mercoledì 7 agosto 2013

La rivoluzione della mobilità romana parte dalla lotta alla sosta in seconda fila

Cosa rispondereste ad un amico che vi dicesse: "Purtroppo non riesco a fare 30 km in bicicletta, perciò domani voglio provare a farne 50"?

Direste "Ma tu sei scemo, quando riesci a farne almeno 30, allora puoi provare a farne 50", insomma un tipico caso di panbrioscismo.

E' la stessa risposta che vorrei dare, anzi do',  a coloro che invocano rivoluzioni di mobilità nuova, eliminazione dei parcheggi, raddoppio delle tariffe delle strisce blu, e tante altre cose che non fanno il conto con una semplice realtà: Ma come fate a parlare di queste cose se al momento il Comune di Roma non riesce nemmeno ad evitare la sosta in seconda fila?. Siete razionali o no?

Ogni altra politica della mobilità nuova che richieda livelli importanti di coercizione è fallimentare sin dall'inizio, e provocherebbe la caduta del sindaco in poche settimane. Sindaco, che vi ricordo, ha avuto alte percentuali ma di relativamente pochi voti.

Pertanto è inutile che vi agitate, twittate, postate,  etc. A meno che non siate di quelli a cui piace stare all'opposizione predicando l'utopia senza ottenere nulla di concreto (e ne sto vedendo tanti) è arrivato il momento di guardare in faccia alla realtà. Intendo: quelli che, per esempio, sono nemici dell'auto (padronissimi) e usano la bicicletta come scusa per questa loro guerra. Un po' come quei verdi che sono nemici dell'industria e basta.

L'unica vera rivoluzione della mobilità a Roma, e anche quella è difficilissima da realizzare nei 5 anni di mandato del Sindaco, è cercare di stroncare l'abitudine alla sosta in seconda fila, che è una delle ragioni, forse la principale, dell'abuso dell'auto a Roma.

Infatti la sosta in seconda fila è ciò che fa della macchina un mezzo utile. Se ogni volta che devi fare qualcosa con l'auto, tipo una commissione,  devi trovare un parcheggio vero, la puoi usare solo ad agosto.

Rendere difficoltoso il parcheggio irregolare significa che tanta gente deve ricorrere a soluzioni di mobilità alternative, dal mezzo pubblico (che va migliorato e ripulito da criminali, ubriachi  e straccioni), a quello del taxi, che a strade libere potrebbe lavorare molto di più e molto meglio e quindi costare di meno.

Quindi, se il sindaco ha gli attributi, li usi per stroncare la sosta in doppia fila (e annessi) e non li sprechi in altre battaglie, e noi ciclisti cerchiamo di non chiedergliele.

La guerra, checchè ne dica qualcuno, non la si vince o la si perde con la pedonalizzazione dei Fori, ma sulla lotta pratica, difficile, sporca, e, soprattutto, QUOTIDIANA, alla pessima abitudine romana di lasciare la macchina dove più fa comodo.

Lì si parrà la tua virtù

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