martedì 12 novembre 2013

I 30 della discordia... tante proteste, ma in Italia ci sono sempre stati e all'estero funzionano

L'ultimo episodio della guerra contro il limite a 30 è questo INCREDIBILE articolo uscito sul Corriere della Sera... alla sezione motori. Per la trattazione grossolana e approssimativa si stenta a credere che sia pubblicato sullo stesso giornale che sostiene tante battaglie per i ciclisti.

Ovviamente non mi scandalizzo perchè l'autore ha un'opinione diversa dalla mia. Mica tutti possono essere bravi, intelligenti e belli come. Il punto di caduta sono le argomentazioni che ignorano che quello che si cerca di introdurre in Italia, dalla zona 30 all'esenzione del senso unico per le biciclette, è da nni pratica comune in paesi molto più civili del nostro e dove tutti, compresi gli automobilisti, circolano meglio che a Roma.

Però devo ammettere che l'avversione per i trenta all'ora, soprattutto se reali, ovvero imposti a colpi di autovelox, è condiviso dalla maggior parte degli automobilisti. Anche perchè poi i limiti a 30 all'ora in Italia sono sempre esistiti.

Giusto l'altra settimana ho avuto una conversazione sull'argomento con alcuni colleghi. Ingegneri, tra i 60 e i 50, tutti a maledire il limite di 30 in Via Merulana.Impossibile da rispettare. La macchina non ce la fa. Tu perchè non hai bambini da acompagnare. Etc. etc.

Devo ammettere che anche io, facendo le prove di trenta all'ora, mi ero così concentrato sulla strumentazione che quasi metto sotto uno sulle strisce. Per carità, a 30 all'ora spaccati, ma quasi messo sotto sulle strisce!

Però sull'impossibile da rispettare mi sono incavolato... 1800 giri in terza e la macchina va a 30.

Notate che questi miei colleghi hanno tutti la stessa esperienza di flight test engineer che ho io, quindi a tabelle di prestazioni, motori etc, vanno tutti molto forte. Oltretutto fanno viaggi frequenti in Germania, Francia, Belgio e Olanda. Quindi sanno benissimo quello che accade all'estero!

Ma tant'è. L'automobilista italiano , di fronte alla zona 30, è capace anche di rinnegare la propria storia!

1 commento:

Bikediablo ha detto...

La differenza fra l'italia e l'Europa è riscontrabile in tutti gli attori della mobilità come di qualsiasi altro argomento.

Infatti se da una parte il Corriere scrive cose assurde mentre al contempo The Times esce con un articolo sui vantaggi della mobilità ciclabile anche per chi non intende andare in bici, dall'altra anche i "rappresentanti" dei ciclisti viaggiano in modalità lobby chiedendo il totale passaggio a 30 km/h, mentre già oggi non si rispetta nemmeno laddove c'è.
E si comportano in modo tale di stare dalla parte del torto (in modo gratuito) creando così alibi agli "avversari".
Anche a Londra si muore in bici, eppure usano tutti (tranne poche eccezioni) luci, caschi, gilet fosforescenti, significa che c'è da lavorare. Hanno un sindaco "di destra" che va in bici, senza scorta, e che ha rivoluzionato la mobilità. Noi abbiamo un sindaco che va in bici ma evidentemente non capisce la mobilità in bici, tanto è vero che usa le preferenziali con la sua scorta.
La chiudo qui perchè credo che ragionare (non continuare a fare schemi, scrivere libretti o flashmob) sia una causa persa.

marco