giovedì 25 dicembre 2014

Ritorna il ciclolaicista: Buon Natale a tutti perche' non possiamo non dirci pagani

Avendo fatto 13 anni di scuole confessionali alcuni temi ancora mi appassionano, per esempio la celebrazione del Natale...

In me si scontrano due tendenze: la prima alberonatalistica, ovvero la passione per l'albero di Natale inteso come manifestazione della magia dei boschi nel corso delle notti di solstizio d'inverno. Le fate, per intenderci...

Dall'altra la passione modellistica per plastici e diorami , che si riflette in una mai saziata passione per il presepe, del quale adoro l'aspetto paesaggistico,  ma che mi trova totalmente impermeabile rispetto sacro. In particolare adoro i presepi con corsi d'acqua, funicolari, ponti levatoi, macine in moto, miniere in attivita', porti e aeroporti, scambio di razzi tra Gaza e Israele,  e tutto quanto a una perfetta fusione tra presepe, wargame e plastico ferroviario...

Come potete ben immaginare sono sempre stato preso di mira da una serie di persone che dicevano: ma il Natale è una festa sacra e come tale va celebrata...

La questione è stata anche ripresa da Ernesto Galli della Loggia in un simpatico editoriale sul Corriere della Sera di qualche giorno fa.

Della Loggia appartiene a quella categoria di italiani che passabilmente  scevra dalle ideologia di sinistra o di destra (intese come comunista e fascista) finisce poi per soccombere a quella cattolica, dimenticandosi che il mondo esisteva anche prima del cattolicesimo e spero continuerà ad esistere anche dopo.

Il suo discorso era basato su una sorta di assunto, guidato dalla necessita' di giustificare la celebrazione del natale quale festa basicamente sacra: "non possiamo non dirci cattolici", che peraltro non è esattamente quello che ha detto Croce... Al che rispondo insomma che prima dei cattolici  c'erano i pagani e allora non possiamo non dirci pagani..

Anzi, tutte le feste cattoliche sono impiantate su precedenti feste pagane che erano a loro volta impiantate su feste Preistoriche, legate allo scorrere del tempo, agli eventi astronomici e agricoli...

Queste circostanze sono sempre volutamente ignorate dai cattolici, che per esempio cercano di occupare anche il Ferragosto, tipica festa romana, con una festa legata alla Madonna. Niente contro la Madonna, ma per favore non rompete i coglioni.

Quindi buon Natale a tutti due punti questa è la festa del nuovo che nasce indifeso...

Che sia un Dio, un bambino, un cucciolo, o qualunque altra cosa.... la possiamo celebrare tutti ognuno a modo proprio, anche facendo semplicemente shopping ( sappiamo quanto abbiamo bisogno di far circolare il denaro) purché con rispetto degli altri.

Unica eccezione: quelli che mettono quelle cazzo di lucette tipo discoteca facendo finta che siano natalizie... per loro e il loro sacrilegio, scenda la maledizione eterna!






lunedì 15 dicembre 2014

Niente è impossibile per una Smart

Credevo di aver visto quasi tutto nella circolazione romana, ma la città eterna, o meglio la città del l'ingorgo eterno, riserva sempre sorprese anche ai più smaliziati.

Oggi, sfidando il meteo avverso, me ne stavo pedalando per Porta Maggiore. Nella storica piazza il trenino della TAC stava fermo al semaforo in direzione di via Giolitti. Davanti a me, prendendo in intimo giallo, una Smart gira a destra per Via Giolitti.

In realtà non in bocca veramente via Giolitti ma in bocca la corsia preferenziale del trenino, avendo adocchiato uno di quei posti dove solo le Smart possono parcheggiare.

Mentre comincia la complicata manovra il trenino a sua volta comincia a muoversi e circa 5 secondi attraversa la piazza arrivando a fermarsi di fronte alla Smart in manovra. Primo fischio.

Il conducente della Smart, impegnato nella manovra, comincia subito a dare segni di nervosismo. Infatti non è piacevole fare una manovra proibita, in una corsia preferenziale, facendo aspettare un trenino che fischia come un treno adulto, sotto gli occhi dei vigili urbani...

Inoltre, nel frattempo, dalla stazione doogee l'altro trenino a dare manforte al primo e cominciano a fischiare in due...  A questo punto si accorge della situazione il vigile che stava andando a fare la multa alle macchine in divieto di sosta.

All'occhio esperto del vigile bastano pochi decimi di secondo per capire la difficoltà della situazione. Infatti il guidatore della Smart ha completato la famosa manovra un pezzetto del suo sederino impedisce comunque al trenino di passare. Il quale trenino emette fischi sempre più lunghi e irati.

Il vigile non fa una piega compresa la gravità della situazione inizia a dirigere il guidatore della Smart in una manovra che ha lo scopo di tirarlo fuori dal parcheggio e tdi permettegli di liberare le rotaie.

Il buon senso di non minacciare la muta avrebbe fatto perdere altri secondi, forse minuti, preziosi a tutti gli utenti del mezzo pubblico. Per cui alla fine della rapida manovra lo Smart può andarsene rapidamente senza (probabilmente) danni.

Certo due mesi di sequestro della macchina non ci sarebbero stati male...

domenica 14 dicembre 2014

Se al Marziano sono ricresciuti gli artigli

Dopo quasi un anno di pneumatici da misto, finalmente oggi mi sono deciso a ri-montare le gomme artigliate.

Oddio, i "biscioni" di Decathlon hanno fatto bene il loro mestiere in questi mesi, specie sui percorsi misti e con molto asfalto. E pure sullo sterrato hanno dato ottima prova di se'...  Pero'  il fuoristrada con gomme artigliate proprio una goduria!

Quando decidi di curvare curvi, quando decidi di frenare freni, quando decidi dare un bel colpo di pedale su una salita, la ruota non slitta.

Ovviamente sull'asfalto si ha qualche problema, si fa rumore, c'e' attrito, si va  menoscorrevoli.

Però, tutto sommato, per una mountainbike, ancorche' da collina, le ruote artigliate sono proprio la morte sua.

martedì 9 dicembre 2014

Slippery People (gente infida)

Come posso descrivere la sensazione di disagio che mi prende in alcuni quartieri di Roma?

Una sensazione molto diversa dal conato di avversione che mi attanaglia quando vedo le strade della mia adolescenza invase da gente che si trasferisce da noi e cerca di replicare gli stessi comportamenti che rendono invivibile il paese da cui sono fuggiti... e che prosperano qui  ma solo perche' le nostre maglie larghe, il nostro malgoverno e la nostra vuota retorica buonista glielo consentono.

Parlo invece dei quartieri che dovrebbero ospitare, o meglio ospitano, le persone di censo elevato, coloro il cui reddito li colloca tra la classe dirigente di questo paese.

Certo perche', hai voglia a dirlo, il carattere di un paese lo fa la sua classe dirigente, ovvero quelli che emergono dalla massa di normali stipendiati, come protagonisti della vita economica, amministrativa e politica.

Allora, quando vado in uno dei "quartieri bene" di Roma, al migliorare dell'architettura e della qualita' dei vestiti degli abitanti, della merce nei negozi, non fa altrettanto scopa il migliorare dell'ordine, della pulizia, del senso del rispetto dell'altro.

Certo, qualcosa migliora. Le strade sono un po' piu' pulite e in ordine, segno che qualche potente che sa farsi ascoltare c'e',  ma poi tutto finisce.

Non e' solo l'espressione da filibustiere nostrano che ha troppa gente benvestita... quella non da finanziere spietato all'americana, ma diciamo da fio de na mignotta di sottogoverno, che hanno sulla faccia.

Persone che i soldi non li hano fatto col lavoro, le idee buone, anche la decisione nel condurre affari, ma principalmente con il saccheggio della cosa pubblica... saccheggio diretto per appropriazione, o perche' semplicemente hanno fatto pagare pegno, dalla loro posizione, a coloro che volevano fare qualcosa di positivo.

O perche' con il nome giusto si sono appropriati di opportune posizioni. Destra o sinistra non cambia, lo sappiamo bene.

Un ciclista lo capisce meglio., dalla qualita' della guida, arrogante e  insofferente. Dal parcheggio prepotente perche' i vigili vengono qui solo se li chiamo. Dai passaggi pedonali bloccati sai SUV, che a piedi ci vanno solo le colf (figurati in bici).

Ma anche dalla gerachia che si rispecchia nell'abbigliamento, con i simboli dell'opulenza come i gradi di un esercito. Nella totale sregolatezza della prole, cresciuta e addestrata alla rapacita' furbesca, perche' col solo lavoro si rimane poveri.

Poi, come valli in una landa boscosa, alcune parti di questi quartieri degradano verso l'oscurita' criminale, con la quale devi fare i conti perche' certo lavoro sporco qualcuno lo dovra'  fare.

Questo lo percepisco chiaramente, lo fiuto nell'aria. Proprio da come mi sento estraneo all'ambiente. Dai vestiti dei clienti e dall'abbigliamento delle loro amanti, anche loro status symbol, perche' tenute legate per lo piu' dai quattrini.

Mi viene difficile frequentare anche quando gli amici si vogliono fernare li', proprio perche' l'ambiente mi fa andare di traverso quello che mangio, e se piace a loro, di sicuro non puo' piacere a me.

Poi improvvisamente sul giornale leggo che tutti quei locali erano di qualche criminale, e mi spiego tutto. Mi rendo anche conto che alla fine per loro e' un vanto e un bisogno, frequentare qualche criminale vero, per sentire qualche brivido e riconoscersi in qualche modo parte di una formidabile organizzazione.

Capisco  anche, l'ho sempre saputo, perche' papa' alla fine non si e' mai voluto spostare dalla periferia, certe cose gia' le conosceva. Va bene le case belle, ma  almeno li' hai gente che vive di lavoro e cerca di migliorare, non di elevarsi abbassando gli altri.

E avrebbe pure vinto la scommessa, peccato non abbia potuto prevedere certi flussi migratori, che invece di romani di periferia, ma finalmente migliorati ed evoluti, ti riportano vicino la poverta' nera del mondo, come se fossimo ancora negli anni 50.

Povera Roma. Che ti abbiamo fatto...

venerdì 5 dicembre 2014

Dell'unita' d'intenti dei ciclisti

Che il disastro dell'amministrazione capitolina non fosse frutto di mera incapacita' l'avevo capito anche io. Il problema adesso e' come continuare l'opera di pulizia e, in seguito, mantenere l'ambiente pulito.

E' necessaria un'unione degli onesti per contrastare questo cancro, al di la' e prima di qualunque divisione di tipo ideologico.

Bene, ma nella pratica? Conosco un poco l'ambiente dei ciclisti, e gia' quello mi spaventa, perche' vedo replicare  su piccola scala quello che e' la politica nazionale e cittadina di divisione ideologica che travalica il dibattito e porta alla paralisi.

Infatti a Roma siamo una marea di ciclisti, ma alla fine non otteniamo nulla o quasi, ne' da destra ne' da sinistra. Perche'? Perche' manca il senso dell'accordo a vantaggio di tutti, e una parte importante di persone preferisce non ottenere nulla piuttosto che concedere qualcosa accordandosi con gli altri.

Prendiamo una prima importante fazione, i politicizzati. Sono persone che vedono nella bicicletta un'occasione di fare politica, addirittura la rivoluzione, e non la politica a favore della bicicletta come soluzione pratica agli spostamenti, ludici o di lavoro che siano.

Sono in genere molto attivi, ma secondo me il danno e' piu' del guadagno, in quanto alla fine generano un'eguale dose di repulsione tra i loro stessi avversari, e quindi siamo da capo a dodici. Inoltre tendono, ovviamente, ad intruppare tutti i ciclisti dietro a loro, a parlare anome della categoria senza poi alla fine preoccuparsi di cosa la categoria dica o  pensi veramente...  intendo come media dei soggetti.

Dall'altra parte, i ciclisti con opinioni di destra, e non sono pochi, tendono a non considerare la bicicletta come mezzo di spostamento nella vita di tutti i giorni, almeno non a Roma, e non esercitano abbastanza pressioni sui loro eletti per concedere qualche cosa anche alla mobilita' pedaliera, considerata, vedi sopra,  una cosa di sinistra.

Un'altra brutta divisione e' tra corridori e ciclomobilisti. Nei rapporti con il comune, i corridori si presentano come ciclisti, ma sono "solo" sportivi. La stessa differenza che passa tra pedoni e corridori.

Mi risulta che abbiano fatto un bel po' di danni, per esempio impedendo di raggiungere in tempo un accordo sulle piste per Ostia/Fiumicino, che vorrebbero pavimentate da allenamento, mentre  invece a tutti gli altri basta il macadam, basta che ce le aprono. Oppure chiedendo che i soldi della ciclabilita' vengano investiti in velodromi, ovvero in attrezzature sportive.

Altra divisione, tra chi vuole le piste ciclabili e chi invece le considera un ghetto. Opinioni rispettabili, ma senza contestare sempre le piste, che ce le hanno in tutta Europa e ne aprono di nuove costantemente.

Infine biketoworkers e ludici, ovvero chi vuole le piste in citta' per andare a lavoro, chi le vuole tra la citta' e la campagna per andare a divertirsi.

Tutte queste sfaccettature della ciclistica dovrebbero trovare un accordo per guadagnare spazi, invece continuano a dividersi.

Ecco proprio come noi Romani che continuiamo a dividerci tra sx e dx, disposti a litigare, ma non a deporre le ideologie e ad affrontare i problemi con serieta' logica, razionalita' e rispetto per l'altro.

Soprattutto a non considerare che la battaglia in questo momento, e' tra onesti e disonesti. A prescindere dalla loro collocazione.

martedì 2 dicembre 2014

Bibiana, una ciclabile lunga due giorni...

Bibiana, cosi'  rapidamente  come sei apparsa, sei scomparsa...

Neanche il tempo di provarla, a causa della pioggia battente, che l'asfalto e' diventato piu' scuro di prima... peccato. "Fossero cosi'  solleciti nel farle le piste".

Pero'  va detto che la reazione era giustificata dal possibile uso della pista come contraflow. Un'Amministrazione, anche disposta a chiudere un occhio,  non poteva tollerare tale rischio.  Da andare tutti in galera.

Per parte mia la situazione mi aveva dapprima divertito, poi un po' impensierito.  Infatti la pista, al di la' delle buone, anche ottime,  intenzioni, avrebbe reso la vita difficile a chi l'avesse percorsa  nel senso giusto, dovendo poi  girare a sx verso Castro Pretorio.

La foto mostra come tale possibilita' non fosse stata presa in considerazione,  preferendo puntare all'asse San Lorenzo. Un malizioso, non certo io, potrebbe vedere in questo una spiccata tendenza al punto di vista strettamente personale.

Facendo presente il problema uno dei fan mi ha suggerito un rimedio molto piu' rischioso del normale percorso... un altro ancora mi ha addirittura detto che non era obbligatorio usare la pista, potevo stare in mezzo alle macchine... Si', ma voglio avere alla mia immediata destra il marciapiedi.

Allo stesso tempo un robusto flusso di ciclisti contro traffico avrebbe creato un bel po' di problemi, in quanto in caso di incrocio il flusso di ciclisti si sarebbe dovuto allargare oltre la linea bianca,  invadendo un territorio ormai assegnato in maniera innegabile all'auto.

Tutto cio' ormai non c'e' piu'... Ma, alla fine, cosa possiamo imparare da questa vicenda? Varie lezioncine:

a) dipingere, l'attivita' manuale e ludica,  e' facile e divertente, mentre concepire flussi di traffico ciclistico dove le configurazioni non sono standard e' molto piu' difficile, sicuramente non immediato;

b) la consultazione e' fondamentale in quanto significa vedere il problema da piu' punti di vista;

c) le azioni concrete meritano sempre rispetto... nel senso che la critica dovrebbe essere sempre costruttiva;

d) prospettiva legale: non importa quanti incidenti eviti una pista ciclabile, basta che contribuisca a provocarne uno e sei incriminato... Questo teniamolo sempre in mente quando critichiamo i tecnici che non applicano soluzioni ardite

e) Attenti alle foto.... Ci fosse stato un incidente sulla o accanto alla pista, quel signore con il secchio in mano che si intravede nelle foto avrebbe passato un sacco di guai..

lunedì 1 dicembre 2014

Colombo... ma un cavolo di autovelox ce lo vogliamo mettere?

L'incrocio tra Circonvallazione Ostiense e Cristoforo Colombo e' un must per noi ciclisti romani. Serve anche per andare sull'Appia Antica e al Parco della Caffarella. Aspetti che il semaforo della Colombo diventi rosso (per le auto) e attraversi, sempre con la paura che qualcuno non freni.

Nell'attesa ti godi le auto che piombano giu' dalle mura aureliane. Approfittando della discesa vanno veloci. 70, 90, 100, 1290. La sera vanno ancora piu' veloci per prendere quel verde.

Si', perche' al rosso si fermano, ma pur di prendere il verde la velocita'va alle stelle.

Oggi a quell'incrocio oggi e' morto un ciclista.  Il terzo sulla Colombo in poco tempo. Non ne conosco ancora il nome. So che ha la mia eta', portava, come faccio io, la pettorina fosforescente per farsi vedere.

I testimoni non sono sicuri che stesse i  sella, e non sono sicuri che sia passato con il verde. Potrebbe essere anche passato con il rosso, errore fatale. O forse si e' azzardato a passare con  il giallo (il verde per i pedoni dura solo 3 secondi, poi inizia un interminabile giallo) ed e' stato pizzicato dall'auto che e' passata con il primo verde.

L'immagine dell'urto e' agghiacciante, tutto il cristallo anteriore in frantumi, anche la lamiera e' accartocciata.

A quale velocita' andava l'auto? Non sono un esperto in incidenti stradali non saprei dirlo.

Ma perdio, mettetelo quel cazzo di autovelox, attaccato al semaforo, e che funzioni anche la notte.

Mettetelo su tutti i semafori.

giovedì 27 novembre 2014

Entrera' la banda larga nella trincea stretta?

Riprendendo l'argomento dei lavori stradali, e del  conseguente rappezzo, il comune dice di aver approvato, o di obbligare le ditte a, la realizzazione di microtrincee, allo scopo di minimizzare il fastidio in superficie. Non so bene cosa significa, ma  ci entrera' la banda larga?

Sicuramente un bel proposito, il problema per noi ciclisti rimane uno... dove fai questa benedetta trincea, micro o macro che sia.

In particolare, a noi interessa che rimanga salva una fascia di circa un metro, meglio un metro e mezzo, a partire dalla linea esterna del parcheggio delle auto (filo sportello guidatore, per intenderci). Cioe' proprio dove vedo la maggior parte dei lavori.

In generale uno dei fenomeni in preoccupante aumento e' l'impercorribilita' di vaste fasce della destra stradale, faccenda che espone il ciclista, quello pieghevole in particolare, ad un notevole aumento del rischio.

Un classico sono i tombini ribassati, quando non se li sono portati via ped rivenderli come rottami di ferro, che si fregano anche 40 cm di spazio. Oltre a questi il classico brecciolino e i vetri delle bottiglie abbandonate sul ciglio dei marciapiedi rappresentano un rischio costante.

Ora, mi rendo conto di sembrare un po' -come dire- frivolo nel puntualizzare queste cose in una citta'  come Roma, pero' la ciclabilita' seria, quella che riduce traffico e inquinamento  e aumenta la produttivita' degli spostamenti, ha bisogno anche di questo...

mercoledì 26 novembre 2014

The Road Riscassment...

Per dirla all'inglese, dopo lo scassement delle strade, c'e' solitamente il riscassement... Ovvero quelli che avevano rotto la strada, messo i tubi, rattoppato alla porcozio, quindi qualcuno aveva riasfaltato a biliardo... si accorgono che si erano dimenticati di qualcosa e riaprono la strada, rimettono i tubi evrirattoppano alla porcozio. Li' rimane, amen.

Di tutta questa inefficienza il ciclista e' vittima quadruplice: da utente del servizio (che costa di piu', acqua, gas o telefono), da utente della strada che si trova la strada bloccata, da contribuente comunale che paga la riasfaltatura e infine, piu' importante, da sobbalzatore sui bozzi del rattoppo provvisorio.

Se poi stai con la pieghevole, 20" o 16", e'  un vero incubo, senza contare le conseguenze per la Giuliana.

Insomma, Marino ha fatto prepare un nuovo regolamento per  il road scassement, e il road riscassement... nuovi concetti e riasfaltatura a carico di chi sfascia. Interessante anche un deposito per premunirsi rispetto ai lavori fatti male...

Vabbe', per il ciclista e' importantissimo che il lavoro sia fatto bene al primo colpo, ovvero il rappezzo iniziale. Visto che e' quello che cmq rimane per mesi fino alla riasfaltatura.

Se quello non e' fatto bene, per noi la partita  e' comunque persa. Cerchiamo quindi di vedere cosa dice il regolamento...

mercoledì 19 novembre 2014

Quando il pedone cerca di investirti...

Tutti noi ciclisti sappiamo come la pioggia sia pericolosa... non tanto per il fenomeno in se', alla fine di ciclisti affogati non ce ne stanno molti, ma piuttosto per i comportamenti folli che gli altri utenti della strada adottano per il terrore atavico di inumidirsi... 'Manco' cadesse acido muriatico...

Insomma, una delle sere scorse tornavo a casa con l'Ammiraglia (la MTB), ad andatura tranquilla, agghindato con luci led lampeggianti (stile strobe di aeroplano)  e fasce catarifrangenti da poliziotto anglosassone.

Mi tenevo a destra, e mentre arrivo noto un pedone che procede trottando di buon passo, sul marciapiedi, parallelo alle macchine parcheggiate. Piove leggermente.

Proprio mentre sto arrivando alla sua altezza, il tipo con mossa brusca si infila nello spazietto tra due macchine parcheggiate e parte spedito per attraversare la strada cercando di passarmi attraverso.

Io ho a malapena il tempo di scartarlo urlando 'ATTENTO' a 10 cm dalla sua faccia, peraltro terrorizzata.

Dalla mossa subitanea in qualche modo ho capito che era arrivato all'altezza della sua auto, parcheggiata accanto al marciapiedi sx, e ha bruscamente deciso di attraversare la strada per non bagnarsi, confortato dall'assenza di rumore...

Insomma un certo spaghetto me lo sono preso, anche perche' in caso di incidente, gia' mi vedo i titoli: "CICLISTA PIRATA TRAVOLGE PEDONE"... vaglielo a spiegare che l'investito sei tu, in particolare nella malauguratissima ipotesi di un incidente mortale.

PS.: questo dovrebbe anche farci riflettere su tanti incidenti stradali: non e' detto che la colpa sia sempre dell'automobilista...

domenica 16 novembre 2014

Accoglienza vs degrado

Scusate l'Off-Topic, ma essendo cresciuto tra Prenestino e Centocelle, ho sentito, sin da subito, una senso di solidarieta'  nei confronti delle proteste degli abitanti di Tor Sapienza.

Cio' non significa che sia contento dell'epilogo, ne' dell'intervento dei professionisti della violenza. Avrei piuttosto visto molto meglio un bel pattugliamento del quartiere, in quanto la forza pubblica e' proprio la condizione per la  rinuncia alla forza privata. E magari si sarebbe anche scoperto che forse non sono i rifugiati a minacciare il quartiere.

Mi rendo conto di essere un bizzarro romantico, o un inguaribile tecnocrate...

Poi mi hanno stupito le dichiarazioni del sindaco, il giorno dopo. Beninteso, fino ad adesso colpe a Marino non ne do'... pero' quando dice che Roma vuole continuare ad essere accogliente senza per questo cadere nel degrado... beh, come diciamo a Roma, o ci e'  o ci fa.

Infatti, a Roma accoglienza e' sempre degrado, per questo i cittadini non ne possono piu'. L'esempio lampante e' quello dei campi rom, che rendono presto l'ambiente circostante invivibile, per sporcizia e microcriminalita'. Cose ben note, alle quali ultimsmente si sono aggiunte le esalazioni dei roghi.

.. Un esempio per tutti, il campo rom di Monte Antenne. Quando finalmente il parco fu riconquistato era totalmente devastato, tra le altre cose svariate carcasse di auto buttate nelle scarpate.

Insomma, un sindaco con la testa sulle spalle, avrebbe detto semplicemente: vista la situazione, da adesso basta con l' accoglienza fino a quando non siamo in grado di dimostrare che e' possibile recuperare il degrado.

Pero' va anche riconosciuto che il sindaco non ha tante frecce al proprio arco. Puo' organizzare una buona accoglienza... ma come fa ad evitare che i criminali devastino i luoghi? Qui il compito e' delle forze di polizia e della magistratura che devono individuare i criminali e stangarli. Non in maniera crudele o disumana, ma in maniera decisa, in modo da evitare che rom o rifugiato vengano comunque associati alla criminalita'.

Il primo banco di prova e' a portata di mano... sono i roghi di materiale plastico che vengono dai campi. Se non si riesce  a stroncarli, come si puo' pensare di rompere il legame tra accoglienza e degrado?

Il resto sono solo chiacchiere...

mercoledì 12 novembre 2014

Vigili e Comandanti

Non sarebbe giusto dare la croce di tutte i mali del traffico di Roma ai Vigili Urbani, ma certo ne hanno una buona parte.

A noi ciclisti, in particolare, da' molto fastidio l'atteggiamento "comprensivo" rispetto ad alcune cattive abitudini degli automobilisti, quali la sosta sistematica in seconda fila o la velocita' eccessiva.

Quando mi servo del mezzo pubblico mi da' molto fastidio l'atteggiamento "comprensivo" rispetto ad alcune cattive abitudini degli automobilisti, quali la sosta sistematica in seconda fila e l'invasione degli incroci che impedisce ai mezzi pubblici di proseguire perche'  meno agili delle auto.

E pure da automobilista mi da' molto fastidio l'atteggiamento "comprensivo" rispetto ad alcune cattive abitudini degli automobilisti, quali la sosta sistematica in seconda fila, l'inversione plateale, il contromano inveterato...
(Repetita iuvant... :-))

Peggio... ogni volta che cerchi di far valere le tue ragioni ti trovi davanti un muro di gomma, o un atteggiamento aggressivo, come gia' notato in questo blog.

Marino, avendo scelto, dopo non poche peripezie, un nuovo comandante del corpo proveniente dall'esterno, ha cercato di dare qualche segno di discontinuita'... si vedono i risultati? Per adesso non tantissimo, ma e' chiaro che all'inizio i progressi sono pochi, il lavoro tanto, e i frutti si raccoglieranno piu'  in la'.

Ora Clemente, venendo dalla Polizia di Stato, ha idee sul Corpo dei Vigili forse ancora piu' chiare delle nostre, e ha dato voce ai peggiori sospetti di noi cittadini, ovvero che nel corpo ci siano non poche mele marce e molti che, ancorche' onesti, si voltano dall'altra parte.

Come misura precauzionale sta procedendo ad una rotazione dei comandanti, una misura standard in questi casi...

Solo che a  questo punto i Vigili si sono agitati. Comprensibile che ci tengano a sottolineare che la maggioranza non sia corrotta, molto meno che si oppongano alla rotazione. Anzi, oponendosi alla rotazione, confermano i citati nostri peggiori sospetti, ed in particolare che i vigili temano che:

a) possano saltare accordi locali inconfessabili o taciti, stretti tra i comandanti e gli esponenti del territorio, tipicamente sulla tolleranza della doppia fila;  oppure

b) in effetti c' e'  qualche comandante di pessima fama, e i corrotti hanno paura di vederlo partire e gli onesti divederlo arrivare; oppure

c) un mix di a) e b)...

Insomma, nessuno rimprovera ai Vigili di puntualizzare la propria onesta', che sicuramente riguarda la maggioranza dei componenti. Avversare la rotazione dei comandanti, che avviene in tutte le organizzazioni, e'  invece una mossa  veramente sbagliata, che li mette in una pessima luce. Spero lo comprendano.

Ai Vigili vorrei ricordare che la maggior parte dei Romani desidera una citta' seria e ordinata, dove la gente convive civilmente, e dove i comportamenti pericolosi e quelli furbetti sono puniti e se possibile prevenuti.

Loro sono i garanti della convivenza civile, e devono tornare a rivestire questo ruolo in modo limpido, autorevole ed equo...

martedì 28 ottobre 2014

Commenti a Senso Unico Eccetto Biciclette...

Sono rimasto veramente rattristato dalla notizia di una povera signora anziana, deceduta a Milano, dopo essere stata urtata da un ciclista sulle strisce pedonali... un evento eccezionale, che conferma la sostanziale sicurezza della bicicletta, ma che evidenzia come anche la bicicletta possa essere pericolosa, addirittura letale, se usata male.

Non scagliero' alcuna pietra, poiche' non sono certo senza peccato (http://romaciclista.blogspot.it/2013/03/mea-culpa-mea-culpa-mea-grandissima.html)  pero' vorrei semplicemente far riflettere su alcune cose importanti:

a) anche la bici va usata con prudenza per se' stessi e per gli altri. Rimane la possibilita'  di causare incidenti con conseguenze gravi, in particolare urti contro pedoni e incidenti di auto o moto costrette a schivarti;

b) quando si dice  che  la bici non paga l'assicurazione, non stiamo parlando di una cosa che ha solo aspetti positivi... adesso il ciclista investitore, un 18enne che si e', secondo le cronache, fermato affranto sul luogo, non solo rispondera' penalmente, ma dovra' anche risarcire direttamente di tasca propria i parenti delle vittime.

Infine...  se invece di una bicicletta fosse stata un'auto, avremmo avuto una serie di post del tema... Assassini, Omicidio Stradale, Poveri anziani uccisi sulle strisce da giovinastri, e tutto il resto.

Bene, in questo caso non solo non  abbiamo avuto nulla della solita solfa, ma neanche ho visto in giro un minimo di riflessione.

In particolare da parte dei molti arrabbiatissimi professionisti del commento a senso unico, ovviamente eccetto biciclette...

mercoledì 22 ottobre 2014

Perche' il ciclista romano ha piu' certezze del resto dell'umanita'

Quasi tutti gli uomini nella vita  hanno una sola certezza: quella di morire. Il ciclista romano ne ha una in piu': che prima di morire qualcuno gli frega la bici.

L'ultima bici rubata, tra i miei compagni, e' quella di Ornella, che la lasciava legata al palo durante il il lavoro ( anche se credo la tenesse nel cortile della scuola).

Ora non sono piu' sicuri nemmeno i box, predati sistematicamente per rubare le bici.

Il grave e'  che il contrasto a questo fenomeno e' i ftto insesistente, anche a fronte di seri indizi che le bici non vengono riusate in loco, ma finiscono trasportate in altri paesi o trattate all'ingrosso da ricettatori compiacenti...

cio' significa un impoverimento netto della nazione, un mercato del ricettato praticzmente infinito, ed un arricchimento netto di soggetti che, non sapendo come sbarcare il lunario al proprio paese sono venuti qui a depredarci (vedi la banda di Rumeni fermata circa una settimana fa)

Il quadro e' drammatico ed esteso un po' a tutta la microcriminalita', totalmente scaricata sulle spalle dei cittadini.

In questa condizione mi sarei aspettato un incontro tra sindaco, questore e procurators, per mettere a punto una strategia comune.

Per esempio cominciare a considerare la pericolosita' sociale di comportamenti non occasionali, e negare liberta' provvisoria almeno a coloro che vengono colti in flagranza, specie se stranieri, senza fissa dimora e comunque senza una fonte di sostenfamento cui appoggiarsi nell'ambito familiare in caso di provvedimenti alternativi alla detenzione.

In genre viene imposto l'obbligo di firma, neanche il braccialetto eletrronico, cosi' tra una firma e l'altra continuano attivamente la loro attivita'.

A pranzo ne ho parlato con uno dei nostri avvocati, mi ha detto che non si puo' fare, x' il fatto di essere un poveraccio non significa che continui a delinquere e quindi sarebbe una ineguaglianza. Vabbe',  capisco la prima volta, ma in caso di recidiva che fai?  Continui a campare delinquendo? Ti metto in galera almeno non delinqui.

Mi ha detto invece che si potrebbero espellere tutti gli stranieri condannati. Intendiamoci, io parlo di accompagnamento alle frontiere, no che gli dai il foglio di via e loro rimangono qua.

Liberarci dei delinquenti stranieri e concentrarci sui connazionali aiuterebbe a disintasare le  carceri (ma i radicali perche' non lo propongono invece dell'amnistia che nessuno fara' mai?)  e a ridurre i casi di recidiva.

Perche'  non lo si faccia attivamente non l'ho proprio capito. O meglio, lo so bene:siamo presi tra una destra inconcludente e una sinistra universalista e irreversibilmente anti-polizia...

Vabbe', ma il cittadino normale, quando si svegliera'? Quando comicera' a chiedersi perche' in Italia dobbiamo tenerci autentici delinquenti che vengono da fuori ( tipo i borseggiatori brasiliani del 64) e non rispedirli a calci nel sedere ai loro paesi?

Sfatiamo un altro luogo comune:"comincia dai politici, e non prendertela coi ladri di polli". Sbagliato. Il danno individuale che deriva dalla microcriminalita'  e' clamoroso.

Un paio di anni fa mi hanno rotto uno dei vetri della vecchia Astra. Rimetterlo mi e'  costato 100 euro. Prima di farmi un danno individuale di cento euro un politico romano deve fregarsi 300 milioni di euro, uno nazionale 6 miliardi di euro. Ecco perche' e' importante bloccare la microcriminalita'.

Una cosa: se mi date del fascista motivatelo in maniera concreta e esponete la vostra ricetta in alternativa...

Prossimamente: rilanciare l'economia tagliando (finalmente) le mani ai writer...

lunedì 13 ottobre 2014

Vaffanpompi

Dell'esistenza a Roma, vicino a Piazza Re di Roma di un locale specializzato nel tiramisu' l'ho saputo solo nel 2008, e per puro caso.

Dico... sono nato a Roma, quindi certe cose dovrei conoscerle. Pertanto, se l'ho saputo solo nel 2008, evidentemente negli anni della mia gioventu' (ho capito che il locale e' del '60) tutta questa fama non l'aveva... e forse anche giustamente.

Ci sono stato un'unica volta... ovviamente in bicicletta. E' stato durante il (breve) periodo ciclistico di mia figlia, mi chiese di andare a prendere un tiramisu'  in questo locale, e io prontamente ribattei "si', se prendiamo la bici".  Una proposta che non pote' rifiutare...

Insomma, arrivammo li' in bici e ovviamente le legai sul marciapiedi accanto al negozio. Non ricordo esattamente dove, se ad un palo o solo sul marciapiedi. Ricordo solo che l'intera operazione avvenne sotto lo sguardo palesemente  ostile dei camerieri, tanto che quasi stavo per andarmene. Giusto l'aver trascinato mia figlia li' mi trattenne dal farlo.

Ricordo che presi un tiramisu' al pistacchio. Buono, ma non eccezionale. Pero'  mi diede ancor piu'  fastidio l'aria da "semo 'sto cazzo"  che vi si respirava. Uscendo giurai a me stesso di non tornarci piu'... e cosi' e' stato.

Avevo notato il casino sulla strada, e le volte che successivamente sono passato di nuovo per quella via, la situazione e' andata peggiorando. Alla fine nemmeno ATAC e AMA riuscivano piu' a passare e, finalmente, la cosa e' stata sistemata in maniera definitiva.

Non so' quanto dopo, e' arrivata la notizia che l'esercizio in questione si trasferisce ... chiude, licenzia (mi dispiace). Una buona parte dei suoi affari era quindi legata alla sosta in doppia fila (non solo).

Come dicono tutti:Non e' colpa del negoziante, ma dei clienti. Ma... andata la doppia fila, andati i clienti, andato il negoziante.

A questo punto la morale... 3 riflessioni:

La prima e' che la battaglia per sconfiggere la sosta irregolare non sara'affatto  facile. Troppe abitudini dei Romani sono ormai improntate a questo paradigma. Troppe persone usano l'auto solo se certi di poterla lasciare proprio accanto a dove debbono andare. Incuranti di qualsiasi altro jnteresse che non sia il proprio. Con tutta genta che la pensa in questo modo, dove finiremo? Inoltre, come gia' detto, per molti e' una battaglia per la sopravvivenza. Questo non fa pieta' perche' grosso, ricco e arrogante, ma ce ne sono tantissimi che stanno a galla per scommessa e che finiranno inevitabilmente per essere sommersi...

La seconda e' che la nuova location e' ancora peggiore della prima. Zona Ponte Milvio, strada ancora piu' stretta, non so se ci passano bus. Nel pieno della movida, magari nessuno ci fa caso. Comunque un posto che detesto ancora di piu', se possibile.

La terza, e piu' difficile, riguarda la qualita' dei nostri concittadini in fatto di passatempi serali. Se tutta questa gente si sbatte per un dolcetto non eccezionale, addirittura ne crea un mito, allora significa proprio che il cervello ce l'hanno solo per separare le orecchie, e che comunque nella vita non hanno proprio un cazzo da fare.

Cordialmente vostro

venerdì 10 ottobre 2014

Zona 30 a senso unico...

Sono passato in via di San Gregorio la strada che porta da viale Aventino al Colosseo in entrata, intendo dire direzione Colosseo... C'era una pattuglia di vigili appostata con  un autovelox.

In quella zona vale il 30 all'ora: si era formata una bella colonna di macchine tutta a trenta all'ora... in pratica un ingorgo. Invece io che passavo dall'altra parte mi vedevo un po' su di un altro pianta. Automobili tra i 50 ei 70 all'ora, incuranti del limite.

Insomma: ancora una volta si è realizzata la strana condizione italiana per cui se non c'è l'autovelox non c'e' il limite di velocità. L' autovelox deve essere  segnalato, cosi' succede che l'automobilista rallenta 100 metri prima l'autovelox e 50 metri dopo riparte a tutta birra.

Secondo i cultori della Costituzione questo viene dal fatto che la multa non deve essere punizione, ma deve servire ad educare la gente e a rendere piu' sicure le strade. Pertanto l'autovelox nascosto, come avviene in tutti i paesi civilizzati, è un qualcosa di assolutamente sleale, forse addirittura è anticostituzionale.

Che non contribuisce a rendere più sicuro lo strati perché la gente non vedendolo non rallenta.

Detto questo,  i vigili avrebbero potuto fare qualcosa di piu': per esempio mettere l'autovelox sempre in bella vista, ma dopo la curva a 90 gradi che sale verso Colle Oppio.

Oppure mettere due autovelox: uno prima della curva o all'inizio della strada, l'altro dopo la curva, subito dopo tanto per far notare che il limite deve essere rispettato anche superato l'Autovelox.

L'ultima lezione da imparare e che è praticamente inutile mettere un limite di 30 allora su stradoni a quattro corsie. Via di San Gregorio è una strada ampia  con un solo attraversamento pedonale, protetto da un semaforo. Quindi tutto sommato la salvezza dei pedoni è abbastanza tutelata rispetto a tante altre parti di Roma. Magari un 50 sorvegliato sarebbe altrettanto accettabile...

venerdì 3 ottobre 2014

Formula 1 in notturna a Roma

L'estate e' finita e anche la temperatura sta lentamente dirigendosi verso valori piu' autunnali (come l'agosto scorso, per intenderci...)

Tra gli spettacoli che da casa ci godremo meno e' il Gran Premio di Formula 1 Citta'  di Roma per dilettanti. Tutte lesere sugli stradoni dell'Urbe.

Alemanno non ha fatto in tempo ad ottenere il suo gran premio, ma quanto a velocita' Roma non appare seconda a nessuna metropoli del mondo civilizzato.

Infatti a cominciare dall'ora di cena, quando il traffico si dirada, quando cala l'oscurita'  accecando i pochi autovelox che presidiano le strade, i motori rombano e tutto cio' che ha un motore, dallo scooter al tram, cerca di vincere almeno un piccolo premio.

Il primo risultato e' il marcato aumento dell'impronta sonora della strada, che sale rapidamente a tantissimi decibel. Quanti nessuno lo sa, ma puoi scommetterci che siamo tutti fuori limite.

In ogni caso dormire con la finestra aperta, se stai su di una consolare, significa comunque doversi mettere i tappi nelle orecchie per godersi il meritato riposo.

Piu' interessante e' la posizione del malcapitato ciclista che si trova a condividere la strada... pardon, la pista, con la competizione. Li' uno si trova tra pazzi che vanno dai 70 ai 150, scommetterei anche un po' brilli...  poi ci si lamenta deqi morti e feriti che, a dispetto dell'aumentata resistenza delle auto, continuano ad accumularsi.

Qualche volta ti fanno anche il filo, magari mentre accelerano. Insomma, se non si sta attenti un rischio mortale, tutte le sere, alla faccia delle piste che non ci sono.

E le forze dell'ordine? Ovviamente tutte girate a guardare dall'altra parte. Capisco anche Polizia e Carabinieri, ma quello che non riesco proprio a sopportare sono i vigli urbani

Insomma, la notte Roma diventa una pista, rombo dei motori compreso.

Il Comune non fa nulla per rallentare gli automobilisti, alla faccia dei tanto sbandierati Autovelox.

Quando esci la sera  in bici stai in campana...

domenica 28 settembre 2014

Multe a strafottere con la multragliatrice

In occasione del centesimo anno dal suo tragico inizio, sto leggendo una serie di libri sulla prima guerra mondiale. Una guerra dalle cifre spaventose. Decine di migliaia di vite mietute in combattimenti di un giorno, generalmente dovute alla sconsiderata pratica di assalire frontalmente le posizioni di mitragliatrici e le trincee.

Per curare questa "malattia, come dice Liddell Hart, lo storico militare inglese, fu inventato il tank, da noi carro armato, montando cannoni e mitragliatrici su trattori corazzati...

Bene, finalmente sembra che il Sindaco abbia finalmente messo a punto la sua arma per debellare le trincee della sosta selvaggia secondofilisteica, montando una "multragliatrice",  o mitragliatrice di multe, su alcune macchine dei vigili...

La condotta della guerra e' proprio quella dei mezzi corazzati: un autista guida la macchina, uno individua l'obiettivo, un terzo innaffia le file  della fanteria meccanizzata  nemica. L'occhio elettronico leggera'  le targhe e inviera' le multe direttamente a casa del fellone senza passare dal via.

Sei multe al secondo, piu' un modello Gatling a sei canne rotanti da 1200 multe al secondo per Viale Parioli.  Lo stesso modello ideato dalla NATO per multare i cari armati russi in caso di invasione.

Fine della sosta? Mah... sarebbe troppo facile.

Innanzitutto per fare tutte quelle multe occorrera' mano ferma e volonta' politica, che bisogna vedere se ci saranno.

Dopodiche' ci sono una serie di contromisure che possono essere adottate.

Ad un certo ounto un Costituzionalista dira' che la fotomulta viola l'articolo XXX in quanto presuppone il controllo della macchina sull'uomo; quindi la multragliatrice potra' passare solo con un preavviso di 30 minuti dato da vigili vestiti da babbi natale, solo di colore verde;

Poi... i giudici di pace accoglieranno tutte le giustificazioni dei ricorrenti. Nil incredibile credenti! Avevo la mamma in coma dal parrucchiere, crisi ipoglicemica da cappuccino immediato, avevo finito il viagra e gia'pagato l'Escort, avevo il gatto col cimurro acuto....

Targhe illeggibili  con fazzoletto, fango, borsa appoggiata, parcheggio accostato, etc...

Poi la burocrazia. Le automultragliatrici saranno presto tutte rotte insieme alle bici elettriche dei vigili.Senza benza, si fotograferanno mestamente le targhe a vicenda nel garage del Campidoglio.

Crisi della giunta... l'arma finale!

Se questo non la fa cadere, Marino e' un immortale!

Insomma, sperando di non imitare il maresciallo  Haig nel 1916 alla Somme (che spreco' l'occasione di vincere la guerra, anche se ottenne buoni risultati con i primi tank) speriamo che il sindaco Autovelox di giorno sfondi il fronte dei secondofilistei.

Insomma sara' la volta buona dell'offensiva vittoriosa sulla sosta abusiva? 

Incrociamo le dita e speriamo che la multragliatrice non faccia la fine dei gas, bandita dall'arsenale perche' considerata inumana,!
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martedì 23 settembre 2014

La chiusura dell'anello ferroviario

Sono proprio di un'altra generazione e non sopporto le allucinazioni collettive, come quella sche ci sta propinando il sindaco...

Infatti provengo dalla notte dei tempi quando chiudere l'anello ferroviario faceva parte della cura del ferro, e consisteva nel completare i binari attonro a Roma con un ponte ferroviario a Nord, altezza Salaria, in modo da permettere di raggiungere Roma Nord Ovest da Roma Nord Est senza passare da Roma Sud... una rivoluzione per la mobilita'  romana. Costerebbe poche decine di milioni e consentirebbe di avere -in pratica- una linea della metro in piu'.

Di questo ambizioso progetto, il cui rapporto beneficio/costo e'  altissimo, non c'e'  traccia nel lessico mariniano... che invece usa l'espressione per indicare invece la chiusura alle auto all'interno della zona dove "sarebbe dovuto esserci" l'anello ferroviario a sostituire l'auto.

Il motivo appare ben lontano da considerazioni trasportistiche, ma improntato a fare cassa con gli ingressi. Infatti tra Roma NW E NE l'unico collegamento rimarra' l'Olimpica. Quindi chi vorra' usare il treno dovra' rassegnarsi a "buscare il levante per il ponente",  oppure a prendere l'auto... pagando.

Ora, questo sembra perfettamente in linea con l'amministrazione Marino.  Che si differenzia da quella Alemanno per un tratto essenziale: Alemanno faceva cose sbagliate. Marino fa cose giuste manella citta'  sbagliata...

Marino, ricordati:non e' con l'oro, ma con il ferro che si libera Roma. In tutti i sensi...

PS: e' probabile che l'anello ferroviario venga chiuso a beneficio TAV...  basti vedere il progetto Gronda Nord che gli assomiglia proprio....

domenica 7 settembre 2014

Il GSA di Bruxelles

Approfittando dei piu' lunhgi pomeriggi Bruxellesi, con luce piena ancora fino alle 9, ho fatto un po' di jogging a lungo raggio, jogging da turismo, scoprendo che  la citta' si e'  dotata di un Grande Sentiero Anulare ( loro la chiamano la Grande Via Verde) che la circonda unendo le varie aree verdi.

Il risultato e' una megapista ciclabile di circa 60 km, e la volta sucessiva ci sono tornato con la bici del bike-sharing di Bruxelles.

Quello che ho visto e' un bel parco lineare, ricavato su di un rilevato ferroviario, totalmente immerso nel verde, con il fondo in terra battuta.

L'infrastruttura e'  superba, tipo quella del parco di Monte Mario, con ponti slanciati che superano le interruzioni.

Purtroppo con il poco tempo (adesso circa un'ora)  e la bici a mia disposizione (il Villo!, autentico ferro da stiro a pedali),  non posso esplorarne che tratti limitatissimi, peraltro nella zona piu'  bella e verde di Bruxelles...

Pero'  il resto delle piste cittadine e' magnifico, quindi anche il raggiungere l'anello e ritornare in citta'  sono esperienze ciclisticamente formative.

Vorrei inoltre far notare che e' bassissimo, praticamente assente, il grado di vandalizzazione degli arredi pubblici. Un altro motivo  di vergogna per un abitante di Roma, dove sembra che la distruzione di cio' che e' pubblico costituisce  il divefrtimento di una parte consistente della popolazione....

Io lo chiamo il richiamo dello slum...

martedì 2 settembre 2014

NOOOOOOO! Il ricomincio NO!

Per me il vero capodanno, anzi, il vero 7 gennaio, e' il 1mo settembre, quando le ferie svaniscono e si affaccia lo spettro di un nuovo anno di attvita': il terribile RICOMINCIO!

Con l'eta' un po' sono migliorato... infatti se prima piangevo la fine dell'estate meteorologica, il caldo, il solleone, adesso che non ho piu' paura del freddo rimpiango soprattutto la fine dell'attivita' fisica facile e intensa (bici-nuoto-canoa).

Invece temo immensamente il ritorno dei barbari nella nostra citta'...

Anche ieri il ricomincio e' stato scioccante. Le strade si sono riempite di auto e altri mezzi a motore, con tutte le solite cattive abitudini, a cominciare dalla sosta in doppia fila... per non parlare di quella di uscire di casa in ritardo cronico e cercare di recuperare premendo cronicamente sull'acceleratore.

Insomma,Roma si e' riempita di nuovo, e il 15 settembre,con il ricomincio delle scuole, staremo immersi nel solito casino, anche peggio...

Eh si' , perche' nel tempo che il Sindaco ci mette a riparare una cosa, se ne rompono altre due. Scrive sul sito, e nel frattempo se ne rompe una terza...

Dal punto di vista ciclistico il ricomincio e' stato alquanto avventuroso... Lunedi' mattina sono uscito e mi sono accortosolo i  quel momento che il tempo in atto era diverso da quello previsto. Niente paura, ho estratto dalla borsa il kit diluvio e sono arrivato in ufficio traspirato ma senza problemi.

Vabbe',  buon ricomincio a tutti...

martedì 26 agosto 2014

La battaglia per SUEB

Torno dalle vacanze prematuramente conclusesi, e vi trovo a  discutere per il senso unico eccetto biciclette, per gli amici SUEB.... In questo va ringraziato l'on. Gandolfi, PD, che non solo combatte per il SUEB, ma ci tiene informati sugli sviluppi.

Bene, è un argomento interessante di cui discutere se non fosse che è per quanto FIAB avesse dimostrato la fattibilita' anche con l'attuale versione del codice, il SUEB e' comparso ufficialmente nel disegno di legge che intende emendare l'attuale codice della strada.

Manco a farlo apposta il SUEB è stato oggetto di proposte di emendamento volte a cancellarlo. Emendamenti da parte di una serie di soggetti diciamo così ... insospettabili. Insospettabili perchè gli emendamenti sono venuti forze politiche che dovrebbero essere evolute e conoscere la realtà europea.

E la realtà europea è tale per cui il SUEB è diffuso in tutti i paesi civili.. parliamo di Germania, Danimarca, Francia, Olanda, Belgio... il fior fiore della modello ciclistico.

Diciamo subito una cosa: non ci sono motivi per esere contro il SUEB. Funziona, bene, in tutta l'Europa civile. Malgrado quello che cercano didare a bere al popolo bue, il problema non e' tecnico, ma politico, di politica dei trasporti e della mobilita'.

In particolare riequilibrare la circolazione urbana riducendo lo svantaggio della biciletta nei confronti dell'auto, costituito dal senso unico. Senso unico che serve alle auto, ma massacra la bicicletta.

Il concetto operativo e' semplice: nelle strade a senso unico con limite divelocita' atrenta all'ora vi e consentito alle biciclette di procedere in senso inverso, confidando che la ridotta velocita'  e il ridotto ingombro delle bici consentano ai conducenti di negoziare tratiettorie senza entrare in collisione (minchia ragazzi che pensiero forbito).

Dunque chi puo' essere contro? Solo quegli automobilisti che vedono nell'affermarsi della bici l'inizio di quel processo che sta vedendo la progressiva espulsione dell'auto dai centri cittadini, cosa peraltro dovuta nei centri storici delle citta' italiane.

E visto che di circolazione urbana si tratta, l'argomento andrebbe fatto discutere ai sindaci, piu'  che a deputati che magari sanno poco dell'argomento. Su questo non hograndi dubbi. I sindaci delle grandi e medeie citta' avrebbero ben poche remore ad introdurre questa novita' nel CdS.

Per loro e' un fatto di sicurezza: anche se FIAB ha dimostrato che il SUEB sia gia'  possibile e legale con l'attuale CdS, in caso xi incidenti si e' sempre esposti a denuncedi parte ealla possibilita'  che qualche giudice-automobilista accolgaqueste denunce sulla base di principi generali al di la' dei tecnicismi del codice.

Qukndi, seavete un deputato, fatevi sentire e ditegli di premere per il SUEB.  La sensazione e' che adesso o chissa'  quando....





venerdì 18 luglio 2014

Bastonate alle cicliste

Qualche tempo lessi un post nel quale una ciclista parlava di una sua amica che era stata aggredita da un signore con un bastone a seguito di un diverbio per il passaggio sul marciapiedi.

La povera ragazza ne era uscita con due o tre giorni di prognosi, dopo essere stata sottratta dalle grinfie del sordido individuo, non si trattava di un giocatore di baseball con la sua mancanza per fortuna ma di una persona anziana con il suo bastone peraltro non era la prima volta che sentivo queste cose

Ciò che mi aveva colpito era però il posto dove questo era accaduto via di Santa Bibiana a Roma. Per chi non la conosce via di Santa Bibiana è un tunnel che passa sotto il fascio di binari che esce da Termini.

Di fatto è la continuazione di via Tiburtina ed conformazione poco piacevole per le biciclette infatti è a senso unico con tre grandi corsie è il centro e due marciapiedi molto stretti delimitati da parapedonali continui. Inoltre il tunnel è assolutamente privo di illuminazione anche se non è molto lungo al massimo un 150 metri.

  Le biciclette che vanno nel senso di marcia possono rimanere sulle corsie anche se le macchine sono un tantino veloci ovviamente se non hai le luci non è il massimo della sicurezza. In alternativa puoi andare su uno dei due marciapiedi dove dovrebbe essere successo il diverbio tra ciclista e vecchietto. Questa scelta diventa un obbligo se invece vuoi percorrere il tunnel contromano in effetti essendo uno dei tre passaggi sotto i binari vie per le biciclette questa necessità.

Il problema è la dimensione dei marciapiedi. Infatti sono così stretti che non ci passano un pedone e una bicicletta affiancati, e quindi quando ci vai in bicicletta, se incontri un pedone questo, per farti passare, è costretto a fermarsi e ad accostarsi alla parete, cosa che non tutti i pedoni gradiscono... Anzi... le poche volte che ho usato il marciapiedi, incontrando un pedone che camminava davanti a me, mi sono accodato piano piano, proprio perchè non mi piace chiedergli di fermarsi e lasciarmi passare. Dopotutto sto nel suo regno... Queste riflessioni le avevo accennate nel post, proprio perché la particolare forma del tunnel e di marciapiedi sembra fatta apposta per suscitare litigi.

Bene l'altro giorno come quasi tutte le mattine stavo passando nel tunnel con la mia bicicletta quando sento scampanellare forte e continuo... Bing Bing Bing Bing Bing Bing...

Lì per lì ho pensato che fosse uno che intendeva superarmi mi sono voltato e invece ho visto dall'altra parte del tunnel sul marciapiedi la seguente scena un vecchietto che arranca va col bastone e dietro, appiccicata, una ciclista che continuava a suonare fortissimo e continuamente per chiedergli strada.

Non saprei dire se fosse stata la ciclista del post, ma mi sembra abbastanza chiaro che il vecchietto aveva tutte le ragioni per arrabbiarsi...

mercoledì 16 luglio 2014

NOOOOOOOO! Il Tevere navigabile NO!

Doveva succedere... era inevitabile . .. Dopo il bike - sharing elettrico e l'autostrada Roma - Latina, si è manifestata un'altra grande calamità dei nostri tempi, il Tevere navigabile...

Premetto che di navigabilita' del Tevere non so nulla, meno che mai dei vantaggi che porterebbe. Ad occhio e croce sembrerebbero  alquanto modesti in termini trasportistici.... Qualche chiatta, ammesso che convenga, qualche vaporetto per turisti... poi certo, ci sono quelli che vorrebbero usare il Tevere per il trasporto pubblico locale... ma andiamo siamo seri.

Piu' preoccupante appare la spesa: 100 milioni di euro, 40 dei quali di finanziamento europeo. Una cifra spaventosa, per vantaggi inesistenti o quasi (attendo con ansia eventuali smentite).

Ad occhio e croce vedrei vari impieghi piu'  produttivi per quei soldi, a cominciare dal potenziamento della Roma-Lido fino alla chiusura del mitico anello ferroviario, rivolgiamoci a Sauron che sicuramente per gli anelli e' meglio di tanti amministratori.

Ancora piu' egoisticamente penso che quei soldi potrebbero essere impiegati per realizzare la rete di piste ciclabili che meriterebbe la comunita' di ciclisti di Roma, in espansione sempre piu' esplosiva. Ma questo e' un leit-motiv  che nel Lazio si ripete spesso. In ufficio e' stata lungamnte appeso in bacheca un articolo che perorava rendere navigabili i canali della pianura pontina, per favorire il turismo. Farci le piste ciclabili sugli argini no, quello sembra non porti turismo...

L'unica piccola consolazione per noi ciclisti potrebbe essere l'inclusione nel progetto di una pista ciclabile sugli argini, meglio una per argine!

domenica 13 luglio 2014

Una settimana da babbani...

Quando la Patria chiama occorre rispondere.

Così ho fatto la scorsa settimana trasferendomi a Bruxelles per vari incarichi. Ho passato nella capitale dell'Unione Europea una settimana di lavoro alquanto serrato.

Ma che c'entrano i "babbani"?

Beh... dopo una settimana in una capitale dell'Europa del "Nord", finisci per disabituarti a Roma. Cominci ad abituarti alle strade pulite, ai mezzi pubblici efficienti e affollati al punto giusto, alle persone cortesi...  addirittura al bike sharing! Insomma una vacanza rispetto alle dure necessità della vita romana, soprattutto se incontri un tempo decente, ovvero fresco ma soleggiato (poi e' arrivata le nebbia -tutto il giorno- a luglio)

Ma vediamo i punto principali della babbanaggine di una settimana:

Bike Sharing
E' utile, e ti permette di girare la città a costo quasi nullo. Io ne ho fatto un uso anche extra-urbano, perchè approfittando delle infinite serate nordiche, dopo il lavoro mi sono fatto un giro nella Foresta dei Sogni, un'area grande quasi quanto la Pineta di Ostia alle porte di Bruxelles.

Bellissimo posto, specie per un Romano, con i sentieri divisi per ciclisti, cavalieri e camminatori!

Comunque il bike sharing è forte e va bene.

Pulizia delle strade
BRU non è una città pulita secondo gli standard nordici, ma con Roma non c'e' paragone.

Praticamente assente la spazzatura, e con il fatto che non ci sono cassonetti, non ci sono nemmeno i frugatori di cassonetti! Bel progresso!

Parchi e giardini sono tenuti anche meglio. La Foresta dei Sogni non aveva una carta. E nemmeno accampamenti di Est Europei, signorine al lavoro, etc. Etc.

Strisce Pedonali
Vivaddio funziona tutto secondo natura:

A) quando sei sulle strisce ti danno la precedenza e attraversi tranquillo;

B) se ti beccano fuori dalle strisce ti mettono sotto...

Mezzi Pubblici
Costano poco più di quelli romani ma sono un paradiso. Puntuali ed efficienti, non sono neanche tanto affollati. Soprattutto hanno l'aspetto pulito, ordinato, sono praticamente privi di graffiti e scritte, parti rotte o sradicate, macchinette sfondate.

La parte nella quale giro io è poi popolata di persone civili, che ti fa riscoprire il piacere di viaggiare tutti insieme. Niente a che vedere con la popolazione romana.

Ovunque sono appesi manifesti che ricordano che viaggiare bene sul mezzo pubblico è anche un fatto di cortesia e quindi invitano al saluto reciproco tra passeggeri e autisti...

Gente
A differenza di Roma qui tutti hanno un aspetto indaffarato e si vestono e si comportano come facenti parte di organizzazioni e processi produttivi, con doveri e diritti. Manager da manager, impiegati da impiegati, operai da operai, senza vergognarsi.

Quando giro a Roma penso che almeno la metà della gente che gira per strada appartenga alla categoria dei fancazzisti. Vestiti, atteggiamenti, espressioni, interloquire, uso sistematico del dialetto, totale incomprensione delle esigenze di una società moderna e civile, testimoniano una vita spesa a non fare un cazzo.

Poi ci meravigliamo se andiamo falliti.

L'altra metà del cielo
La sorpresa è che vestono carine, qui lo stile escort proprio non va. Insomma, tutto molto rilassante e senza l'aspetto da bordello a cielo aperto che caratterizza la città eterna.

Le altre, quelle che si vestono con poca accuratezza, non hanno cmq l'aspetto orribilmente scaciato delle nostre periferie.

Il sexy appare casualmente, in un vestito un po' troppo corto, un po' troppo trasparente o un pelino più scollato.  La sera è lo stesso, anche se in un ambiente così tranquillo, basta poco per farsi notare. La sera c'e' qualche concessione in piu', ovviamente.

L'insieme è enormemente rilassante, soprattutto non ti grava addosso quella sensazione perpetua di qualcosa che non va per il verso giusto.

Zingari
Come gia' detto, non essendoci cassonetti non ci sono i rovistatori. Gli altri non rimediano un euro di elemosina, neanche quelli che suonano sulla metro.

Non mi meraviglia che si stiano trasferendo tutti da noi...

In compenso hanno i quartieri arabi, dove non si scherza.

Conclusioni
Non è un caso che tutti i colleghi che si fermano un periodo qui alla fine trovino difficile ritornare indietro. Se non ci fosse il tempo infame...

mercoledì 9 luglio 2014

Via Merulana zona 10!

Stavo passando per Via Merulana con il glorioso macinino, tutto impegnato a tenere i fatidici 30 all'ora. Eh si', perche' anche con l'eta' vetusta e l'impianto a gas, tenere una macchina da 80 cavalli (dei quali molti ormai morti o fuggiti) a 30 all'ora richiede un po' di attenzione.

Comunque non l'unico... terrorizzati da Marino, il Sindaco Autovelox, un bel po' di automobilisti si stavano arrabbattando tra i 33,5 e i 31,75... il sole, ormai basso sull'orizzonte prendeva d'infilata Via Merulana... Ad un certo punto la velocita' della penosa colonna comincia a calare e tutti si muovono sui 10 all'ora...

Magia? Rinsavimento? Santa Graziella? Un miracolo sicuramente... e infatti me ne accorgo anche io.

Sul marciapedi un gruppo di ragazze, vestite alquanto in ghingheri, cammina verso una cena o una festa. L'ultims, alquanto atletica, indossa un vestito lungo dalla consistenza alquanto traslucida... nel passare dall'ombra dei palazzi alla luce diretta del sole, la seta traslucida rivela che sotto il vestito non ci sta la solita pudica sottoveste, ma  solo un tanga nero, che ondeggia al ritmo del passo su tacco almeno 12.

L'incantesimo e' durato fino al ritorno della fanciulla all'ombra, dopodiche' la colonna e' ritornata alla piu' consona, ma sempre innaturale, velocita' di 34, 23 km/h.

Ora, io mi chiedo, perche' spendere tanti soldi in Autovelox quando basterebbe far lavorare un pochino tutte quelle signorine che si trovano ai bordi delle strade facendole camminare in tanga nel senso di marcia?

domenica 29 giugno 2014

NOOOOO! Il bikesharing elettrico NO!

Vi sono una serie di cose che a Roma non si riescono mai a fare bene. La meno riuscita dopo la guerra alla sosta in seconda fila (e prima del risanamento dell'ATAC) e' sicuramente il bikesharing.

Ora, per i piu' informati, il bikesharing e' un concetto alquanto semplice, ormai messo a punto in varie citta' europee e italiane, che non riserva sorprese se non il suo crescente uso.

I concetti sono semplici:

  1. Biciclette robuste e semplici, ma di design tale che non possano essere commercializzate dopo un furto;
  2. Abbonamento basato su carta di credito, cosi'  che sia passabilmente difficile rubare la bici noleggiandola con documento falso;
  3. La prima mezz'ora gratuita e poi tariffe crescenti, per incoraggiare la rotazione e non interferire con l'attivita'dei noleggiatori di biciclette.

Assolti questi 3 comandamenti, il resto e' tutto... in discesa. Ovviamente non ho mai studiato la disposizione delle stazioni, ma a Roma dovrebbero avere lo scopo di estendere il raggio d'azione di metro e treni, con una stazione master ad ogni fermata di metro e treno e stazioni slave nel territorio circostante...

Se vi ricordate il bike-sharing alemannico violava tutti e tre i comandamenti principali. E' durato poco, le bici sono sparite e amen. Ci rimane la spesa da pagare, ovviamente...

Ora, come in un videogioco Arcade,  un nuovo mostro appare all'orizzonte: il bike sharing elettrico (se vi ricordate ne avevamo gia' avuto un assaggio). Come se avessimo esperienza con il bike sharing normale, ci buttiamo subito su quello difficile. Quello elettrico. Inevitabilmente costi molto piu' alti, meno bici, meno stazioni.

Non voglio sapere cui prodest, ovvero quale realta' industriale dobbiamo aiutare, ma mettere un bike sharing elettrico al centro di Roma e' una cosa francamente poco comprenxibile (stavo per scrivere una palese stronzata ma per fortuna mi sono trattenuto).

Capirei alla Balduina, o a Monte Mario. Si mettono tre o quattro stazioni elettriche alla base e in cima proprio perche' ci si trova di fronte a dislivelli importanti. Ma poi basta.

Cominciare dal centro di Roma a mettere le elettriche significa riaffermare che il romano medio e'  comunque uno smidollato pigro indegno di qualunque buona idea. Inoltre contraddice ad un principio fondamentale del bike sharing, ovvero l'uso breve. Che fai con la bici elettrica, da Piazza del Popolo a Piazza Venezia? E ti serve l'elettrica? Ma non facciamo ridere!

noltre quale futuro ha il bike sharing elettrico? Quanto costa espanderlo in periferia? E quanto costera' di batterie e ricarica? Cose che nncostano nn le riusciamo a fare, vero?

A MENO CHE non ritorniamo al punto di partenza: forse non e' un bike sharing ma solo un altro noleggio. La spia e' la tariffa di noleggio: se non ha la mezz'ora gratuita, e se non e' progressiva allora si tratta di noleggio, non bike sharing. 

Date retta al Marziano.


venerdì 27 giugno 2014

Eppur (qualcosa) si muove...

Dopo un anno di attesa, alla fine sembra che la giunta Marino abbia partorito qualche miglioramento per noi ciclisti, in ciascuna delle aree che ci interessano, ovvero sicurezza, ciclabilità e intermodalità.

Nel campo della sicurezza non poniamo che vedere con favore il primo assalto alla velocità urbana con l'installazione di molti autovelox dentro Roma.

Per la ciclabilità l'apertura del parco lineare di Monte Mario e per l'intermodalità l'annuncio di un'ulteriore allargamento degli orari di trasporto bici nella metro e la comparsa del trasporto bici sui bus e tram. Una bella infornata, almeno in apparenza.

Sicurezza - Autovelox
Ovviamente c'e' stato un diluvio di multe. Le vittime sono molte, a dispetto dell'ampia pubblicizzazione che è stata data all'installazione. Solo che a Roma anche gli automobilisti prudenti vanno a 70 dove c'e' il limite a 50... chiaro che ogni Autovelox miete, all'inizio, una marea di vittime.

Gli automobilisti sono notevolmente incazzati, come ci si poteva attendere. Sembrano colpiti in uno dei diritti apparentemente fondamentali: quello di uscire tardi di casa e provare a recuperare correndo.

A noi ciclisti interessa molto riaffermare il principio del rispetto dei limiti di velocità. Questo è bene e spero che si diffonda rapidamente. Purtroppo se si va a leggere la dislocazione delle macchinette, si tratta soprattutto di strade non frequentate (o non frequentabili da ciclisti).

Non meno grave è la circostanza che gli autovelox raro spenti la notte...  meglio, non avendo il flash, molto semplicemente, non sono in grado di assolvere la loro funzione nelle ore di oscurità. Una bella limitazione, specie durante l'inverno (dalle 5 in poi...). Insomma, a parte le pattuglie, dal tramonto all'alba liberi tutti.

Comunque non facciamo i pessimisti. Speriamo presto in un'estensione ad altre arterie (Casilina, Prenestina, Togliatti) più frequentate da noi ciclisti. In ogni caso occorre continuare a mettere autovelox. Alla fine ci si accorgerà che i tempi di percorrenza non variano ci tanto. In compenso dura di più la benzina, si ha meno stress e soprattutto gli incidenti mortali (e anche le lesioni) alla fine crollano. Potrebbe anche uscirci una riduzione delle assicurazioni (questa no, è veramente da fantascienza...)

Il parco lineare di Monte Mario
Prima che apriate bocca: lo so che non è una pista da ciclomobilismo, ma  comunque è un percorso molto bello che si snoda in una zona molto bella di Roma, Monte Mario e Aurelio.

Parte dal Parco di Monte Ciocci e arriva fino a Piazza Santa Maria della Pietà, un bel percorso con parecchi panorami. E' realizzato sul tetto della galleria che ingloba la ferrovia Roma-Cesano-Viterbo, e per questo ha la fortuna di collegare ben quattro stazioni, da Appiano alla Balduina (mi pare) a Santa Maria della Pietà.

Non è ciclomobilismo perchè manca una vera connessione con Roma. Infatti dalla splendida terrazza di Monte Ciocci si precipita a valle a Via di Sant'Anastasio. Fosse stato seguito il progetto originale, che includeva galleria e viadotto, si sarebbe arrivati alla stazione San Pietro, e allora sì che sarebbe stata una vera pista per collegare un quartiere al centro.

C'e' sempre tempo a farla... per adesso godiamocela così com'e', almeno finché non arriva. la calura estiva!

Bici su metro, bus e tram
Evviva! si ritorna all'attacco dell'intermodalità. Solo chi usa la bici con continuità sa quanto può essere utile contare su di un aiutino da parte del mezzo pubblico.

Sono appena reduce da un brutto caso di squarcio di pneumatico e me lo sono cavata solo perché avevo la pieghevole,altrimenti sarei rimasto per strada.

Va pero 'tenuto conto che comunque la bici sul bus si scontra con un problema di appagamento, per cui rimane sempre una soluzione di emergenza. Più interessante una ulteriore espansione dell'orario di accesso delle biciclette alla metro, che garantisce l'attraversamento della città, molto utile in vari casi.

Si riuscira' a cambiare qualcosa? Forse sì,suvvia, siamo ottimisti per mezza volta...

Prossimamente su questi schermi: NO! Il bikesharing elettrico NO!

martedì 24 giugno 2014

Belle, ma durano pochino...

Quanto sono belle le camere d'aria autoriparanti di Decathlon.

Le uso sulla Bfold 7, perchè non mi porto dietro il materiale per sostiruire la camera d'aria ma solo la bomboletta.

Non avendo i rnozzi a sblocco rapido, occorrerebbe anche avere appresso l'apposita chiave.

Tra quella, la camera d‘aria di scorta, non è tanto il peso e crescere enormemente, ma l'ingombro dell'attrezzatura, ehe non entrerebbe piu' in un'uniea borsa..

Insomma, ad un certo punto mi sono comprato due camere d'aria con il lattice dentro, tiptomettendolmi di installarìe alla prima occasione utile

La prima occasione utile è stata una piccola foratura a prua.

La sera mi sono messo con gli attrezzi, ho smontato la ruota, ho cambiato la camera d‘aria e sono andato a rimontare la ruota. Ruota che, una volta rimontata, mostrava un gioco sospetta in torno al mozzo.

Trattandosi di una bici praticamente nuova, ho teste reinstailato ia ruota e bo portato la bici (in auto) al negozio dove l'avevo acquistata.

La bici è stata presa in assistenza  e alla fine mi e stata dato un cerchio nuovo. La vecchia camera d'aria e stata buttata e al suo posto me ne hanno data una nuova. Ovviamente normale.

Durata della camera auto(ciclo'?) riparante:  mai toccato l'asfalto.

Seeonso episodio: era circa un mese che ai controllo settimanale delle ruote trovavo la pressione un po' giu'.

Passando il tempo, l'intervallo critico andava aumentando, fino a quando, la scorsa settimana, ho rigonfiato la gonma e alla sera era abbastanza provata. Basta pigrizia, mi sono detto, cambia 'sta camera.

Metti l'autoriparante.

Stavolta la procedura va tutta bene, senza problemi, a parte la necessita di una maggore attenzione all'allineamento della ruota, che sembra preda delle deformazioni elastiche del telaio. Bromptoniani e Co. riderarmo sotto i baffi!

Comunque il cambio avviene giovedi e lascio decantare la bici fino e lunedì. Target videoconferenza
importantissima lunedì mattina, ore 08:30

La mattina check del tempo... Bello, fino all'ufficio ci si arriva. Bene, alle 7:45 inforco la bici e mi avvio verso l'ufficio.

Dopo circa 3 km,ultimo tratto di Prenestina, mi allargo per evitare alcuni tombini. Una SMART mi fa il pelo, strombazzando. Capisco che pur non avendo torto, non posso occupare il centro della carreggiata, anche perche dietro a me sento il rumbo di altri motori.

Mi riaccosto a destra, passando sull'ultimo dei tombini (tombini, no Mohicani). Un attimo e la ruota posteriore scoppia con un bel botto. Controllo la bici e mi fermo per vedere cosa è successo.

La gomma e“ completamente sgonfia. Dal lato del pneumatico protrude una lamina metallica che non
riesco ad estrarre. La squarcio e' di circa 3 cm, dai labbri della ferita sgorga il larice arancione.

Nessuna possibilita' di ripararla, Chiudo la bici, attraverso Porta Maggiore e zompo su di un 14 che per fortuna e` semivuoto. Arrivo in ufficio entro i  di ritardo che avevo stimato. Vantaggi delle pieghevoli.

La lamina 
Corne potete vedeere della foto, le lamina e' delle dimensioni di un badge di biketowork, circa quattro cm di lunghezza. Largheza sul 1,5 cm, spessa un bel po', direi un millimetro al centro.

Dal materiale si direbbe una di quelle scaglie che si formano ai lati delle cornici dei tombini, dovute al
martellamento dei mezzi pesanti. Il tombino si è vendicato con la mia bicicletta.

La seconda camera d'aria ha totalizzato quasi tre km prima di tirare le euoia... Un bel progresso indeed!

Le gomma nuova 
Sendza starei piangere treppe su la sera vado da Decathlon ad acquistare pneumatico e Camera d‘arie. E li' l'ulfima sorpresa di una giornata ciclisticamente difficile. Ne` copertoni bfold ne' camere d'aria 20" (ne ho una vecchia riparata). Arriveranno...

Spero di poter riparare la gomma nel weekend e almeno metterla su strada. Certo che e' proprio strano,
consierato il volume delle vendite...

venerdì 13 giugno 2014

L'insalata che pedala

Cosa spinge la bicicletta? Le gambe, ovviamente. Ma cosa spinge le gambe a spingere la bici? Gli spingitori di gambe, ovvero gli addominali... ma quanti ciclisti urbani si curano degli addominali?

E' noto che la tartaruga scompare appena passati i trenta e che la bici, insieme con le bocce e il tiro al piattello e' uno dei pochi sport che ammette, tra i dilettanti, degli autentici panzoni. Acchittati da ciclisti ma pur sempre panzoni.

Per parte mia con il riscoppio del caldo e le prime uscite a torso nudo mi e'presa la vergognerella.

Ho diminuito il cibo e aumentato la ginnastica nella speranza di riprendermi per l'apertura della stagione balneare. In effetti c'e' stato un mezzo miracolo, almeno 3 chili in meno in un mese, con il dimagrimento che continua e la fame che sta tranquilla... Peccato che ormai mi sia trasformato in un'insalata che pedala.

Il risultato già si sente in salita, togliete 3 chili alla bici o al bagaglio e ve ne accorgete subito. Ma la vera ri-sorpresa sono stati gli addominali. Nel programma di ginnastica gli ho dedicato un po' piu' di attenzione, e il risultato e' stato semplicemente sorprendente.

Infatti mi e' sembrato di aver grandemente accelerato il ritmo della pedalata e di tenerlo per maggior tempo. Si sono nettamente abbassati i tempi di percorrenza dei soliti itinerari e comunque riesco a cambiare il ritmo di peldalata  in maniera molto piu' agile.

Tanto che mi sono ripromesso, come la volta scorsa, di non trascurarli piu'.

Prossimamente: il ritorno della tartaruga, una storia avvincente di fame e fatica!