lunedì 29 marzo 2010

Mari e Monti con cicloappuntamenti

Domenica scorsa una magnifica uscita in bicicletta ci ha portati ad arrampicarci sulle colline alle spalle di Civitavecchia, fino al borgo viterbese di Monte Romano, e poi a riscendere verso la valle del Marta fino a Tarquinia.

Questa volta l’itinerario è stato Made in Pierfranceschi, studiato sulle carte e attuato all’impronta, con un certo margine di moderato rischio. Come una pattuglia di cavalleria leggera in esplorazione nella terra di nessuno. (Le foto di Marco, sono a questo link)

L’uscita doveva essere la prima del nuovo sito di cicloappuntamenti, che divide le uscite hard da quelle soft. La sorte è stata beffarda e non solo il dislivello finale è stato circa il doppio del preventivato, a meno che i ns GIPPIESSISTI non abbiano contato anche la discesa…

Discesa assolutamente problematica, che ci ha portato su strade sconvolte dal passaggio dei cingolati (trattori e non carri, suppongo) a tal punto da essere praticamente impraticabili in sella alla bici… O meglio, praticabili ma impraticamente… almeno fino al Fango Finale, una distesa nella quale non si poteva che affondare, stile rinoceronte in Africa.

La giornata è stata magnifica. Soleggiata ma fresca, non ha fatto soffrire il caldo, se non nei momenti più difficili delle lente arrampicate. L’aria era già piena dei profumi della primavera. Per i miei gusti poco bosco, ma comunque una meraviglia.

Da non sottovalutare l’apporto positivo dell’ampia, e qualificata, partecipazione femminile, che rende le uscite molto più divertenti e piacevoli (spero che per loro sia lo stesso per noi maschietti). Dico qualificata perché sono delle grandi pedalatrici, soprattutto se si considera che in possesso di biciclette di prestazioni nettamente inferiori.

Anche giungere sul posto è stato divertente. Rivendico il primo posto a raggiungere la stazione Termini, dove, a causa della moltiplicazione dei fattori di sicurezza(arrivo con mezz’ora di anticipo, + mezz’ora), entravo con più di un’ora di anticipo rispetto alla partenza del treno.

Sul treno, passato Trastevere, eravamo quindici. Un paio di sconsiderati avevano infilato le loro bici insieme alle nostre. Sono stati puniti, perché a Civitavecchia, nella foga, abbiamo sbarcato anche le loro. Se non fossero corsi a rimetterle sul treno, ci saremmo veramente divertiti!

Ovviamente ci aspettiamo al più presto una presidentessa che affianchi i nostri eroi!

Foto in arrivo ASAG - As Soon as Google allows

giovedì 25 marzo 2010

Facite a faccia feroce… Chiu’ feroce ancora!

Qualche tempo fa Roma è stata tappezzata da manifesti contro gli “zozzoni” che buttano le carte per terra e i writers che verniciano muri che spesso non hanno bisogno di verniciature e treni o tram che sicuramente non ne hanno mai bisogno.

Tra le due categorie non saprei dire quale mi risulti più detestabile. Forse i writers, che si convincono di stare male per poter fare il peggio.

Voglio dire, avendo avuto la fortuna di nascere a Roma, e non in qualche fetente slum di una metropoli americana, non si capisce perché debbano mettersi a fare quelle cose che i loro coetanei fanno come antidoto al suicidio.

Insomma, quando hai davanti una di quelle pareti nude che si trovano bel retro dei vecchi grattacieli, lo si capisce pure, ma a Roma o in provincia… C’e’ sempre sole e colore, qui…

Il colmo di questa idiozia l’ho invece incontrato ad Atene, dove uno di questi sconsiderati ha pensato bene di fare una delle sue orribili pitture sul muro di un bella casetta, inizio Novecento, ben pitturata, di fronte all’Acropoli.

Pertanto, premesso che ai writers io mozzerei le mani e poi li porterei a mostrare i moncherini in giro per le scuole dei loro coetanei, mi chiedo: c’e’ il colmo del colmo?

Sì: la suddetta campagna del Comune di Roma, che è basata sul concetto di multa. Invece di scrivere: avete rotto i c*** co’ le vostre schifezze, oppure a quello che butta le carte per terra: chi butta le carte per terra è cafone e burino, viene lanciato il messaggio: chi fa queste cose sarà multato.

Dopodiché si attaccano questi manifesti in strade dove le auto parcheggiano giornate intere sul marciapiedi, sui passaggi pedonali, ai posti handicappati, in doppia fila, di fronte ai cassonetti…

Insomma, chi ci crede?

Chi crede che il vigile che ignora l’auto in doppia fila farà la multa al pedone sorpreso a gettare la carta per terra?

O quel comando che, malgrado le rimostranze dei residenti, evita di intervenire sugli schiamazzatori notturni, quelli che la notte giocano a pallone a Piazza Trasimeno, si apposterà per acchiappare writers, scaricatori abusivi etc?

E allora, la campagna è stata fatta per dissuadere o dare soldi ai campagnoli?

Ah… saperlo, saperlo!
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domenica 21 marzo 2010

Un’allegra gita in una giornata dal tempo un po’ triste.

Cicloappuntamenti ha colpito ancora, con l’organizzazione di una simpaticissima gita per sfaticati: da Santa Severa a Cerveteri.

Detta così sembrerebbero 10 km di pianura, in realtà siamo saliti fino a Sasso e poi a Castel Giuliano e di li’ scesi a Cerveteri per un’altra strada, un po’ bosco e molti campi.

Mi hanno detto (non ho il GPS) che abbiamo fatto circa 44 km e 450 m di dislivello. Non male per dilettanti e varie signorine.

La gita si è conclusa sulla spiaggia di Marina di Cerveteri, con una mangiata alimentata da Federico che ha portato un pranzo intero nella sua borsa, dalla frittata di Vito e innaffiata dal vino di vari contributors.

Adesso che ho capito come funzione mi riservo di contribuire alla prossima gita.

Un plauso a trenitalia che ha fornito i treni per l’andata e il ritorno.

Un piccolo suggerimento per le prossime gite: propongo di fare la pausa pranzo in cima alla salita. Infatti avrei gradito di più l’ambiente boschivo.

Ma sto preparando anche io la mia gita da proporre… ovviamente una qualche riedizione di posti che già conoscete, visto che sono l’ultimo arrivato.

Le foto sono un tantino miserelle, lo ammetto, ma questo tipo di giornate sono un disastro per l'ottica del telefonino

venerdì 19 marzo 2010

Pista dell’EUR… con i passaggi pedonali ancora non ci siamo…

Oggi ho riaperto la stagione della pista dell’EUR…

La realizzazione dell’attraversamento di Via Cilicia ha veramente reso più tranquillo e sicuro quel tratto. Anche gli automobilisti mi pare che stiano molto più attenti, a differenza dell'incrocio con Via Laurentina, dove le auto girano veloci.

Peccato che sugli altri attraversamenti le idee non so ancora chiare, e la campagna di rifacimento delle linee lo mette in risalto.

Dalle foto prese da due attraversamenti successivi, risulta chiaramente la differenza: uno è un passaggio ciclopedonale, l’altro un semplice passaggio pedonale.

E’ fatto apposta o un errore?

I partecipanti al tavolo tecnico del Comune, potrebbero riferire questa situazione all’ing. Contadini?


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mercoledì 17 marzo 2010

Ingegneri contro lo stesso palo

Come nella mitica barzelletta dei carabinieri (che posso fornire a richiesta), è risuccesso di nuovo (speriamo sia l'ultima volta). Voglio dire: stesso luogo, stesso semaforo, stesso svolgimento degli eventi.

Attraversando al semaforo pedonale della Salaria, all’altezza della Mercedes… vi ricordate il post?

Premo il pulsante, attendo che il semaforo diventi rosso per le auto, le auto della corsia interna si fermano, io comincio ad attraversare, e il solito SUV nero, che arriva sulla corsia di sorpasso, accelera e “brucia” un rosso pieno con pedone attraversante.

Visto che l’avevo visto, ho avuto tutto il tempo di fargli il gesto romano del “ma che c**** fai”, cosa che fa letteralmente imbestialire gli automobilisti. E infatti quello, passando con il rosso, con le altre auto tranquillamente ferme, ha trovato anche la faccia di tolla di replicare.


Anzi, più sono arroganti e più vanno in bestia se si resiste all'arroganza. Un buon motivo per farli schiattare.

Scriverò per far mettere una bella telecamera anti-pirati. Ma certo, tante persone sono proprio pericolose!

martedì 16 marzo 2010

Da Roma al Lago Albano a causa del cambio rotto



Domenica mattina mi sono preparato “a razzo” per unirmi al manipolo di cicloappuntamenti per Mrtignano. La preparazione era stata in realtà un po’ diversa… più “a c***” che “a razzo”, in quanto non avevo notato che il cambio posteriore della bici era bloccato.

Quindi al volo la sostituzione della bici, e ho optato per un più vicino e fattibile giro al lago di Castel Gandolfo (o Lago Albano), passando per l’Appia.

Il caso ha voluto che incontrassi lungo la strada un altro manipolo di cicloappuntamentisti, il che mi fa pensare a tre possibilità:

- siamo tanti;

- facciamo sempre le stesse gite.

In effetti il gruppo, formatosi in maniera casuale, era poco coeso, e si è diviso in tre tronconi: i rapidi, quelli che volevano stare soli ed io nel mezzo, che con il biciclettone da città e 86 kg addosso non avevo speranze di competere con i rapidi, tanto che a Frattocchie ho abbandonato l’Appia vecchia per l’Appia nuova, sapendo quello che perdevo e quello che avrei trovato.

In realtà l’ascesa è stata turbata dalla chiusura di ben due strade tra quelle che avevo selezionato per il tratto finale (itinerario Paola e Gino): erano chiuse sia Via Castagnole di Sotto che Via dei Pini. Ovviamente mi sono arrangiato e sono arrivato, solo ma contento, al Lago. D’altra avevo da pensare ad un po’ di cose che si meditano meglio se si è da soli.

La giornata ha messo rapidamente al brutto. Ma peggio è stato constatare come un bel luogo come quello sia completamente motorizzato e alla fine ostile alla bicicletta. Riassumiamo:

- manca una pista intorno al lago;

- era pieno di motociclette (non meno di un centinaio);

Se vedete le foto notate un ambiente idilliaco: non fatevi fregare… mon sentite la colonna sonora del rombo dei mostri a motore, che rimbalzava da una parte all’altra del meraviglioso cratere. Inutile dire che la soddisfazione di raggiungerlo in bici supera qualunque altra…

Devo anche aggiungere che io sono di parte: adoro il rumore degli aerei come detesto quello delle auto, ed in particolare il rumore del post-bruciatore. Ricordo con particolare emozione un giorno a Zagabria. Mentre scendevo dall’ATR-72 che ci aveva portato lì, è entrato in pista un Mig-21 (refurbished…), si è allineato, giù di post bruciatore e vai… Il rumore l’hanno sentito almeno fino ad Ancona…

Il massimo è stato quando, fermatomi per una cioccolata calda ad un bar (all’aperto) un tizio si è avvicinato con la moto e l’ha lasciata accesa (con sommo fastidio) mentre si sorbiva un romantico aperitivo… Io sono stato zitto, anche perché sono abbastanza brontolone di mio, e avevo finito la mia cioccolata.

E’ intervenuta un’ausiliaria del traffico che ha cercato di fargli spegnere il motore, ma non si ricordava l’articolo specifico del CdS… E quello le diceva: “Che vuole, non si può riaccendere. Se la spegne poi la riaccende lei…”

L’ausiliaria del traffico sopraggiunta (1,2 di altezza, in effetti 0,75 di ausiliaria…) era in evidente imbarazzo. Io le ho offerto la mia solidarietà, ma oltre non sono andato, proprio perché sarei stato l’unico a protestare, e comunque stavo già andando via.

Un poliziotto degno di questo nome (p.e. uno che si fosse ricordato lo specifico articolo) avrebbe detto qualcosa, anche perché il tizio tra un sorso e l’altro, evidentemente fomentato dal maschio rombo del velocipede, intramezzava i sorsetti al prosecco con effusioni alla compagna, sfottendosene totalmente del grave disagio, dico sul serio, arrecato agli astanti.

Io intanto mi ero ri-vestito ed ero ripartito, non senza dire mentre andavo via un perfido: “Ma no, lasciala in moto, tanto mica da’ fastidio…” con un tono che chiaramente intendeva il contrario.

Al ritorno ho incontrato una serie di altri ciclisti che ascendevano, donne rigorosamente a spinta.

Raggiunto il piano, l’Appia antica, con un po’ di sole e niente persone, era un luogo incantato…

Comunque, in una nazione un pochino più attenta a certi fatti, il Lago Albano sarebbe trattato un gioiellino e preservato dall’eccessivo motorismo e mototurismo. Sarebbe bello avere un collegamento ciclabile, sistemando ciò che resta dell’Appia Antica almeno fino a Frattocchie, e garantendo un anello ciclabile intorno al lago… o almeno alla parte circolatile senza pericolo di frane.

Lo chiederemo al nuovo governatore, dopo le elezioni, che ne dite?

venerdì 12 marzo 2010

Anche a Biella il Bike Sharing

Una puntata a Biella per lavoro... Ho preso una nevicata clamorosa.

Per fortuna avevamo deciso di andare con il treno (Roma-Milano-Novara-Biella), con il Frecciarossa che ha accumulato 75 minuti di ritardo, un passaggio degli Appennini che neanche le Ande hanno tanta neve, e un mercoledì sotto nevicata costante.

All'aeroporto di Biella l'inconsueta immagine di un Canadair sotto la neve.

Oggi, prima di ripartire, sciolta la neve, ho visto che sotto l'albergo passava una bella pista ciclabile, che non ho avuto la prese spirito di fotografare.

Ho fotografato però il bike.sharing cittadino, e potete vedere il parcheggio della stazione di Biella S. Paolo.

Una cosa: le biciclette sono proprio come quelle del bike-sharing di Roma, solo che lì sembrano durare di più!
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martedì 9 marzo 2010

Ciclisti da Marciapiede

In questo post non si parla di escort o gigolo’, ma di una specifica razza di ciclisti: quelli che preferiscono, ogni volta che è possibile, salire sul marciapiede per sottrarsi al rischio dell’arrotamento stradale.

Ciclisti, siamo sinceri: chi è senza peccato scagli la prima pietra! Chi non si è mai rifugiato in questa pratica alla ricerca di protezione dallo straripante traffico?

Io stesso spesso ci indugio.

L’ultimo e più eclatante esempio è stato il rientro da Frattocchie sull’Appia Nuova… Ho fatto gran parte del percorso proprio sul marciapiede, mentre sulla strada le auto sfrecciavano ben oltre i limiti di velocità.

I pedoni non protestino: per ogni ciclista da marciapiede esistono almeno 5 pedoni da pista ciclabile. Se poi ci mettessimo i cani, che i pedoni si portano appresso, avremmo che la bilancia penderebbe decisamente a favore dei ciclisti.

In effetti, vista la scarsità e la scarsa qualità delle piste, l’opzione marciapiedi risulta particolarmente attrattiva, specialmente considerando tutti i quattrini che il Comune di Roma sta profondendo nella ristrutturazione dei marciapiedi, che procede a tutto spiano. In effetti, con un po’ di buona volontà e intelligenza, molti di questi marciapiedi in rifacimento avrebbero potuto essere ciclabilizzati con soddisfazione di tutti.

Che ci vuole per usare il marciapiedi? Un po’ di educazione e rispetto dei pedoni ci si incontrano, magari un sorriso e un “grazie” se ti fanno passare. Insomma non arrotarli, non spaventarli e rispettare le vecchiette.

In cambio abbiamo sicurezza e tranquillità. Magari non velocità… infatti molto spesso il fondo dei marciapiedi non è adatto alle bici, vedi i famigerati mattoncini, e allora per le bici è una mezza sofferenza velocità scende molto rispetto alla strada.

Un altro problema è la ripidità degli scivoli, che spezza il ritmo della pedalata… Certe volte sembra che li facciano apposta, proprio per limitare l’uso delle bici- Forse basterebbe dare specifiche tecniche per la promiscuità dei marciapiedi e rimuovere il pregiudizio e la diffidenza tra le due categorie di utenti.

E questa sarebbe un’ottima cosa: infatti il marciapiede ad uso promiscuo è il toccasana delle strade extraurbane. In tal caso, vista la scarsa densità di pedoni e ciclisti, un marciapiedi rialzato con scivoli, meglio se colorato in rosa pista, è un’isola di salvezza dal traffico per entrambe le categorie, specie quando scende l’oscurità, con la pioggia o una combinazione di entrambe.

Basterebbe cominciare a spiegarlo a chi fa le strade…

domenica 7 marzo 2010

Marciapiedi salvavita rifatti ... adesso sì che si va!

Con riferimento a quanto detto nel mio post del 21 dicembre scorso (marciapiedi salvavita), come potete vedere dalla foto, vi è stata un più che provvidenziale rifacimento del marciapiedino che costeggia la Salaria sulla salita Ponte Salario e Piazza di Priscilla.


Adesso, quindi, è diventata percorribile alle biciclette, e quindi può svolgere la sua funzione di “striscia” che ti separa dalle auto.


Il post era stato ferocemente criticato.

Certo, ognuno fa e proprie scelte, ma per me adesso è molto meglio, molto più sicuro, che arrancare in salita a 8 km/h su strada.
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sabato 6 marzo 2010

Parcheggio… Roma ritorna al Pre-Rutelli?

Rutelli sindaco, in accoppiata con Walter Tocci, furono i primi a dire-timidamente- che Roma avrebbe potuto trasformarsi in una città civile, e mossero alcuni passi iniziali, ma concreti, verso il miglioramento.

Proviamo ad elencarli:

- Unificazione dei biglietti Metro e Autobus (all’epoca ATAC e COTRAL) dando vita al metrebus;

- Introduzione delle ferrovie Metropolitane (la famosa FM 1), ora diventate le FR;

- Ristrutturazione della rete di collegamenti ATAC;

- Introduzione dell’area pricing con le strisce blu.

Insomma, con tanti limiti, furono i primi a cercare di dare una risposta concreta al problema della mobilità nella città dell’eterno ingorgo.

In particolare le strisce blu dovevano, attraverso una selezione di tipo economico, limitare l’accesso delle auto a chi si poteva effettivamente permettere il prezzo del parcheggio, e contemporaneamente, con il ricavato, sostenere una serie di infrastrutture altrimenti irrealizzabili, come per esempio l’esercizio dei parcheggi di scambio.

In effetti la risposta fu abbastanza positiva. Per un periodo sembrò che il miracolo fosse stato avviato, e che a poco a poco, con l’ampliamento e la razionalizzazione dei mezzi pubblici, l’auto avrebbe potuto essere lasciata da parte.

Da allora non ho capito esattamente cosa sia successo, ma mi pare che si stia tornando indietro. L’Amministrazione Veltroni fu un rallentamento di questa strategia, mentre quella Alemanno è un vero ritorno all’incubo degli anni ’80, con il traffico e l’arroganza degli automobilisti in crescita continua.

Per esempio nella mia strada siamo ritornati indietro di 6 anni, prima dell’introduzione delle strisce blu: le auto ormai occupano interamente un marciapiedi, e oggi ho ritrovato, dopo tanti anni, la doppia ostruzione contemporanea di entrambi i marciapiedi: auto parcheggiate ad occupare interamente il marciapiede da entrambi i lati della strada e alla stessa altezza. Ciò significa dover camminare per strada.

Ma come è possibile questo? Com’e’ possibile aver fatto questo terribile passo indietro?

La risposta è molto semplice: non so per quale motivo, ma non c’e’ più sorveglianza.

Gli ausiliari del traffico (quelli della vecchia STA) non possono più sanzionare quelli che mettono la macchina fuori dalle strisce blu. I Vigili non passano a fare le multe. Gli automobilisti prepotenti l’hanno capito e si tornano ad appropriarsi degli spazi che non sono loro.

Bentornata Calcutta.