giovedì 22 dicembre 2016

Le corsie ciclabili saranno il sacro Graal della ciclabilita' romana?

Le corsie ciclabili, (bikelanes?), sembrano essere diventate la soluzione a tutti i mali ciclistici di Roma, o almeno cosi' pensa il delegato alla ciclabilita'  Paolo Bellino (PB/RF), che dismette ormai le piste ciclabili come oggetti vecchi, costosi e inutili -peggio- dannosi alla ciclabilita'. Vecchi attrezzi di un mondo vetusto che confinava la bicicletta fuori dalle balle.

Forse la ragione fondamentale di questa scelta e'   l' economicita' delle corsie ciclabili, che se ho capito bene possono costare anche solo 10 mila euro/km. Cio' permette di sviluppare una rete ciclabile con "pochi spicci" dando finalmente un loro luogo ai ciclisti romani. Una posizione pragmatica di buon senso.

Con un  effetto traino questa "infrastruttura" dovrebbe aumentare il numero dei ciclisti e di conseguenza anche la loro importanza quale gruppo di pressione. Un circolo virtuoso che dovrebbe darci una grossa importanza in una decina di anni, almeno credo questo sia il ragionamento.

La dottrina del Comune, visto che PB/RF e' "organo politico" della giunta ( e' stata presentata dall'assessora Meleo, la stessa che non vuole la metro C, come una scoperta sensazionale) e' stata sviluppata in #salvaciclisti,  movimento che ha avuto il merito enorme di coagulare il supporto ai ciclisti in un qualcosa di riconoscibile e spendibile. Per cui sembra che per ora il settore ciclistico sia il fiore all'occhiello di una giunta che, fino ad adesso, sta facendo solo figuracce.

Quello che #salvaciclisti ha di buono in grinta e decisione, figlie anche di un inopportuno antagonismo, purtroppo potrebbe  mancare in tecnica e lungimiranza. Questo non e' nuovo: dal punto di vista tecnico/legale #salvaciclisti non ne ha praticamente azzeccata una dalla sua fondazione. Che volete, nessuno e' perfetto. Il guaio è che scommettere tutto sulle bikelanes potrebbe rivelarsi un cicloboomerang. Altro che Graal.

Infatti le bikelane sono degli strumenti come gli altri. Come un martello, ottimo per piantare chiodi ma inadatto a inserire viti. E infatti chi di noi gira in posti dove la ciclabilita' e' evoluta, continua a vedere uno sforzo molto deciso nella realizzazione di piste ciclabili tradizionali, mentre le bikelane sono lasciate solo ai casi dove una pista ciclable regolare proprio non ci entra. 

E le ragioni per non affidarsi completamente alle bikelanes sono ottime, tanto e vero che sono sempre piu' sofisticate e le geometrie sono sempre piu' complicate (vedi teoria e pratica dell'incrocio brussellese)

La prima ragione e' che la bikelane non essendo fisicamente separata e' meno sicura di una pista ciclabile. Chissenefrega direte voi che siete grandi, meglio quella che la strada senza bikelane. Vero, ma per esempio e' inadatta a farci circolare i giovani senza accompagnatore. Un bel pezzo di utenza che vola via. Quindi attenti ad adottarla al posto di una pista ciclabile.

La seconda e' che la bikelane sottrae spazio agli automobilisti, la pista ciclabile, specie quella sul marciapiedi, ai pedoni.

Gli automobilisti sono una categoria piu' tosta dei pedoni, come abbiamo visto in varie occasioni! Quindi occorre andare avanti con le realizzazioni ciclomarciapodiche anche se secondo salvaciclisti sono disonorevoli. La prima e' la sistemazione di Via Cilicia, che veramente grida vendetta!!!!

Per esempio sulla Prenestina il marciapiedi ciclabile da Largo Preneste a Piazzale Prenestino funziona una meraviglia, evitiamolo di restituirlo al pedoname in cambio di una bikelane in mezzo alle auto...

La terza e' che la bikelane e' solo una striscia per terra, che l'auto, in circolazione o sosta, puo' occupare in ogni momento. Questo significa che rimane tua solo se gli automobilisti sono molto civili o l'amministrazione la difende a spada tratta.

La differenza la si vede bene tra Santa Bibiana, dove la bikelane tiene perche' "sottovento" alla curva, e li' le auto si allargano naturalmente, e Prenestina-Porta Maggiore, dove le auto la occupano alla grande, come se non esistesse… per ovviare questo sarebbe carino che le bikelane fossero almeno limitate da borchie rifrangenti, anche se immagino questo ne accrescerebbe alquanto il costo. Peraltro la giunta raggi ancora non sta aggredendo la sosta in seconda fila, quindi come potra' difendere le povere bikelane?

La quarta e' pero' molto piu' grave e seria, e nel panorama romano mette la bikelane in una luce veramente sinistra… tenetevi forte.

Le bikelane sono strisce per terra e svaniscono rapidamente se non rinfrescate. E' vero che costano poco, ma anche si consumano subito. Quindi, in mancanza di manutenzione, da qui a due anni staremo da capo a dodici, senza bikelane un'altra volta.

Questo e' il vero cicloboomerang romano  insito nell'adozione strategica delle bikelane. Ora, ridirete voi, megli le bikelane di niente… embe' ma questo puo' essere peggio di niente. Infatti non ci sono elementi  per ritenere che il Comune, che al momento non trova soldi per la manutenzione della segnaletica orizzontale compresi attraversamenti pedonali, stop, precedenze, linee mediane, domani aggiunga alla lista della spesa svariate decine di chilometri di bikelanes. Anzi,

Immaginate ad un processo per un investimento su strisce sbiadite un Assessore che dice " non ho ridipinto le strisce perche' non avevo soldi" e un altro "non ho ridipinto le strisce perche' ho dato la precedenza alle bikelane" … secondo voi chi dei due verrebbe condannato?

E rinfrescarle diciamo una volta ogni due anni (minimo) significa spenderci altri soldi… quanto non lo so, ma sicuramente non una cifra trascurabile.

Quindi la mossa delle bikelane, per essere positiva, deve essere inquadrata in un disegno piu' grande che apparentemente sembra molto trascurato.

A questo punto mi permetto di dare qualche suggerimento:

  1. Corsie ciclabili va bene, ma solo dove sono l'unica alternativa.
  2. Teniamoci le piste che abbiamo e manteniamole operative. Non insultiamole come relitti del passato
  3. Un buon marciapiede ciclabilizzabile e' una manna dal cielo. Non teniamolo solo per farci cacare i cani!
  4. Dove ci sono strade in costruzione/ammodernamento continuiamo a chiedere piste ciclabili e non  corsie ciclabili;
  5. Mettiamo in chiaro sin dall'inizio il problema della manutenzione de,le bikelane, perche' e' fondamentale, rischiamo di trovarci con niente in mano, e in tasca, in poco tempo.


Ps: Se vi prendete la briga di andare a vedere la bikelane di Ponte Spizzichino, trovate tutto cio' che viene detto nel post concentrato in pochi metri...

venerdì 16 dicembre 2016

Quo usque tandem

Quo usque tandem abutere, Virginia, patientia nostra?



Se gia' sono uscito con un profondo senso di sconforto dalla vicenda referendaria, sconforto che credo che non possa che toccare tutti i connazionali di buon senso a prescindere da come abbiano votato, le vicende della giunta Raggi, g decisamente minuscola, sono quanto di piu' demoralizzante si possa immaginare. E il non aver avallato con il mio consenso questa giunta non mi e' di nessuna consolazione.


Visto che un po' di anni comincio a sentirmeli sulle spalle, ancorche' temperati da un entusiasmo ancora giovanile, che Virginia non fosse tagliata a sindacare Roma lo si capiva chiaramente tutte le interviste. Sicuramente con esperienza di aula, ma senza quella faccia un po'cosi', quell'espressione un po' cosi', che hanno quelli che sanno quanto e' difficile fare le cose sul serio.


Di M5S non me ne intendo, solo qualche contatto. In alcuni casi galantuomini, in troppi altri pazzi esagitati, con un livello di aggressivita' eguagliato solo da ignoranza e incapacita' di ragionare. Probabilmente qui sara' anche una variante romana, ma il problema  e' che La raggi sembra abbia prevaricato anche il movimento stesso, imponendosi come punta di diamante di fronte a personaggi forse meno fotogenici, ma sicuramente più solidi.


Non c'è bisogno di ricorrere alle interviste di De Luca per capire che qualcosa è andato storto sin da prima del primo momento. Sicuramente un accordo sottobanco con la destra ex Alemannica tra il primo e il secondo turno, cosa che alla fine ha impedito di formare una giunta solida e coesa. La frittata era già fatta nei primi 15 giorni, si poteva solo pensare di cercare di recuperare nel seguito. Invece la cosa è andata peggiorando.


Purtroppo anche un assessore di punta come quello alla mobilità, si è rivelato non all'altezza del proprio compito. Andare in televisione nazionale e dimostrare di non saper distinguere tra un numero e una percentuale, è un suicidio. Infatti nel trasporto i numeri contano, eccome. Uno che non sa gestire le quantità può fare il pittore (lo scultore sicuramente no) ma non certo l'assessore ai trasporti.


Sui rifiuti la questione è stata anche più dolorosa. In questo caso è stata proseguita una gestione fallimentare fatta da una persona con metodi vecchi e sorpassati, senza un minimo di trasparenza, e senza cercare l'appoggio di noi cittadini senza il quale non si va da nessuna parte punto.


Peggio, le uniche azioni fatte dalla Raggi sono state smontare le poche cose buone che ci aveva lasciato in eredità l'amministrazione Marino, per esempio i vertici Atac che finalmente avevano cominciato ad incidere il tumore dei sindacati. Non parlare della defenestrazione del capo dei vigili urbani.


Nella galleria delle follie risaltano poi il politicamente improvvido e immotivato no alle Olimpiadi a Roma, ma il posto d'onore lo mantiene  il suicida stop alla Metro C, per il quale non ho parole, ma solo parolacce. Devi essere proprio uno che non ragiona.


Ma quali sono le prospettive adesso? Tutte terrificanti.


Di fatto La Raggi non può andarsene senza provocare una nuova crisi, a meno che il Movimento 5 Stelle non posso proporre immediatamente un altro sindaco. Non me ne intendo di legge elettorale dei Comuni, non so se questo sia possibile, ma così certo non si può andare avanti a meno di una conversione sulla strada di Damasco.


Ma di quale conversione possiamo  parlare? Se il personaggio fosse stato ragionevole, tutto questo non ci sarebbe stato. Quindi l'unica conversione che prevedibilmente potremmo avere un ritorno all'ortodossia grillina,  l'ultima cosa di cui ha bisogno una città come Roma. In questa città si esce dalla palude solo se tutte le forze sane Tirano e lavorano insieme.


Mi piacerebbe sbagliare, ma il calvario di questa città e' ancora lontano dalla sua conclusione. Per abbreviarlo sono convinto che prima Virginia ci lascia e meglio è. Non credo infatti che potra' mai essere un buon sindaco.


Mi dispiace per per noi ciclisti, che questa sembrava la prima amministrazione a darci un pochino di retta. Però il prezzo è apparso sin dall'inizio troppo alto. Prima sono un cittadino, e solo dopo un ciclista.


PS: a questo punto avrete capito che il tandem serve solo come specchietto per le allodole… alla fine ci chiamiamo Roma Ciclista!

venerdì 2 dicembre 2016

Nooooo! Corviale Nooooo!

Nel post dell’anno e mezzo scorso, Ci, la metro di noi borgatari, nella gioia di avere una metro quasi sotto casa facevo notare che, fino all’apertura di San Giovanni (almeno) la metro Ci alla fine avvicinava il Prenestino ai centri culturali della Borgata Finocchio.
Ovviamente nulla contro i Borgofinocchici, ma uno cresciuto in periferia normalmente associa la metro ad un accesso facilitato al centro della citta’, o ai quartieri bene, in modo da poter vedere da vicino un po’ di lusso e di alta società.
Figuratevi quindi il mio sconforto quando e’ stato  proposto di deviare la mia metropolitana a Corviale, senza passare dal centro. Il tutto ovviamente a progettazione finita e lavori avviati.

In pratica lo stolto la voleva farla girare prima di Amba Aradam verso Piramide e poi farla perdere nella periferia romana fino a Corviale.
Anche perche’ immaginatevi a lavori finiti, dopo aver speso la bellezza di circa 4 miliardi di euro, serve una metro che ti mette in collegamento con un centro commerciale!  Vediamo come la metro possa cambiare (in positivo) la vita di tutti i giorni:
“Cara abbiamo finito la coca un’altra volta! Scendo sottocasa a prenderla, che stasera vengono i vicini!”

"Ma caro, Salvatore lo spacciatore sta in gattabuia! Fai un salto da Gino o’marocchino  che ne ha appena fatta venire un’altra cassa diretta dalla Colombia”

"Ma ci metto un secolo ad andarci"

"No tesoro, adesso abbiamo la metro"
“E’ vero, non ci avevo pensato! Vado e torno subito, con la metro è un attimo!”
“Ah, abbiamo finito il contante, passa anche da Peppe er cravattaro e preleva 300 euro…”
Ora Corviale merita sicuramente un collegamento con il centro storico, non certo con il Casilino. Per esempio un accesso al centro, posso suggerire un tracciato sotto il Tevere, magari con una bella fermata sul lungotevere all'altezza di Via Giulia (Regina Coeli? :-D ) , e un collegamento con la B direzione Rebibbia .

Insomma, usando un termine  venuto alla moda ultimamente, la deviazione per Corviale trasportisticamente appare una provocazzata di prima qualità, e si presta a humor nero..
Adesso si sta discutendo se continuare sul tracciato originario o girarla sotto piazzale Flaminio, altra alternativa sicuramente valida (dal mio egoistico punto di vista). Siamo finalmente tornati nell’alveo del buonsenso.
Che poi’ da li’ finisca in un’altra periferia ovviamente non mi disturba, Finisca dove deve finire, anche a Corviale, ma prima passi per il centro!  


giovedì 24 novembre 2016

AD 2017 Morte al Colosseo: il martirio di Santa MetroC

Uno degli episodi piu' cruenti della Roma terza repubblica e di quelli meno facilmente comprensibili da noi storiografi, e' il martirio della popolarissima Santa Metroc, avvenuto proprio al  Colosseo nell'AD 2017(alcuni storiografi parlano del tardo 2016).

Il martirio avvenne  in maniera del tutto inaspettata, un noir dove sentimenti personali e ragion di stato, ancora si mischiano in maniera assolutamente inestricabile. Ma prima di narrare gli eventi cerchiamo di ricostruire il clima dell'Urbe a quel tempo.

A quell'epoca l'Urbe usciva da cinque anni di occupazione Alemanna, anni nei quali era stato reintrodotto in maniera ufficiale il culto di SUV,  divinita' campestre "a trazione integrale" i cui adepti uccidevano in rapide scaramucce  molti cittadini appartenenti alle tribu'  dei pedones (Nota dello Storico, NDS: i pedones erano una tribu' che guerreggiava non su cavalli ma su zebre, tanto e' vero che normalmente i pedoni, appunto, venivano uccisi sulle zebre).

Malgrado la devozione a SUV gli Alemanni non avevano osato interrompere il culto di Santa Metroc.  Il Metropolita di Santa Metroc, aveva continuato, seppur con qualche difficolta', a scavare lunghi tunnel per unire tra di loro i templi sotterranei della Dea. 

Infatti il culto della Santa Metroc prevedeva che i fedeli percorressero tutti assieme, uno appiccicato all'altro, i lunghi tunnel tra una stazione e l'altra. E questo un po' in tutte le altre grandi citta'  dell'antichita', dove ognuna aveva la sua Santa Metro.

Va notato che gli antichi romani avevano una struttura tecnico-confessionale, la casta degli ingegneri, dove i ponti li faceva un sommo sacerdote detto Pontefice Massimo e i tunnel un altro sommo sacerdote, il Metropolita di Roma. La figura del Metropolita reggeva anche altre citta' come Londinium e Lutetia, dove pero' i criptoculti sotterranei (NDS: minchia!) erano molto piu' sviluppati che a Roma. Anche perche' a Roma c'erano i fedeli della setta dei Portoghesi, anche quella molto diffusa,  il cui credo vietava di pagare alla dea l'obolo per entrare nelle sue stazioni, e che non avevano subito mai alcuna vera persecuzione.

Il culto di Santa Metroc era inoltre appoggiato con fondi dall'Imperator Supremus, che toglieva un soldino a ciascun abitante della penisola per sostenerlo.

Tornando alla nostra storia, noi storici non abbiamo un'idea chiara di come cadde il dominio Alemannico. Le registrazioni dell'epoca sono caotiche e molto confuse, qualche studioso dei culti millenaristi sostiene che gli Alemanni furono cacciati da un adepto del culto di Marte, appunto un marziano. 

Altri sostengono che invece si tratto' comunque di una figura ammantata dal mito,  un naufrago fuggito da oltreoceano e buttato sulle spiagge del Latium nel corso di una tempesta (da cui l'appellativo, dato dal popolo,  di princeps marino).

Tra noi storici seri e concreti l'ipotesi piu'  accreditata e' che venisse da Mediolanum, dove e' storicamente certo che il princeps risiedesse in un complesso chiamato Palazzo Marino (cosa gia' sospetta, in quanto a Mediolanum, prima che si sciogliessero le calotte polari, il mare non c'era, incredibile vero?). Questo fatto rende l'ipotesi di un'espansione della gens maediolana (famosa per la raffinatezza e il costo dell'abbigliamento) volesse sottomettere l'Urbe al culto dello zafferano e della cotoletta fritta. (NDS se non ci fossimo noi storici a eliminare le stupidaggini come farebbe il volgo?).

Senonche' i rapporti dell'Urbe con il nuovo princeps non andarono per niente bene. Sembra che il princeps fosse meno deciso del previsto, che la citta' non funzionasse con l'affiatamento di.. diciamo un'equipe chirurgica. Insomma, per vari motivi il trapianto nell'Urbe  del nuovo princeps non ebbe successo, che l'Urbe ebbe una crisi di rigetto, e che l'imperator, per evitare altri guai,  tolse l'appoggio al princeps venuto da fuori.

(NDS: Un'altra versione allegorica dice che il Marziano fu cacciato da una vergine dedita al culto del Grillo usando i raggi della morte! Ma ovviamente chi potrebbe cascare a credere in una storia tanto inverosimile, sembra un film di fantascienza!)

In questa versione pero' lo storico nota una impressionante assonanza con quello che molto probabilmente accade nei successivi anni. Occorre  ricordare che nel frattempo in  citta' e nell'impero si era sviluppato un altro culto, quello della dea Onesta',  stavolta adorata nella forma di un grillo, conosciuto in alcune opere come il Grillo Parlante per le sue doti vaticinatorie, in altre come il grillo di maio, riferendosi al mese nel quale i grilli cantano piu' forte.

(NDS: Anche qui abbiamo una serie di coincidenze a dir poco impressionanti: il Grillo Parlante si sa che fu citato nelle opere di un certo Carlo Collodi (andate ,perdute) ma talvolta il metropolita, in preda allo sconforto, diceva a Santa Metroc "Questi romani non ti meritano! Collodi basta, non faremo altre stazioni!" Mah, Mistero!!!!)

In effetti il culto della Dea aveva avuto alti e bassi nel trentennio precedente, pero'  fondamentalmente era rimasto confinato al culto della plebe sottomessa. Infatti, coloro che uscivano dalla condizione di plebe sottomessa tendevano dopo poco a rinnegare il credo a favore del famoso Dio SUV, o di divinità di origine greca quali Attico Alcentro, Attico Aiparioli, Escort Callipigia o della italica Villalmare.

I fedeli della Dea Onesta' erano inoltre aumentati vertiginosamente anche a seguito della profonda crisi economica cui era immersa l'urbe, e giravano per le strade in lunghe processioni invocandola a squarciagola.

Purtroppo erano un popolo geloso e consideravano buona solo la loro Dea, non quella degli altri. Pero' l'Urbe era talmente assetata di novita' e di varieta' e quindi alla fine riuscirono ad far accettare come princeps la loro sacerdotessa maggiore, nel cui diadema brillavano i raggi emessi da cinque stelle con al centro il mitico grillo.

La nuova Princeps si accorse presto che la Dea Onesta' aiuta ma purtroppo ci mette un bel po' a produrre miracoli. Questo anche perche senza le altre due sorelle, Competenza e Serieta', Onesta' da sola non risolve alcun problema pratico. La plebe, anche lei se ne stava accorgendo, e cominciava a mugugnare.

Fattosta' che per dare sfogo a tutte queste pressioni, il princeps disse ai suoi accoliti a di distrarre il volgo con il perseguitare la Santa Metroc, accusata di essere un focolaio di disonesta', di essere anni in ritardo e di costare ben dieci volte piu' del previsto, accusa che ancora si trova in alcuni documenti, anche se sicuramente non nelle cronache della Corte del Conte.

Venne tenuto un processo segreto, invece di quello pubblico che ci sarebbe dovuto essere, e la princeps e i suoi accoliti decisero per il martirio della santa. Non avere neanche un indizio sulle reali motivazioni del via alla persecuzione della Stanta Metroc ci priva di un documento fondamentale , ma tant'e'. Avere uno streaming di quella riunione, invece delle solita cazzate che come storico tocca sorbirmi, avrebbe sicuramente chiarito un sacco di cose.

Quello che avvenne poi lo sappiamo bene.

Il princeps scarico' tutta la sua ira funesta sulla santa che fu martirizzata al Colosseo e li' seppellita prima che potessero essere preparati i templi Piazza Venezia, Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano e Clodio, che avrebbero finalmente permesso ai cittadini romani di andare su e giu' per l'Urbe senza dover ricorrere ai carri.

I Roma Metropoliti, accusati ingiustamente di orribili nefandezze, furono cacciati via e costretti a trovarsi un'altra setta. Dispersi i metropoliti a Roma non vennero piu' fatti tunnel adatti al culto della Santa Metro per lunghi anni, e tutti sene lamentarono  quando ormai era troppo tardi.

Ai cittadini rimase l'amarezza e la prova provata che la dea Onesta' senza Competenza e Serieta' gioca brutti scherzi. Le tribu' Prenestine e Casiline se la legarono al dito, e la stessa fiducia degli adoratori dell'onesta' fu profondamente scossa.

A noi storici rimane la difficolta' di capire le ragioni per questo comportamento folle e assurdo. Sicuramente influi' la tribu' dei centristi che non volevano la possibilita' che la plebe Casilina e Prenestina arrivasse comodamente e rapidamente al centro usando i tunnel appositamente costruiti. 

Altra setta coinvolta, quella dei tranvieri, sostenevano che il culto andava fatto alla luce del sole e non nell'ombra dei tunnel, anche se poi spostarsi in mezzo al traffico dei carri rendeva il culto impossibile.

Infine come storico vorrei portare all'attenzione di Lorsignori il ruolo degli adoratori della Dea Informazione. Loro che avevano il compito di diffondere il verbo, assistettero a tutto questo martirio senza capirci un'arca.

Non solo, ma mai esercitarono il culto del factceking, popolare presso le genti della perfida Albione ma detestato nella penisola italica quale espressione di stupida pedanteria, che avrebbe potuto tagliare le gambe da subito a molte delle incredibili castronerie delle quali questa tragica storia e' costellata.

Se solo si potesse invertire il corso della storia!

venerdì 18 novembre 2016

Oh che bello sciopero!

Confesso la mia colossale ignoranza, ma non so perché il 15 novembre il trasporto pubblico Roma abbia scioperato, né se sia stato solo uno sciopero limitato a Roma o sia  stato in tutta Italia... comunque  questo sciopero sicuramente me lo sono goduto.

Infatti la giornata, con la temperatura fresca e il cielo limpido, e l'asssenza di impegni speciali,  mi ha permesso di andare tranquillamente in bicicletta e di osservare il disastro creato dello sciopero dei mezzi pubblici pur senza rinunciare la mia mobilità.

Di biciclette ne ho viste tante in giro, anche se francamente me ne sarei aspettata qualcuna di più. Per fortuna il traffico era talmente agglomerato da non costituire pericolo.

Comunque rispetto agli anni passati non c'è paragone, i ciclisti stanno aumentando, non c'è che dire. Pero' rimaniamo ai pochi, pochissimi punti percentuali, anche x' ciclomobilisti non ci si improvvisa, nemmeno se c'e' lo sciopero.

Anche io comincio ad usare la bici in alternativa totale al mezzo pubblico solo da poco, a circa 10 anni dalla sua elezione a mio mezzo preferenziale di trasporto cittadino.

Più interessante e vedere l'effetto che lo sciopero del trasporto pubblico ha sul traffico automobilistico. Infatti, le parti di città che ho visto, erano pressoché tutte ingorgate e anche in maniera piuttosto grave. Ancora una volta la dimostrazione che il trasporto pubblico serve soprattutto a chi vuole, talvolta deve, prendere l'auto.

A questa regola non mi sottraggo neppure io, in quanto talvolta l'auto e' irrinunciabile, e qui casomai si potrebbe parlare di car-sharing...

Dal punto di vista dell'adesione lo sciopero sembra sia stato un successo, dicono che tutte le 2 e mezzo linee della metropolitana siano rimaste chiuse. Pertanto le macchine hanno raggiunto uno dei loro massimi storici, bloccando quasi tutta la circolazione. Se uno si fa il conto di quante auto ci vogliono a rimpiazzare una linea di metropolitana, uno si sente male...

Ma questo vale anche per le biciclette. Se dovessimo sostituire la bici alla metro, avremmo circa mille biciclette ogni 3 minuti, cioe' stiamo parlando della critical mass intersiderale, una cosa mai vista!

Vabbe', insomma, anche riferendosi al dibattito che continuiamo a vedere in questi giorni sulle metropolitane a Roma, la metro rimane l'unico mezzo in grado di assicurare una vera mobilita' in una citta' delle dimensioni di Roma, i  quanto semplicemente non e' sostituibile da nessun altro sistema, una volta che gli utenti abbiano iniziato ad usarla. Infatti la metro, con la sua velocita', genera domanda di trasporto pubblico. A differenza di tram e bus che, oltre a non assicurare i volumi di traffico, almeno nella loro accezione romana, sono troppo lenti e troppo influenzati dal traffico di superficie, e generano maledizioni e altri automobilisti, motociclisti e ciclisti.

E infatti la ragione per cui il trasporto automobilistico e' ancora cosi' radicato a Roma risiede anche in questo, ovvero la mancanza di una rete vera e propria di metropolitane (solo adesso con la C possiamo cominciare  parlare di rete, fino ad adesso avevamo solo due direttrici).

Poi noi possiamo anche preferire la bici, io sicuramente,  ma  sui lunghi percorsi, neanche la bici e' competitiva. Lo vediamo nei giorni di sciopero.

Questo dovrebbe porci un'ultima considerazione:  non solo dobbiamo puntare a completare la C, ma anche a trovare i finanziamenti per varare la linea D, che completerebbe la rete romana. Roma se la merita, noi romani ne abbiamo diritto.

Per cui basta con questi tentennamenti. La Raggi ha gia' commesso un grave, gravissimo errore opponendosi alle olimpiadi, che appunto prevedevano come condizione il completamento della linea C, (costi a carico del governo, ovviamente).

In questo ha sicuramente tradito la citta', checche' ne possano dire i grillini o gli altri nemici della metro che i  questi giorni abbiamo scoperto essere tanti, vecchio vizio italiano di avercela con tecnologia o infrastrutture.

sabato 12 novembre 2016

Ma dove diavolo e' finita la metropolitana?

Al pieghevolista che, in un prossimo  futuro, si trovasse a piegare la pieghevole per entrare nella metro, potrebbe accadere di non trovare piu' la metropolitana… ohibo', dove diavolo e' finita?

Beh, tra non molto troverebbe l'ingresso alla stazione chiuso, perche' nessuno ha pensato a mettere in atto tutte quelle attivita' necessarie a mantenere il sistema metropolitana, ed in particolare le infrastrutture, che in quel momento non saranno piu' agibili e allineate alla norma.

Inoltre non so se avete notato che si stanno manifestando con maggiore frequenza inconvenienti, avarie e fuori servizio. In molti casi e' solo mancanza di manutenzione, ma sempre piu' spesso i disservizi sono legati proprio agli ammodernamenti rimandati.

E questo perche', come potra' succedere?

Succedera' perche' il braccio tecnico e progettuale del Comune di Roma, quello che identifica le necessita' di ammodernamento, prepara le gare e le aggiudica, segue i lavori con l'alta sorveglianza, avra' chiuso i battenti, suicidato da una politica incomprensibile.

La crisi l'ho vista formarsi dall'estero (non vi posso lasciare un attimo soli) attraverso una serie di articoli sui giornali.

L'amministrazione comunale ha deciso di disfarsi del centro di competenza progettuale sulle metropolitane, la societa' Roma Metropolitane, perche' accusata di non aver compiuto la propria mission e di essere in passivo.

Non solo, ma poi e' stato dichiarato che da adesso in poi niente piu' metropolitane, meglio il tram... credo l'abbia detto l'assessore.

Gia' questa cosa mette angoscia. E' molto peggio del no alle Olimpiadi a Roma.

Avendo trascorso una vita sulla Prenestina, conosco bene la differenza tra metro e tram, e come tutti so che il tram, lento e vulnerabile al traffico, non sostituisce la metro.

Questa rimane l'unico mezzo in grado di trasportare le persone in maniera competitiva rispetto all'automobile in una citta' delle dimensioni di Roma.  E che quindi e' l'unica soluzione in grado di abbattere veramente il traffico automobilistico.

Ora l'assessora intende lanciare anche il PUMS, il piano urbano della mobilita' sostenibile… ma ogni mobilita' sostenibile di una citta' delle dimensioni di Roma e' fondata su di una solida struttura di linee della metropolitana,  altrimenti è solo il caos.

Quindi altro che fermare le Metro C al Colosseo… bisogna continuarla e fare anche la linea D in modo da avere la possibilita' di spostarsi per tutta Roma in maniera rapida.

L'ultima chicca l'ho ricevuta a Colonia, dove ho appreso che l'assessore all'urbanistica (quello di Roma :-))ha proposto di deviare la metro C facendola finire a Corviale… cosi', di punto in bianco, come si trattasse di un tubo per innaffiare che cambia aiuola…

Ah dimenticavo, se non  sbaglio ho letto anche il soprintendente  ha detto che se il comune non paga i lavori compensativi si vedra' costretto a fermare i lavori della Metro C. Ormai e' un vero e proprio attacco alla diligenza. Ma quando arrivera' il 7mo cavalleggeri?

La prima domanda che ci dobbiamo porre e' la seguente: ma a Roma chi puo' essere tanto matto da andare contro la metropolitana? Incredibilmente un bel po' di gente, che oltretutto sembra in questo momento aver preso il controllo della situazione.

Innanzitutto ci soni quelli che credono che le cose si realizzino con la bacchetta magica e non lavorando. Quindi quelli che non vogliono i cantieri, certo fastidiosi, ma come puoi fare senza?

Ora, a parte i poveri commercianti che si vedono in negozio confinato dietro i cantieri, abbiamo avuto una pletora di persone che hanno considerato i cantieri della stazione del Colosseo come un attentato archeologico, e non come primo passo concreto verso la pedonalizzazione  dell'area.

E quindi giu' a protestare, a lamentarsi, a indignarsi come se fosse gente cresciuta sugli alberi della foresta e non in una società fondata sulla tecnica e sulla scienza. Mi viene da chiederti ma quando state male andate dallo stregone oppure all'ospedale? E con quale faccia di tolla?

Poi ci sono quelli che gia' abitano al centro, e quindi non vedono perche' dovrebbe esserci una metropolitana, tanto loro in periferia non ci devono andare tutti i giorni. Si spostano tranquilli tra una parte e l'altra del centro e guarda caso non ci mettono più' di dieci/quindici minuti a tratta.

Tra i grandi sospettati, insospettabilmente,  l'ATAC, per la quale la gestione della metro e' un grosso impegno, molto più grosso del far circolare qualche centinaio di autobus totalmente scollegati tra loro, che anche se se ne ferma uno non si fermano tutti gli altri. Insomma, per loro la metropolitana un impegno molto serio, quando lo stipendio lo possono prendere anche facendo molta meno fatica.

Infine ci sono quelli che ce l'hanno con il il sottosuolo di Roma. Sottosuolo che tutti sappiamo essere difficile ma che neanche e' impossibile da utilizzare. Più difficile la storia dei reperti archeologici… con il difficile rapporto con una Soprintendenza che sembra ogni volta cascare dal pero e non ha ancora sviluppato una politica efficace per trattare in maniera rapida i problemi connessi con la scoperta di una notevole mole di reperti.

Peraltro va notato che gli scavi della metropolitana permettono di raggiungere reperti che altrimenti sarebbero rimasti completamente coperti di terra e sconosciuti ai più. Infatti in condizioni normali è praticamente impossibile effettuare campagna di scavo dentro una città.

Detto questo, si spera che presto questa vicenda kafkiana ritorni nell'alveo della razionalità. Roma Metropolitane è accusata di incredibili nefandezze, ma alcune, se non tutte, delle accuse portate sono poco fondate, a cominciare dal tema del ritardi.

Considerando che il primo colpo di piccone per la metro C è stato dato nel 2008, nel 2015 sono state inaugurate le prime stazioni e anche san giovanni, con interventi più rapidi da parte delle Soprintendenze, avrei potuto essere gia' aperta. Tempi europei, ma ci fosse un solo giornale in grado di prendere in castagna l'assessora quando dici queste cose, a riprova che la stampa italiana si ormai irrimediabilmente allontanata dai fatti.

Se poi ci si prende la briga di parlare con qualcuno di questi esperti, ci si può rendere conto di come le storie della realizzazione della metropolitana, in primis la definizione dei tracciati, sono comunque strettamente legate alle vicissitudini della politica, in particolare di quella amministrativa.

Dopodiché Roma Metropolitane e accusata di essere in passivo. Bene, la societa', posseduta dal comune, svolge solo attivita' per conto del comune ed e' il comune che ha generato il passivo non pagando quanto dovuto nel contratto di servizio. Ma qualcuno le dice queste cose in giro? Ancora una volta, i nostri giornali il fact-checking non lo fanno mai?

Infine le accuse capitali… non aver svolto la propria mission,  avere  non aver vigilato sulla levitazione dei costi. A leggere le dichiarazioni di vari esponenti politici dell'amministrazione sembrerebbe che i dipendenti di Roma Metropolitane e  Metro C ci si siano messi d'accordo e abbiamo fatto a mezzi dell'aumento dei costi… sul fatto che alla fine è il Comune che paga e quindi approva le varianti, e che forse i livelli politici delle precedenti amministrazioni qualcosina potrebbero aver brigato, a nessuno sembra passare in mente. Quindi dall'usciere al direttore tecnico sono tutti allo stesso modo colpevoli.

Sì applichiamo lo stesso metodo all'ATAC, la società andrebbe chiusa in due tre giorni e dipendenti mandati tutti in galera senza passare dal via. Quella però è il "gioiello dei Romani", e guai se qualcuno cerca di comprarsela, non per chiuderla, ma per provare a farla funzionare, magari bloccando le ruberie interne, che di quelle, a cominciare dei biglietti falsi, abbiamo moltissime prove. Ma forse la disparità di trattamento è dovuto al fatto che se quelli dell'Atac si arrabbiano ti bloccano Roma e basta,  non c'è grillo che tenga.

Insomma, a conclusione, il futuro delle metropolitane romane è a rischio molto serio, a causa della proposto irrimediabile smantellamento del centro di competenza per la loro realizzazione e ammodernamento. Peggio, sembra che l'attuale amministrazione non creda proprio nello strumento metropolitana. Londra, New York, Parigi, Mosca, Berlino, Madrid, sono tutti delle teste di cavolo che hanno sprecato un sacco di soldi per fare delle cose inutili.

Ora non si può dire che tutto a Roma sia perfetto, nemmeno semmai la realizzazione delle metropolitane, ma non si capisce perché l'amministrazione 5 stelle non faccia semplicemente la cosa giusta, ovvero metta a capo di Roma Metropolitane delle persone serie e competenti che valorizzino le risorse che esistono e funzionano.

Francamente viene sempre il dubbio, ma i grillini persone serie e competenti le hanno o sono solo sanculotti?

lunedì 24 ottobre 2016

Ma il trasporto pubblico va protetto

Ogni tanto, specie quando viaggio, non posso utilizzare la bici ma devo utilizzare i mezzi pubblici.

A parte il tram 14, che induce alla disperazione più profonda  in quanto sembra provenire non da una zona di Roma, ma da qualche triste favela multietnica, mi sono trovato alla stazione Termini testimone di uno spettacolo veramente tragico.

Arrivo in banchina con il mio trolley e vedo una guardia giurata con il viso piuttosto scuro piantata a gambe larghe con le spalle al binario.

Guardo meglio, e mi accorgo che sta fissando con sguardo torvo una panchina sulla quale sono sedute adolescenti dall'inconfondibile fisionomia. Le ragazze sembrano alquanto infastidite da questo confinamento a quale la guardia evidentemente le costringe.

Se non che in quel momento arriva il treno .

Si aprono le porte, la guardia giurata si fa da parte, le ragazze salgono in vettura, la guardia giurata entra anche lui in vettura e urla, indicando le ragazze: "attenti al portafoglio, attenti alle borse". Dopodiché si scende si chiudono le porte il convoglio riparte con tutti che fissano le ragazze, e questo chiaramente furiose.

Evidentemente si trattava di una di quelle bande di adolescenti abituate ad accerchiare turisti e borseggiarli, come tante volte troviamo riportato nella cronaca dei giornali, e spesso anche nei filmati che vengono ripresi dalle telecamere di sorveglianza.

Il brutto è che pur essendo queste persone perfettamente note alla fine non riusciamo a fare nulla per fermarle, e le vediamo costantemente a girarsi sui nostri mezzi pubblici, pronte ad esercitare di nuovo l'arte del taccheggio.

Dalla recente esperienza subita in Germania, dove mi hanno portato via il portafoglio alla stazione di Colonia, vi posso assicurare che non è per niente divertente fare il turista ed essere privati della carte di credito e dei soldi, ancor che io sia stato fortunato e abbia  conservato perlomeno il passaporto.

La riflessione è però un'altra, e riguarda l'incapacità dell'attuale Stato italiano di reagire di fronte all'assalto dei malintenzionati.

I ladri ci sono sempre stati, non è che possiamo pensare di eliminarli totalmente. E' pero' assolutamente diabolico,  che quelli conosciuti, e magari fermati, vengano poi rimessi in circolazione e tornino tranquillamente a fare la loro attività, praticamente certi della impunità ( peraltro una condizione che noi utenti di bicicletta conosciamo bene).

Capisco anche che con delle adolescenti non si debba usare la mano forte, ma tra non usare la mano forte e lasciare fare tutto quello che vogliono, sicuramente c'è una via di mezzo.

Solo che probabilmente richiede impegno e determinazione, e un ambiente normativo che comunque ad un certo momento dica stop.Se prosegui nell'attività criminosa,  alla fine dovresti finire in una stanza e non uscirci per un bel periodo, anche se hai 15 anni.

Infatti, se non è colpa tua che sei cresciuta in un ambiente degradato, non vuol dire che noi si debba continuare a subire.

E comunque se vogliamo convincere  la gente ad usare il mezzo pubblico, bisogna anche mantenerlo sicuro.

giovedì 20 ottobre 2016

Il grande e nuovo mondo ciclista nel quale vorremmo vivere

Finito il lavoro e' il momento, per tutti, di tornare a casa.

All'aeroporto mi ritrovo in coda immediatamente dietro al collega svedese, un simpatico individuo stile "uomini che odiano le donne". Almeno a quello io penso.

Mentre mette la borsa sul cestello per i raggi X, mi rendo conto che e' una messenger impermeabile da bici, con una fascetta riflettente da pantaloni, quelle gialle col velcro, arrotolata intorno alla tracolla.

"Ah, allora sei anche tu un ciclista"
"Si', ma solo qui a Bruxelles, dove prendo il bikesharing"
" Non usi la bici per andare al lavoro"
"No, preferisco farmi tutti i giorni mezz'ora a piedi all'andata e mezz'ora per il ritorno" Poi continua infilandosi le dita tra la cinta e la pancia prominente "E' un buon esercizio".
"Quindi non usi la bici per andare al lavoro?"
"Eh noooooo... sai com'e'..." (mi guarda come uno con la sveglia al collo e l'anello al naso) "A Stoccolma tutti usano la bici per andare al lavoro, e quindi non si sa mai dove parcheggiarla. Io cosi' vado a piedi".

Questa storia ha due  morali:

a) il pedone e' il  ciclista del ciclista

b) attenzione  a quello che chiediamo potrebbe avverarsi!

lunedì 10 ottobre 2016

Progettisti che odiano i ciclisti

Torno a scrivere dopo un bel po' di tempo, durante il quale ho pedalato e basta, a seguito dell'incidente avvenuto a sulla pista della Magliana, nel quale un povero ciclista e' morto, lasciando moglie e due figlie piccole. Che tragedia, che spreco di vita.

All'inizio,dai primi lanci giornalistici, sembrava verosimile che un  furgone si fosse infilato abusivamente nella pista. A poco a poco e' invece emersa una realta' differente... un furgone fermo sull'attraversamento della pista, il ciclista che se lo trova davanti, frenata secca su fondo viscido, la caduta... col furgone non sembra esserci stato contatto, puo' darsi che il ciclista abbia solo perso il controllo del mezzo e, ze vero, la sfiga maledetta,  ci abbia messo la sua.

Le foto dell'attraversamento sono normalmente impietose... la segnaletica orizzontale totalmente scomparsa, un canneto che sorge proprio accanto alla pista, di fatto nascondendo la vista dell'incrocio... vabbe', va visto se questo ha avuto una parte nell'incidente, comunque non succede solo li'? Quante volte da pedoni attraversiamo la strada su strisce pedonali delle quali resta poco piu' che la memoria?

Pero' il problema delle intersezioni delle piste ciclabili con le strade, i passi carrabili ed ogni altro ostacolo rimane: la pista si interrompe, il ciclista deve dare la precedenza a tutti, e se sgarra incorre nei rigori della legge... ma perche' si deve interrompere la pista e non la strada non si capisce.

Pista dell'EUR. Con l'eccezione dell'attraversamento di Via Cilicia, molto ben segnalato, e protetto da "bande rumorose" lato Cristoforo Colombo, tutti gli altri attraversamenti sono rocamboleschi.

Innanzitutto mancano gli attraversamenti ciclopedonali, in genere ci sono solo le strisce. Mi dicono che cio' significa che dovresti scendere dalla bici e attraversare come un pedone. Ovviamente nessuno ci pensa, tutti attraversiamo normalmente in sella, ma in caso di incidente, probabilmente una fetta di indennizzo se ne andrebbe.

Ora, qualcuno sa spiegarmi perche' due tronconi di pista che attraversano una strada dovrebbero essere collegati con le strisce pedonali e non con un passaggio ciclopedonale? Cosa ha questa gente nel cervello? Sono progettisti che odiano i ciclisti? Boh... si' probabilmente... magari loro volevano progettare autostrade e non piste ciclabili, per cui si sono presi la loro piccola rivincita.

Sta di fatto che questa situazione va cambiata e stabilito una volta per tutte che: DUE TRONCONI DI PISTA SI UNISCONO CON  UN CAZZO DI ATTRAVERSAMENTO CICLOPEDONALE, e  tatuatevelo sull'uccello con scrittura bustrofedica.

Eppoi basta con tutti gli stop. Ogni passo carrabile comporta l'interruzione della pista... succede SOLO IN ITALIA. Dove chi va in bici deve sempre chiedere scusa...

Post scriptum: che ti fa la polizia di Roma Capitale? Ovviamente chiude la pista, non la strada. Anche ammesso che no  sia un incidente da imperizia/distrazione del ciclista (cosa probabile) e quindi  magari la pista non c'entra nulla, cmq si chiude la pista... basta coi ciclisti, cosi' adesso saranno contenti!

domenica 4 settembre 2016

Basta con il ciclolesionismo

Il ritmo della mia attività lavorativa non mi consente di partecipare alla maggior parte delle iniziative che si tengono per stabilire un contatto tra le amministrazioni, soprattutto quella comunale, è i ciclisti o le loro associazioni.

Pertanto ringrazio coloro che partecipano a queste iniziative per difendere la categoria. Al tempo stesso, però, le poche volte che mi sono trovato a questi incontri, sono rimasto particolarmente deluso del livello qualitativo della partecipazione.

Fermo restando che si tratta di volontariato, e quindi  non bisogna guardare in bocca al cavallo che se hai ricevuto in dono, l'efficacia queste iniziative e sostanzialmente compromessa dalle insanabili diversità di opinione tra i partecipanti, e diciamolo, dalla difficoltà nel proporre le proprie idee in maniera chiara e razionale. E infine anche dal modo, spesso molto villano, di interfacciarsi con l'amministrazione e gli altri partecipanti.

Comunque, dopo anni di inconcludenti buchi nell'acqua l'amministrazione Raggi sembra stia prendendo la cosa un pochino più sul serio, e ci ha deliziato di un tavolo di coordinamento e di un delegato alla ciclabilità che finalmente viene dalle nostre fila: il famoso Paolo Bellino, che adotta il nome di battaglia di Rotafixa.

La sua nomina ha scatenato un mezzo putiferio, perché in un mondo di prime donne come quello dei ciclisti che partecipano agli incontri con l'amministrazione, avere un delegato scelto tra i ciclisti, ma direttamente dall'alto, con caratteristiche che lo rendono poco simpatico apparecchi, è sembrato  fuori luogo, o addirittura un affronto. E ha sollevato non poche proteste.

Bene ragazzi cerchiamo di non ripetere le cose brutte del passato: la categoria dei ciclisti ha sempre brillato per le divisioni interne che purtroppo hanno fatto sì che le amministrazioni siano sempre sentite poco incentivate ad accettare qualunque soluzione perché se accontentavano un ciclista ne scontentavano altri quattro, un atteggiamento di categoria clamorosamente ciclo lesionista.

Ora a Paolo Bellino, che sicuramente interpreta la ciclabilità in chiave un po' troppo politica (e questo può dare fastidio parecchi, compreso il sottoscritto), vanno comunque tutti i miei sinceri auguri e la speranza di riuscire ad ottenere qualcosa di buono. Non solo per la categoria dei ciclisti ma per la città in generale, che non può che giovarsi dello spostamento di una quota di mobilità sulle due ruote a pedali.

Peraltro vera sfida che si trova di fronte Paolo non è lo scegliere, orientando l'azione del Comune, tra diverse soluzioni tecniche. Lo stato delle finanze del Campidoglio difficilmente ci permetterà alternative alle Bike Lanes.

Il problema è semmai trovare un modo organico per interagire con gli uffici tecnici del Comune, perché per quanto faccia il tavolo di coordinamento, poi alla fine le azioni le fa la tecnostruttura comunale.

E soprattutto intervenire sui progetti in fase di elaborazione, ai capitolati, e a quant'altro allo scopo di integrare nelle opere e nei progetti sin dall'inizio le migliori soluzioni di ciclabilità. E'  infatti inconcepibile che a Roma sia stata ristrutturata l'intera via Tiburtina e nel progetto non  sia stata integrata alcuna pista ciclabile.

Paolo ancora auguri, ma mi raccomando, fai il bravo...

lunedì 11 luglio 2016

Forse era meglio Boko Haram

È sicuramente amaro il destino di questo povero nigeriano rfuggito dal suo paese per scappare da Boko Haram e ucciso in una banale lite nel nostro paese. Sì perché oltretutto da quello che leggo dell'autopsia sembra proprio che si sia trattato di un classico decesso da singolo pugno, di quelle cose terribili che possono succedere anche in una semplice colluttazione senza fini omicidi e che rovinano definitivamente le vite di due persone.

L'episodio è stato subito identificato come un caso di razzismo violento è quasi sicuramente lo è...  di certo l'italiano non sembra una mammoletta, e ha precedenti abbastanza pesanti.

Quello che invece nessuno si domanda e per quale motivo questo signore e la sua compagna siano stati accolti nel nostro paese. Sicuramente la Nigeria è un posto disgraziato, sicuramente il nord del paese è infestato dai terroristi di Boko Haram, ma questo non basta a darti diritto ad entrare in Europa, o in Italia.

La Nigeria  è uno stato sovrano, con dei problemi sicuramente, ma non travolto dalla guerra. Casomai uno dei problemi nigeriani e che il governo centrale sembra non volersi impegnare nello sradicamento di Boko Haram. Inoltre se tutti i nigeriani fanno come il poveraccio morto in Italia, ovvero invece di combattere Boko Haram cercano di andarsene in Europa, alla fine in Africa prevarranno i cattivi .

Questo dovrebbe un pochino a farci riflettere su cosa stiamo facendo in tema di immigrazione. Invece di dare asilo solo a coloro che provengono da paesi dilaniati dalla guerra, stiamo dando accoglienza anche a coloro che provengono da paesi che hanno solo alcune guerre locali, ma il cui Stato è ancora integro, o addirittura che scappano da paesi che non stiamo aiutando militarmente.

Prendiamo gli Afghani: i nostri ragazzi stanno nel loro paese ad aiutarli a combattere i talebani. Con grande impegno di risorse e anche rischio personale. Io per esempio non accoglierei alcun afghano abile nel nostro Paese, piuttosto li manderei  a combattere i talebani. Non è serio che noi inviamo le nostre truppe nel loro paese e al tempo stesso permettiamo ai loro maschi che scappano di rifugiarsi qui in Italia.

Non solo ma ormai abbiamo fatto capire all'Africa, che chi è abbastanza intraprendente e abbastanza coraggioso da rischiare un pochino la vita in mare, può semplicemente trasferirsi in Europa. Io non dico che non debbano essere salvati dai flutti, contesto che dopo il salvataggio vengano portati in Europa. La mia impressione è che sia proprio questa certezza, essere portati in Europa, che alimenti la migrazione, e alla fine sia la causa basilare di gran parte dei decessi.

Come tutti non credo di avere soluzioni vere per questo problema, ma al tempo stesso credo che il fatto che si parli di profughi sono in termini di accoglienza, quando ormai è evidente che l'Europa è ai limiti, sia molto preoccupante.

La pressione all'accoglienza di alcuni personaggi eminenti, Papa Francesco in testa, non è contrastata da un pensiero razionale sui danni che questa politica poi provoca. La realtà è sotto gli occhi di tutti: siamo un paese che pur riconoscendo la necessità di fare molto, non è più in grado di gestire un immigrazione che lasciata a se stessa sta provocando degrado sociale.

A farne le spese sono ovviamente le classi meno abbienti, che appunto non si riconoscono più in quella sinistra, in quella chiesa cattolica, che continuano a spingere l'accoglienza senza curarsi dello stato di salute dei paesi ospitanti.

sabato 9 luglio 2016

La Raggi e l'eredità della Finanza

Con l'avvento dell'amministrazione Raggi, i vigili urbani sembrano aver ripreso vita!

Stavo rientrando in ufficio quando vedo, innanzi al nostro portone, un vigile urbano con la faccia lunga come se stesse sequestrando caramelle a un bambino povero, che era tutto intento a multare alcuni scooter parcheggiati in maniera apparentemente regolare vicino al marciapiede.

Nella retata sono stati i nfatti multati gli scooter di quasi tutti i miei colleghi che vengono in scooter, compreso quello del mio capo.

Mi stavo chiedendo il perché di questa azione, quando mi rendo conto (dopo 6 anni che stiamo li') che il palo a cui talvolta lego la bicicletta è in realtà un divieto di sosta e che c'è un bel divieto di sosta che parte da 5 m prima del nostro portone per finire 5 metri dopo il nostro portone.

Mi dico: evidentemente abbiamo un bel divieto di sosta in quanto ente pubblico che in maniera un po' proditoria i nostri colleghi utilizzano per parcheggiare i propri mezzi personali.

Beh, un po' scorretto, ma considerando che tutte le ambasciate lì attorno utilizzano per parcheggiare le strisce pedonali in aggiunta allo spazio riservato al corpo diplomatico, tutto sommato è un peccato lieve.

Evidentemente qualcuno della direzione si è sentito in dovere di chiamare i vigili per sgombrare il passaggio.

La cosa cade nel dimenticatoio fino al momento in cui nel pomeriggio mi accingo a varcare di nuovo i tornelli. Mi ritorna in mente la cosa e chiedo alla guardia che sorveglia il nostro ingresso:

"Ma chi ha chiamato il vigile per fare le multe? Siamo stati noi stessi?" (sottintendendo sei stato tu?)

"Noi? No, anzi io mi sono salvato per 30 centimetri in quanto il mio scooter sta appena al di là del cartello"

" e com'è che si è fatto vedere? L'ha chiamato qualcun altro?"

" no, è passato in un giro di controllo" (NdM in tanti anni ho visto ben pochi giri di controllo che evitassero la sosta selvaggia del circondario... beh speriamo bene)

" vabbè, comunque dovremmo evitare di utilizzare il nostro divieto di sosta per parcheggiarci le nostre macchine private"

" nostro divieto di sosta? Ma quale nostro, questo e' della Finanza" ( si percepiva chiaramente la F maiuscola)

" Come della Finanza?"

" ah, non lo sapevi? Qui prima che arrivassimo noi c'era un ufficio della Guardia di Finanza. E loro avevano davanti a loro ufficio il loro divieto di sosta per parcheggiare le auto di servizio. Adesso la Finanza non c'è più, ma il loro divieto di sosta è rimastotutti questi anni!"

Insomma, un'altra dimostrazione che a Roma a seguire bovinamente la legalità alla fine non si ottengono grandi risultati. La Raggi stia attenta.

Peraltro le macchine targate corpo diplomatico lì attorno continuano tranquillamente ad occupare i passaggi pedonali sotto il benevolo sguardo delle truppe di strade sicure.

sabato 25 giugno 2016

Il papa che venne fatto mini-assessore

Come andra' a finire l'avventura 5 stelle a Roma non lo so… pero' ha un inizio che mi ha piacevolmente sorpreso:  il grande Marco, Pierfrancesco I, inventore del GRAB (altro che quelli di legambiente) e' stato nominato assessore nella giunta del VII municipio, la sua zona. Tra la soddisfazione generale.

Una rondine non fa primavera, e il lavoro di mini-assessore ha piu' a che fare con la manovra della macchina amministrativa che con le decisioni tecniche, per cui non e' detto che tutte le potenzialità possano  realizzarsi.

Però la cosa mi fa piacere, x' per una volta sembra che una persona dedicata al territorio, e fonte continua di idee sorprendenti, ragionamenti interessati e sintesi originali, viene chiamata a dare un contributo alla comunita'.

Per parte mia conosco il peso (e il costo) del cercare innovazione e originalita' sul lavoro. Spero che Marco, da outsider dell'amministrazione,  riesca a dare un'impronta al VII nel senso di promuoverne una mobilita' piu' matura…  e indirizzarne l'attivita' nel senso della semplicità e dell'efficacia che a Roma sono tanti anni che non si vede...

In bocca al lupo Marco.

PS.: non illustro il post con una delle tue foto, sono tutte ciclocompromettenti!!!

lunedì 20 giugno 2016

Come state a Roma? Va gia' meglio?

Cari lettori, o meglio ri-lettori,
visto che è trascorso piu' di un mese dall'ultimo post, ecco il Marziano - unico rimasto a Roma, anche se momentaneamente fuggito all'estero dopo il voto - che ritorna a voi con un nuovo ed eccitante post.

Bene, visto che sono fuggito subito dopo il fatidico voto, mi chiedevo come vi stia andando con il nuovo sindaco. Spero bene e che le buche siano scomparse...

Vabbe' magari e' un po' presto.

A prescindere da come abbiamo votato, l'importante è che si esca dal tunnel. Dopo 5 anni di disastro Alemannico, due di psicodramma Marino, 8 mesi di commissariamento, finalmente si ricomincia con un sindaco vero, ed uno non a quattro, ma addirittura a 5 stelle.

Ovviamente al nuovo sindaco (o sindaca?) tutti i migliori auguri di ogni possibile successo. Condividiamo tutti la città e dovremmo augurarci il bene di Roma ogni volta, se non altro perche' ci viviamo.

Francamente trovo M5S un po' troppo massimalista per i miei gusti. Il pericolo è che il massimalismo si incancrenisca, o si incarognisca, e ottenga l'effetto contrario. Anche perche' il rispetto della legge va bene, ma ricordiamoci che in Italia non sempre le leggi sono scritte per poter essere applicate...

In aggiunta alle difficoltà "esterne" occorre considerare che la rinascita della città non puo' che avvenire attraverso l'operato dell'amministrazione comunale... che assomiglia al corpo di uno rimasto dieci anni sul divano a guardare la tv e a consumare hamburger e patatine. Ora la mente puo' pure realizzare la necessità di alzarsi e fare un po' di jogging, ma il corpo non allenato ha fortissimi limiti. Potrebbe addirittura non essere in grado di alzarsi in piedi, altro che jogging! Staremo a vedere!

E per noi ciclisti?

Noi ciclisti romani, piu' gladiatori che ciclisti, non chiediamo molto. Come animali in ecosistemi estremi siamo in grado di sopravvivere anche con poco.

Pertanto al nuovo sindaco non chiedo piste ciclabili, bike sharing, bike lanes, intermodalità, ma almeno levaci dai coglioni quelli che parcheggiano in seconda fila.

Per il resto auguri!

sabato 7 maggio 2016

ECC, una risposta esemplare

Ricevo sulla pagina commenti e ripubblico per maggiore visibilita' su FB (purtroppo non si firma, forse confidando sulla mia sensibilita', ma non riesco ad associare stile e tipo di argomentazioni con nessuna delle persone che conosco):

Anche io ho avuto pensieri simili ai tuoi, MA:

1) sputtanamento sui numeri: si è vero, da quello che si vede nell'ECC rispetto alla popolazione di Roma pedalano pesantamente e drogatamente in 28 (uno su centomila) e abitualmente in 280 (uno su diecimila, guarda caso la stessa incidenza di Didier Tronchet nel suo Piccolo Trattato di Ciclosofia), mentre il resto si divide in "sì qualche volta la domenica e/o quando c'è un evento" (quelli che fanno pochi km in un mese) e quelli che concludono maggio a 0 km "uh che bello vorrei ma non posso mi hanno rubato la bici non ho i soldi/tempo per comprarla/aggiustarla questo mese ho la gamba rotta ma col cuore sono con voi e mi iscrivo perché mi avete detto che dobbiamo fare numero". Il totale, circa 1200, guarda caso si avvicina incredibilmente a quello 0,4% di split modale della bici che si vocifera da oltre un decennio e ben lontano dal 10% fisiologico di una città normale. Si tutto giusto. Ma intanto questo viene presentato come una gara, ma è un censimento. E con un po' di data mining uno statistico che vale il pane che mangia tira fuori un bel po' di dati. E se l'agenzia della mobilità li userà un minimo, sarà un grosso passo avanti. Un po' come i primi satelliti artificiali per il telerilevamento: i dati e i sensori erano grossolani, ma poi col lavoro di interpretazione dei dati si è riusciti a fare cose impensabili e impossibili col rilevamento a terra. E se un merito l'avrà sarà quello di mettere a tacere le elucubrazioni strambe che popolano le menti degli esauriti che popolano i tavoli sulla ciclabilità del Comune. Le nostre esigenze sono lì, su mappa, non sono delegate a chi in quel momento della sua vita ha voglia e tempo di partecipare a queste riunioni. Se dei ciclisti non vogliono partecipare, è per il punto 5 e ne hanno il diritto. Però è come non votare. Poi non si lamentassero, se non si fa la pista sul tratto dove pedalano loro tutti i giorni. Inutile combattere contro gli Esposito, continueranno a negare che 2 e 2 fa 4. Questo è un censimento, e il campione, è fatto di quasi 1000 persone, su una popolazione di pedalanti che sicuramente sono meno di centomila. Statisticamente è un campione più che rappresentativo

RDM (Risposta del Marziano) sullo split modale non so. Ho cominciato ad usare intensamente la bici circa 9 anni fa e i ciclisti che vedo per strada sono almeno decuplicati nel frattempo. Forse lo 0.4% e' in effetti pessimistico.


2) Km drogati: si, qualcuno si fomenta, fa il criceto sulla ciclabile del Tevere, fa a gara, etc. Però un bravo statistico lo riconosce. Io inserirei una ulteriore classifica, che prenda il numero dei pedalatori a zero n, li divida per dieci, e questo numero n/10 è il numero di ciclisti, tracce e km da eliminare partendo dalla cima della classifica. cioè i valori troppo alti si buttano. Quanto agli eventi, maggio è il mese delle gite nei parchi, è un fenomeno reale. Si potrebbe bilanciare con una ECC a novembre. 


3) dimensione città: già c'è la classifica Best Cycling city che in parte fa questo. divide i km per la popolazione. Roma sta verso il 30 posto, dietro Cagliari, Bologna, Padova, Reggio...


4) dislivello: basta applicare un coefficiente di "rugosità" del territorio più o meno sofisticato

RDM: andrebbe integrato nella best cycling city! 


5)Privacy: mi sbaglierò, ma io posso vedere le mie tracce e quelle della città tutta insieme, ma non quelle degli altri. Forse i dati resi disponibili potrebbero distinguere giorni/orari etc, ma credo/spero siano associati al limite ad un codice che renda i dati anonimi. Certo, posso vedere il totale dei km di tutti in classifica, ma se voglio proteggere la mia privacy basta che mi registro con uno pseudonimo. E poi se è per questo, siamo tracciati per mille altre cose...

RDM: sei andato molto vicino a convincermi!