sabato 3 agosto 2013

I SUV del mare... sempre le solite storie

I lettori mi scuseranno se parlo dell'altra mia passione, l'acqua... Non posso dire il mare, perchè in effetti mi divido tra lago e mare, e nell'acqua, tra canoa e nuoto, come sanno bene gli amici di cicloappuntamenti, che mi hanno visto un paio di volte uscire dall'acqua a Martignano, proveniente dall'altra riva.

Il nuoto in mare, invece,  è tutta un'altra cosa. Ci sono le onde, le meduse e, soprattutto, i motoscafi.

Anche se non sono un nuotatore estremo, mi piace comunque allontanarmi da terra quel tanto che ti porta nell'acqua blu, quindi tra i 500 e i 1000 metri dalla spiaggia.

Prendo le mie precauzioni, nuoto sempre con un pallone di segnalazione appresso, ma non tutti i guidatori di motoscafo sono attenti, e qualche volta ho dovuto agitarmi, lanciare il pallone in aria, sempre pronto all'immersione di emergenza.

Con le barche più grosse è ancora peggio, anche perchè spesso i proprietari attaccano l'autopilota e si addormentano, mangiano o conunque non stanno attenti in plancia.

Dove ci sono le coste rocciose, e l'acqua bella è già vicino a terra, ma anche lì le barche si avvicinano molto di più. Potrei raccontarvi un sacco di begli episodi in proposito.

Capirete come sia rimasto sconvolto dalla notizia della morte della nuotatrice a Camogli. Investita e decapitata da uno yacht.

Adesso stanno cominciando a discutere se era a 200, 250 o 300 metri dalla riva... e questo è il punto, almeno uno dei punti. Le norme sono punitive nei confronti dei nuotatori. 250 metri dalla riva è come la pista ciclabile per le passeggiatine dentro al parco.

Se pensiamo poi che quelli che vanno in motoscafo non lavorano, ma si divertono anche loro, non si capisce perchè non lo possano fare a 500 o mille metri dalla riva. Dopotutto sono loro che sono pericolosi, non i nuotatori.

Infine i corridoi di lancio, ovvero quelle parti di mare dove le barche possono uscire con il motore, andando a due nodi (cioà solo il doppio della velocità di un nuotatore). I nuotatori non le possono attraversare, cosicchè anche quei tuoi maledetti 250 metri dalla costa sono ulteriormente inscatolati.

Non si capisce perchè il nuotatore non possa attraversare il corridoio, anche se ovviamente non può rimanerci dentro. La velocità teorica dei natanti dovrebbe essere così bassa da non creare problemi o quasi. La realtà è ben diversa, ovvero uscite e rientri avvengono a velocità molto più alte, talvolta in planata, e ovviamente nessuno dice niente.

Insomma, come potete vedere, esattamente lo stesso meccanismo che si genera su strada... i grossi e prepotenti, supportati dall'industria, dettano legge e si appropriano degli spazi di tutti, con l'aggravante che qui stiamo parlando esclusivamente di divertimento!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Rispetto alla tua posizione, fondamentalmente giusta, qualche osservazione: Se si tratta di punire il divertimento allora ha ragione l'autista del furgone del trasporto medicinali che spesso rischia di arrotarmi e invoca il suo "io sto a lavora'" come inoppugnabile argomentazione.
Io vedo nelle infrastrutture (corridoi di lancio, linee di boe ) e rispetto delle regole diffuso e presidiato il modo giusto per garantire sicurezza e divertimento a tutti gli utenti del mare, di terra e del cielo...tipo L'elba (credo a causa delle influenze teutoniche).

Alessandro

Lug il Marziano ha detto...

Caro Alessandro,
sicuramente mi sono spiegato male.

Ovvero: capisco le limitazioni all'attività natatoria se ci troviamo di fronte a esigenze commerciali, non le capisco se ci troviamo di fronte a chi si va a divertire col motoscafo. Allora allarghiamo l'area dei nuotatori almeno a 500 metri.

Non è che perchè lavori sei autorizzato a far fuori chi si diverte...