domenica 28 febbraio 2010

Torre Astura… Come l’avreste trovata se ci foste arrivati…

Non tutte le ciambelle riescono con il buco, e per questo il Marziano propone una foto, di almeno 25 anni fa, di Torre Astura in una giornata di scirocco invernale, come l’avreste trovata se ci foste arrivati.

In effetti avevo qualche dubbio sulla spedizione: l’estate precedente (e quella prima) avevo trovato il passaggio via terra per la Torre; che inizia sulla riva del “fiume” Astura, bloccato. Ancora non so le la Torre è effettivamente raggiungibile dalla strada, attraverso la magnifica pineta.

Torre Astura ha un posto di tutto rispetto nel mio immaginario ciclistico: la prima fuga in bicicletta, ad 11 anni, è stata da Nettuno a Torre Astura. Successivamente, a più riprese, ci sono riandato sia in bicicletta che in motorino. In particolare una volta abbiamo forzato il poligono, ovvero penetrati la mattina, prima che iniziassero i tiri. Per andare a pesca, ovviamente, salvo poi dover ritornare via spiaggia, guadando in acqua salata (povero Boxer).

Una volta abbiamo tentato di risalire il fiume in barca a vela, con scarso risultato, ovviamente.

A settembre scorso ci sono stato in canoa, partendo da Nettuno.

Mi dispiace di non aver potuto partecipare alla gita,, che spero poi venga replicata.

Sarebbe interessante avere il permesso di passare attraverso il poligono, evitando la strada. Occorrerebbe conoscere qualcuno del luogo, magari Big Buddha ci può aiutare!
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venerdì 26 febbraio 2010

Era meglio contromano…. Paraponzipozipo’.

Tanto per rispondere ai moralisti che mi rimproveravano rispetto al contromano del poncho perduto, una classica missione di Search and Rescue, e pertanto soggetta a regole speciali, voglio ricordare che il pericolo ce l’hai quando sei dalla parte della ragione…

Esattamente una settimana dopo l’infruttuosa ricerca del poncho, stavo tornando dalla gita ai Castelli con Cicloppuntamenti. Bella cavalcata dalla salità di Frattocchie, dove avevo avuto un incontro molto ravvicinato con un panino alla porchetta, poi via per l’Appia Nuova fino a San Giovanni, e poi fino a casa.

Passato Viale Regina Margherita stavo scendendo per Via Postumia verso Piazza Trento, quando vedo un’auto davanti a me che, dalla corsia opposta, deve girare a sinistra, ovviamente tagliandomi la strada. Io arrivo in discesa sui 25/30 (Allegro, non troppo) e continuo tranquillo, confidando che l’auto attende sulla mezzeria, visto che non accenna a passare.

Ad una 40-ina di metri dall’auto, questa comincia impercettibilmente a muoversi verso sinistra.

Bene –penso- è uno di quelli che ti deve far fretta e vuole passarmi dietro, appena io sono sfilato.

Non era così. Infatti il tipo –che avrebbe avuto tutto il tempo di passare, fosse stato deciso- continua a muoversi lentamente ma inesorabilmente. Innervosito tocco i freni e comincio a rendermi conto che nonsarei riuscito a sfilargli davanti, perché ormai mi stava tagliando la strada. Al mio rallentare la macchina accelera, fino a bloccarmi il passaggio, quando ormai non avevo più spazio per manovrare.

Mi attacco ai freni (per fortuna ho l’ABS incorporato nelle mani) e arresto la bici a non più di 5 cm dalla lamiera, urlando STAI FERMO KE K**** FAI!!!!!

Il tipo rientra dal mondo dei sogni alza le mani e si arrende. Dal suo sguardo però non è convinto. Secondo lui aveva fatto tutto bene.

sabato 20 febbraio 2010

Anche Roma una Giornata Senza Motori

Da tanto ci penso, e qualche volta l’ho anche scritto… Non ci meriteremmo anche noi una “Giornata senza Motori”?

L’idea mi era venuta nel corso dell’ultima “domenica ecologica” romana, quando la quantità delle Euro 4 in circolazione aveva praticamente annullato l’effetto di contenimento del traffico. E mi sono detto: “Se ci siamo tanto divertiti ai tempi dell’austerity, con il blocco totale, perché non rifarlo adesso?”

In effetti, credo che una buona parte di Romani, se non la quasi totalità, gradirebbe vedere un giorno di blocco totale, ovvero la città senza auto, moto, motorini o auto del corpo diplomatico. Solo bus, taxi, e comunque non oltre i trenta all’ora.

Ma c’e’ una speranza di farlo?

Secondo me sì, basta considerarlo una festa, come la notte bianca, e non un blocco. Vediamo la radiografia:

- durata: anche dalle 11 alle 4 o alle 5 del pomeriggio, così chi vuole uscire e rientare dalla città non ha problemi;

- giornata: una domenica senza il campionato di calcio, così non ci sono nemmeno problemi di Olimpico;

Ma se si pubblicizza adeguatamente, ovvero se si lancia l’idea: “Venite a Roma a godervi la città senza traffico” si possono anche richiamare molti turisti sia dai comuni del Lazio che da Firenze, Bologna o altre città. Per non parlare degli stranieri...

Anzi, si potrebbe coordinare l’iniziativa con altre città: una domenica a Roma, una a Napoli, una a Firenze, in modo da dare a tutti la possibilità di vedere le nostre città senza auto.

Credo un’occasione unica, specialmente in città belle come quelle italiane.

domenica 14 febbraio 2010

Alla ricerca del poncho perduto…

L’avevo messo sul portapacchi posteriore. Quando, arrivato a casa, sono sceso, non c’era più! Il mio adorato poncho impermeabile di Decathlon, comparto in offerta a Milano… Che tristezza… Che faccio?

Semplice: rifaccio la strada e lo trovo.

Detto fatto. Comincio subito rifacendo tutta la strada a senso unico di casa mia contromano, ovviamente guardando per terra.

Fino a qui tutto facile, fino a quando non arrivo a Piazza S. Emerenziana… E lì, per cercare il poncho, devo fare tutta la piazza contromano… Vabbè, un attimo e vai, d’altra parte non c’era neanche tanto traffico.

Viale Eritrea… ha due lati, e chiaramente se vado per il alto giusto, non riesco a vedere se c’e’ il mio poncho. Non mi perdo d’animo e comincio a fare tutto Viale Eritrea contromano.

Ora, gli automobilisti sono abituati a qualche bizzarria dei ciclisti, ma questa non la capivano proprio, lo si vedeva dai loro sguardi attraverso il parabrezza… Perché un ciclista dovesse andare contromano proprio a Viale Eritrea non lo riuscivano proprio a capire.

Corso Trieste: idem con patate, stando dall’altra parte dell’aiuola centrale (ma quando la pista?) fino a Piazza Istria, e poi su, fino alla Nomentana, questa volta sul lato normale della carreggiata...

... rotatoria del S. Leone Magno a parte, dove ovviamente ho fatto una controrotatoria, o antirotatoria, o roundabout , fatto proprio come l’avrebbero fatto in UK, ovvero tenendo la sinistra.

Anche Via Lanciani è divisa in due rami, e l’ho percorsa tutta contromano…

Arrivato al Ponte, visto che non era il caso di andare contromano, mi sono appiccicato al divisorio New Jersey in cemento, in modo da poter guardare sull’altra corsia, e mi sono fatto Ponte Lanciani, la salitona, e a seguire tutta Via dei Monti Tiburtini, fino all’incrocio con la Tiburtina.

Da lì, ho ritenuto opportuno trasferirmi sul marciapiedi e continuare fino all’incrocio della Roma L’Aquila.

Del caro poncho, nulla. Dichiarato ufficialmente perduto. Però, che contromano!

venerdì 12 febbraio 2010

Crescono gli incidenti, aumentano le assicurazioni

Molto tempo fa, una ditta di elicotteri che conoscevo, ebbe una serie di incidenti piuttosto seria. Uno dopo l'altro, tutti in fila, anche se per perizia degli equipaggi, o per pura fortuna, senza alcun danno alle persone. Il risultato più serio di questa serie di incidenti fu lo schizzare in alto dei premi assicurativi, che colpirono tutti gli altri operatori sani del settore.

Un allarme simile lo sta lanciando l’ANIA a proposito del ramo di responsabilità civile auto (RCA). Dopo anni di diminuzione, il numero degli incidenti stradali, loro li chiamano infortuni, ha ricominciato a crescere, con il risultato di spingere ad un innalzamento dei premi assicurativi.

Ora so bene che molti non si fidano dei dati ANIA, e quindi diranno che i dati sono artatamente truccati. Però a questo mondo a qualcosa bisogna credere, e fino a che qualcuno non porta un contraddittorio serio, mi limiterò a prenderli per veri.

La prima considerazione è che ci troviamo di fronte ad un nuovo caso di inefficienza nazionale. Infatti gli incidenti, quelli senza conseguenze per le perso possono essere in qualche modo bene accetti in una nazione che ha una buona industria automobilistica e non ha altre industrie, per cui ogni volta che sfasci una macchina, e la devi comprare, sposti il tuo reddito sull’industria nazionale invece di comprare computer, Ipod, etc. etc.

Purtroppo sappiamo benissimo che le conseguenze per le persone sono terribili. Un mio collega ha avuto il figlio coinvolto in un incidente di moto. Per rimettere a posto quel ginocchio sono stati già spesi circa 60 mila euro (pagati dall’assicurazione) e comunque l’articolazione non tornerà come nuova.

Un altro collega è caduto dal motorino, si è spezzato tibia in sei punti, e sono circa otto mesi che sta cercando di venirne fuori. E non stiamo parlando di niente di veramente grave.

Un dato interessante sarebbe vedere se l’aumento degli incidenti è generalizzato o riguarda una delle tre categorie di utenti: auto, mezzi industriali o moto. Infatti io ho l’impressione che la categoria dei ciclisti sia ormai finita fuori controllo.

Ci dobbiamo comunque aspettare un aumento dell’RCA, che a sua volta inciderà sull’inflazione, con un effetto negativo sul complesso dell’economia. Come per il parcheggio abusivo di fronte al panettiere, siamo doppiamente puniti: dall’incidente in se’, e dalle sue conseguenze macroeconomiche.

Chissà quando capiremo che seguire una politica di moderazione sulla strada può solo comportare benefici, umani, sociali e macroeconomici? E rendere il paese più efficiente?

mercoledì 10 febbraio 2010

La Reconquista degli spazi funzionali delle strade…

Non so se si chiamino “spazi funzionali”, ma io li chiamo così. Sono quegli spazi che devono rimanere liberi perché “servono” a qualche altro scopo.

Appartengono a questa categoria non solo le strisce pedonali, ma anche i passi carrabili, e gli spazi per lo scarico delle merci, le fermate dei bus, insomma, tutto ciò che fa efficiente, dal punto di vista della circolazione automobilistica, una città efficiente.

L’altro giorno stavo comprando il pane, e ho visto il solito capannello di Vigili attorno ad un’auto in sosta di fronte al panettiere.


Motivo: l’occupazione, da parte dell’auto, dello spazio destinato allo scarico delle merci.

Non ho capito perché ci stessero mettendo tanto, dopotutto si trattava “semplicemente” di elevare una contravvenzione… All’interno il panettiere approvava: “Vede, se il camioncino non trova il posto libero neanche si ferma. Non corrono il rischio di rimetterci una giornata di lavoro, e mi saltano le consegne”.

Diciamo che questa è un’altra istantanea di Roma… Il segno dell’arteriosclerosi che ci affligge e che non si riesce a controllare. Sta di fatto che i più arroganti, o menefreghisti, o coloro che non hanno alternative, invadono il territorio che dovrebbe servire agli altri, al panettiere come al trasportatore per fare il proprio lavoro. Lavoro che perde efficienza a scapito di tutta l’economia, ovvero di tutti.

Stesso discorso lo abbiamo per le fermate dei bus, oppure la sfacciata arroganza di coloro che parcheggiano regolarmente sulle strisce pedonali, magari occupandone l’intera estensione.

Sarebbe una gran bella cosa se a Roma comparisse un Cid Campeador che partisse ad una bella Reconquista degli spazi comuni e rimettesse arroganti e prepotenti al posto loro.


Non mi piace citare pietre di paragone negative, ma l’alternativa è allontanarsi dall’Europa e veleggiare verso paesi che nn solo sono meno civili, ma anche notevolmente più poveri.

lunedì 8 febbraio 2010

Diminuzione di traffico?

Sarà il freddo che tiene lontani i motorini dalle strade, ma da qualche giorno, almeno un paio di settimane direi, ho notato un calo del traffico e, al tempo stesso, un sovraccarico dei mezzi pubblici. Prendo spesso la metro B, ed la mattina è veramente un grosso problema. Alla stazione di Piazza Bologna, talvolta occorre attendere vari convogli prima di salirci.

Ho esternato questa mia sensazione ad alcuni amici automobilisti, i quali hanno, follie natalizie a parte, sostanzialmente confermato le mie sensazioni. Però asseriscono che il calo è generalizzato, ed è in atto da almeno un anno.

Tutti attribuiamo questo calo allo stato di crisi dell’economia. Molti hanno fatto un po’ di conti e hanno deciso che l’uso del mezzo pubblico invece dell’auto è un modo per far quadrare i conti a casa.

Forse questo è uno dei pochi effetti positivi della crisi, e occorrerebbe trasformarlo in un’opportunità, ovvero cercare di trasformare il passeggero di necessità in un passeggero di elezione.

A questo punto, molto banalmente, abbiamo due effetti contrapposti. La diminuzione del traffico aumenta la velocità dei mezzi di superficie, e quindi la convenienza del mezzo pubblico.

D’altra parte l’aumento dell’utenza significa più affollamento, con diminuzione del comfort di trasporto. Maggiore affollamento significa anche più sicurezza, almeno per quanto riguarda le aggressioni.

Chi vincerà? Io credo che il ritorno al mezzo pubblico sia difficilmente reversibile, almeno dal punto di vista degli individui, anche perché il prezzo della benzina sta ricominciando ad aumentare.

Il problema è come la maggioranza degli utenti di mezzo pubblico possa influire sul miglioramento pratico del trasporto, creando un circolo virtuoso che ridimensioni il rapporto tra mezzo pubblico e privato, con benefici reciproci.

Non credo che il Comune intenda aumentare le corsie preferenziali, in quanto invise agli automobilisti. L’apertura delle nuove metropolitane, vero fattore di crescita del trasporto pubblico, purtroppo segue tempi propri, non controllabili dall’amministrazione.

Rimane la strada di una gestione più efficace, seria, ed attenta alle esigenze dell’utenza, così come la protezione degli spazi del trasporto pubblico dall’invadenza degli automobilisti. L’aria che tira sembra invece tutt’altra, con la solita gestione “alla romana” della cosa pubblica.

Purtroppo il Comune non ha inteso percorrere la strada del bike-sharing, un potente moltiplicatore dell’efficienza del mezzo pubblico (I maligni diranno che affidarlo all’ATAC è stato proprio affossare il bike sharing).

Oltre al solito problema del costo del servizio, non sembra che alcuna iniziativa sia presa per estendere le postazioni a tutte le stazioni della metro e delle ferrovie, in modo da aumentarne l’ambito di convenienza intorno alle fermate.

Lo stesso Piano della Mobilità Sostenibile(?) non porta indicazioni chiare sul bike sharing. E’ evidente che, malgrado le ottime prove in altre città, a Roma non ci si vuole fare affidamento. Occasione perduta.

E per noi ciclisti? In linea di massima la diminuzione del traffico non è male, se non altro dovrebbe calare l’inquinamento. Purtroppo in assenza di controlli le macchine residue aumentano la velocità, e quindi aumenta il pericolo di incidenti.

Io continuo a vedere in aumento l’uso della bicicletta, anche se siamo ancora lontani dalla vera massa critica, anche perché l’infrastruttura ciclabile è ancora troppo dispersa e troppo orientata ad un uso ludico.

giovedì 4 febbraio 2010

Helmet Mounted Mirror... un accessorio molto utile

Per il mio compleanno mia suocera, che a ottanta anni suonati ancora usa la bici per muoversi al centro, mi ha regalato uno specchietto da montare sul casco, credo il primo a Roma.

L’ho tenuto sul comodino per un certo periodo, debbo dire ero un po’ scettico. Alla fine mi sono deciso a montarlo sul caso, lato sinistro. Debbo dire che il bilancio di questo primo ciclo operativo è molto positivo.

Il primo vantaggio è che essendo montato sul casco, ne basta uno per tutte le biciclette. Inoltre pesa niente e ha una copertura sufficiente, anche se certo non si sciala. Comunque non da fastidio e non ingombra.

Ad un certo punto lo vorresti da tutte e due le parti del casco. Non c’è niente che lo vieti, ma quando è troppo è troppo.

Il peggior svantaggio è che è anti-istintivo. Ovvero, se giri la testa a sinistra per osservare il settore “vicino” con l’occhio, lo specchietto va ad inquadrare tutto un altro posto. Quindi non si riesce a ricostruire l’intera immagine posteriore. Pertanto, in qualche caso, per vedere i settori più vicini occorre girare la testa al contrario. In poco ci fai l’abitudine!

Per usarlo devi chiudere uno degli occhi (il più lontano) e quindi distogliere lo sguardo dalla strada. A velocità ciclistiche non mi è sembrato un vero problema.

La copertura è sufficiente, ma appena appena.

Infine si può dire che contribuisce a non farti passare inosservato.

L’effetto sulle donne non è ancora chiaro, ma comunque da quando lo porto le avances non mi sembrano aumentate in modo statisticamente rilevante.
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martedì 2 febbraio 2010

Rettifica doverosa: sull'attraversamento di Via Cilicia ci sono le bande rumorose

Nel mio post del 21 gennaio, lamentavo l'assenza delle barre rumorose a protezione dell'attraversamento di Via Cilicia. Mi sono sbagliato, le bande rumorose ci sono.

Mi scuso con i lettori, ma soprattutto con i tecnici del Comune.

Devo dire che vedo gli automobilisti molto attenti, e i duraversamenti odierni sono andati lisci come l'olio.

Non altrettanto all'incrocio tra Via Laurentina e la Colombo, dove ho dovuto manovrare per evitare la collisione.

Confermo però la generale scomparsa degli attraversamenti ciclopedonali, sostituiti per lo più da normali passaggi pedonali.

Fatto intenzionale, dimenticanza, oppure va bene così, ovvero tra due tronconi di pista si può omettere il passaggio ciclopedonale?

lunedì 1 febbraio 2010

Basta un poco di blocco e le polveri van giu’… le polveri van giu’… le polveri van giù…

Alla fine il Comune di Milano si è mosso e, sarà il blocco, sarà lo zefiro arrivato dal polo, le polveri, domenica, sono rientrate nei limiti.

In più il Comune ha cominciato a prendere altri provvedimenti, proprio perché quasi due terzi dei superamenti consentiti sono stati “sparati” nel primo mese dell’anno.

Soddisfatto? Non poco. La logica è quella del Per chi suona la campana. Azione a Milano, significa azione in tutta Italia. Se passa il segnale che la salute è più del traffico, allora non solo avremo il blocco delle auto, ma anche le zone 30 e il potenziamento del trasporto pubblico.

D’altra parte stiamo sempre parlando di un blocco che lascia circolare sia le auto a GPL che quelle a metano, quindi è un non-blocco, ma solo un alt ad alcuni tipi di mezzo. Basta impostare strategie chiare.

Vedremo se adesso la natura darà una mano. Sicuramente è stato ottenuto il blocco delle Euro 4 senza trappola del articolato.

Sul diesel occorrerebbe fare un discorso che non è alla mia portata. Possiamo riassumerlo così: si sta usando il diesel non per risparmiare a parità di potenza, ma per potenziare a parità di costo. Come ciliegina su questa torta, si fanno mezzi che risultano non inquinanti solo se gli si aggiunge un pezzo (la trappola) che non è compreso nel prezzo base dell’auto, e neanche costa poco.

Sembra un pochino una presa in giro. Almeno a me.