marino ha ancora iniziato la battaglia per debellarla.

Secondo me i 5 anni del primo mandato del sindaco bastano a malapena per pensare di riportare la sosta irregolare entro percentuali fisiologiche. Ragazzi ci vuole realismo! Quindi ogni soluzione che non tiene conto di questo particolare à destinata a sicuro fallimento.

Diminuzione dei posti auto
Ogni tanto sacrificare qualche posto auto per fare le piste è inevitabile, e quindi non può essere un tabù… però, per evitare contrasti forti copn la lobby degli automobilisti quando ancora non siamo forti, andrebbe limitata ai casi indispensabili. Anche perché il primo obiettivo è battere la sosta irregolare, e quindi diminuire quella regolare ci allontana dall’obiettivo primario.

Corsie Ciclabili
La pessima e inveterata abitudine dei Romani di lasciare la macchina più o meno dove fa più comodo rende oggettivamente impossibile l’adozione delle corsie ciclabili non protette.

Quindi è inutile che se ne continui a parlare, a meno che non vi sia il concreto impegno a tenerle sgombre dalle auto in sosta, anche quella temporanea.


Marciapiedi Ciclabili
Non dobbiamo disdegnarli.

In tutta Europa vengono usate piste realizzate sui marciapiedi, ovviamente non nei luoghi dove sono più affollati di pedoni.

 In alcuni casi sono perfetti per i ciclisti, uno per tutti il marciapiedi di Via Cilicia. Ma possiamo anche parlare di quello di Via Sant’Angela da Merici, o di Via dei Monti Tiburtini, di quello della tangenziale tra Ponte Lanciani e la Salaria, e poi quello dell’Olimpica… insomma c’e’ qualche marciapiedi che rappresenta una risorsa preziosa da non sprecare.

Se poi qualcuno pensa di arrivare a togliere parcheggi regolari per fare piste o corsie ciclabili, credo abbia uno scarso senso della realtà.


Inoltre va tenuto presente che la coesistenza con i pedoni è difficile per le biciclette veloci (elettriche, corsa, ruote 28, MTB). Per i pieghevolisti il marciapiedi è molto più accessibile, e anzi uno dei nostri obiettivi dovrebbe essere proprio quello di ottenere gli scivoli per handicappati su tutti i marciapiedi... in previsione del loro uso abusivo :-)