domenica 1 gennaio 2012

2012: l’anno del… “Se Semo Rotti”

Il 2011 ha visto l’esplosione dell’uso della bicicletta a Roma. Vuoi per il tempo, vuoi per l’influenza dall’estero, vuoi per la crisi economica, vuoi per l’inefficienza del trasporto pubblico. Abbiamo iniziato il 2011 in pochi, siamo diventati tanti. E nel 2012 saremo ancora di più.

Di più perché la manovra per la correzione del deficit toglierà ancora più quattrini dalle tasche. Molte famiglie non saranno più in grado di finanziare lo scooter ai figli, o semplicemente di pagarsi la benzina per spostarsi, o addirittura i biglietti del mezzo pubblico. Però stavolta ci sarà pronto l’esempio degli altri ciclisti, e quindi molte persone ancora faranno questa scelta.

Per quanto mi riguarda il numero di Romani (spero non solo antichi come me, ma anche qualche liceale) che, seppure saltuariamente, sceglieranno la bici come mezzo di trasporto all’interno della città, è destinato ad incrementarsi con rapidità nei prossimi sei mesi, fino a fare del ciclista una figura costantemente presente nel mix degli utenti della strada. E’ giusto quindi che si cominci a destinare a questo mezzo di trasporto una quota delle risorse cittadine.

Purtroppo insieme ai ciclisti anche gli incidenti sono destinati ad aumentare. Non mi sento particolarmente Cassandra, quindi ritengo che il rateo di incidenti non aumenterà in proporzione al numero dei ciclisti, ma comunque stiamo sempre assistendo all’ingresso sulle strade di un numero consistente di utenti non protetti che affiancheranno gli altri centauri. Ed è quindi giusto chiedere al Sindaco di fare la sua parte anche per aumentare le condizioni di sicurezza.

Innanzitutto separare il traffico sulle strade principali. Invece con le piste ciclabili si è venuta a creare una situazione paradossale: il Piano della Ciclabilità (anzi, il piano piano piano della ciclabilità) per adesso sta producendo solo effetti negativi. Visto che non è approvato non si procede alla sua realizzazione, ma visto che c’e’ un piano, quando si ristrutturano le strade, non vi si inglobano le piste, vedi i casi macroscopici di Viale Libia e il più recente e grave Viale Aventino.

Per cui viene il legittimo sospetto che il piano sia solo uno specchietto per le allodole e una scusa per dire… avrei voluto fare, ma non avevo il piano. Poi vedremo che, una volta approvato il piano, non ci saranno soldi nelle casse, e intanto avremo perso molte occasioni per fare piste a costi men che marginali in occasione delle ristrutturazioni stradali.

Ma le biciclette non vivono solo sulle piste. Occorre un’azione decisa per stroncare i comportamenti pericolosi come la sosta in seconda fila e l’eccesso di velocità. E piantarla con tutti quei personaggi che arrogantemente occupano con le loro auto le strisce pedonali, le fermate degli autobus, o parcheggiano accanto ai cassonetti, occupando la carreggiata, e si avvantaggiano della loro arroganza.

Non c’e’ nulla di nuovo in quello che dico, lo dicono praticamente tutti i ciclisti.

Dobbiamo solo far capire al Sindaco che questo è l’anno del “se semo rotti”, siamo peraltro già incazzati per le tasse, e che quindi cominceremo a rendergli la vita difficile, se a noi ciclisti non la renderà più facile.
Posted by Picasa

1 commento:

Martina ha detto...

Sul rapporto di convivenza (forzata) tra ciclisti e automobilisti secondo me bisognerebbe completamene capovolgere la prospettiva.
Prima di tutto non dobbiamo essere noi ciclisti a chiedere le ciclabili perché tanto in quattro e quattr'otto sarebbero occupate dalle macchine o scooter parcheggiati, bancarelle eccecc, vedi l'esempio delle piste ciclabili di Porta di Roma belle larghe e del tutto inutilizzabili.
Non sarebbe meglio se invece fossero gli automobilisti a chiederle? per toglierci dalle palle diciamo, perché man a mano che siamo sempre di più sulle strade facciamo massa critica (eheh) e insomma diciamocelo a viale libia, dove quel bel rettilineo li tenta ad accelerare a 200 all'ora, quanto rompo io in bici? che sto praticamente al centro della strada stretta tra la corsia dell'autobus (dove non vado se c'è l'autobus) e le macchine parcheggiate in seconda fila a sinistra della carreggiata?
Insomma lo so che è una provocazione (e mi danno sempre tutti contro) ma secondo me dobbiamo capovolgere il problema:
se non ho una ciclabile dove stare, non è un problema mio, è loro !
ciao
Martina