domenica 18 novembre 2012

30 all'ora... a tale of two cities

Nella città A continuavano a succedere incidenti mortali per strada.

 L'università locale fece un po' di studi e arrivò alla conclusione che riducendo la velocità massima a 30 all'ora, la mortalità da incidente sarebbe crollata, senza incidere in maniera significativa sui tempi di spostamento.

La proposta venne presentata prima in un convegno, poi portata al Sindaco, che la studiò e la trovò valida, anche perchè aveva il non secondario pregio di abbattere i costi sanitari. La fece sua e la portò per un dibattito in consiglio comunale.

Lì si scatenò un casino, perchè un bel po' di rappresentanti ricevettero migliaia di lettere di forte protesta dagli automobilisti erano inferociti. Vedevano il limite di trenta all'ora come una violazione della libertà personale, e comunque difficilissimo da rispettare, a causa della potenza delle auto.

La discussione andò avanti un bel po'. Ci furono manifestazioni di entrambe le fazioni, una volta finì pure a botte...  ma non ci furono santi. A mano a mano che passava il tempo, i favorevoli all'introduzione del limite di 30 aumentarono, mentre quelli contrari si ridussero. I politici capirono che era divenuta una battaglia impopolare e smisero di supportarla, chiedendo però di individuare con chiarezza le strade  cui il limite non si applicava, allo scopo di mantenere la scorrevolezza della circolazione.

I soldi disponibili per le piste ciclabili furono concentrati su tali strade.

Alla fine, dopo due anni, il provvedimento fu varato. In tre mesi furono pronti i cartelli per i nuovi limiti.
All'inizio ci fu qualche multa in più, anche perchè fu fatta una campagna di sorveglianza eccezionale per imporre i nuovi limiti.

In ogni caso il sindaco impose uno sconto del 90%  sulle multe, per i primi tre mesi,  per chi superava i trenta ma non i cinquanta all'ora, e dopo tre mesi tutto andò abbastanza bene.

Alla fine anche gli automobilisti, pur mugugnando,  non protestarono più. Gli incidenti diminuirono

Nella città B, c'erano un sacco di incidenti lo stesso, ma non gli si dava molta importanza. Anzi, per strada ognuno faceva quello che voleva, spesso superando (e di tanto) anche il limite dei 50 all'ora.

Ciononostante un po' di rompiballe presero gli studi fatti per la città A e li portarono dal sindaco, che li ignorò.

Allora fecero un po' di manifestazioni, andarono alla radio, in TV.

Tutti si dicevano d'accordo sulla bontà della proposta, tutta l'intellighentzia della città si era schierata con questo obiettivo. Alla fine venne ri-portata la proposta al sindaco, che se la ri-guardò la rigirò, ne parlò con i suoi e alla fine la benedisse.

La portò in consiglio e la fece approvare

Gli automobilisti non dissero nulla, al massimo mugugnarono. Il sindaco si appese al petto la medaglia dei 30 all'ora e passò ad altre attività.

In due mesi il provvedimento fu approvato.

Purtroppo ci vollero due anni per trovare i fondi, preparare ed installare tutta la segnaletica, nel frattempo, ovviamente, i nuovi limiti non potevano applicarsi. Comprensibile, la città B aveva grossi problemi di bilancio

Alla fine tutto fu completato, senza ulteriori problemi. Tutti erano contenti. Infatti i ciclisti avevano il loro limite  sui cartelli.

E anche gli automobilisti non si lamentavano: infatti, come nessuno faceva rispettare il limite di 50 all'ora, adesso nessuno faceva rispettare il limite di 30 all'ora.

Gli incidenti rimasero quelli.


3 commenti:

Mammifero Bipede ha detto...

Manca il finale: "Dopo due o tre anni di disapplicazione il provvedimento venne definitivamente abolito dall'amministrazione successiva, in cerca di facili consensi elettorali".

Lug il Marziano ha detto...

Speriamo nel nuovo sindaco!!! Ti candidi?

Anonimo ha detto...

la conclusione è amara ma realistica
con le leggi del governo B l'unico modo per contestare il superamento del limite di velocità è mettere un autovelox omologato in una posizione ben segnalata e visibile...
ve li immaginate in strade secondarie di quartiere?