domenica 26 settembre 2010

Non ti serve la luce posteriore se vai contromano

In occasione di un salto in farmacia post-cena mi sono accorto di aver lasciato a casa la luce posteriore.

Un grave pericolo. Come fare a mitigare il rischio?

"Semplice" ho pensato, "basta andare contromano. Di certo la luce posteriore non serve".

Elementare Watson!

sabato 25 settembre 2010

Bon Ton Ciclcstico


  1. Il ciclista educato non urla alle signore alla guida dove mettersi il telefonino, anche se c'e' mancato veramente poco;

  2. Il ciclista educato non urla alle signore alla guida dove mettersi il telefonino, anche se c'e' mancato veramente poco;

  3. Il ciclista educato non urla alle signore alla guida dove mettersi il telefonino, anche se c'e' mancato veramente poco;

  4. Il ciclista educato non urla alle signore alla guida dove mettersi il telefonino, anche se c'e' mancato veramente poco;

  5. Il ciclista educato non urla alle signore alla guida dove mettersi il telefonino, anche se c'e' mancato veramente poco;

  6. Il ciclista educato non urla alle signore alla guida dove mettersi il telefonino, anche se c'e' mancato veramente poco;

  7. Il ciclista educato non urla alle signore alla guida dove mettersi il telefonino, anche se c'e' mancato veramente poco;

  8. Il ciclista educato non urla alle signore alla guida dove mettersi il telefonino, anche se c'e' mancato veramente poco;

  9. Il ciclista educato non urla alle signore alla guida dove mettersi il telefonino, anche se c'e' mancato veramente poco;


(ripetere fino a 1000)

giovedì 23 settembre 2010

Un notevole aumento dei ciclisti in giro per Roma

Con soddisfazione registro un notevole aumento del numero dei ciclisti per strada. Siamo oltre il raddoppio, ad occhio e croce.

Per conto mio vedo una serie di ragioni:

- bel tempo ma non caldo;

- voglia di conservare la forma fisica raggiunta durante le vacanze;

- costante peggioramento del traffico;

- peggioramento dell’efficienza e della frequentazione dei mezzi di superficie;

- progressiva diffusione della cultura nord-europea anche qui da noi.

Vorrei aggiungerci, magari sommessamente, il positivo riscontro che la bicicletta è anche economica, ovvero può sostituire uno scooter sul breve raggio con enorme vantaggio economico. In tempi nei quali i guadagni non aumentano non è poco.

Comunque sia, incrocio molti ciclisti sulla pista dell’Eur, ma ancor di più ne trovo nel quartiere Trieste, a Piazza Fiume, su Via dei Fori Imperiali… Tra questi molti sono vestiti da ufficio.

Reggerà questa frequentazione della città alle piogge che ormai si annunciano prossime?

Spero di sì, ma qualcosa dovremmo fare per diffondere gli accessori giusti per i giorni di pioggia.

Certo, se continuiamo in questo modo, la mobilità ciclabile potrebbe in breve acquistare molta importanza nell’agenda del Comune.

mercoledì 22 settembre 2010

Giretto la domenica pomeriggio a Torre Astura

Domenica è stata una giornata di visite familiari.

Ho preso il treno da Roma e, caricatavi la bici, sono andato a Nettuno.

Nel pomeriggio, verso le quattro, mi sono sgranchito un pochino le gambe andando fino a Torre Astura.

Se ben ricordo la distanza (sono senza contacilometri sul "cancello") sono una dozzina di chilometri di strada, più circa un altro di sterrato in pineta.

Non ho avuto un'idea originalissima, avendo incontrato almeno due torme di ciclisti che torbììnavano dal bagno, ma è stata una bella gita.

E' buona per una scampagnata estiva con bagno, ma purtroppo non è abbastanza lunga per farne una gita con cicloappuntamenti. Comunque qualche idea per giretti in loco ce l'avrei.

Vedrò di svilupparla.

Da notare l'estrema pulizia della pineta, anche se ad ogni metro e mezzo si trova un cassonetto della spazzatura, cosa che rende la pineta (almeno il poco che è accessibile) poco attraente.

I miei complimenti a chi la tiene pulita, ma una domanda per il volgo: possibile che non si riesca a convincere i nostri gitanti (molto simile a gitani) a ri-portarsi appresso, magari fino al cassonetto della strada, l'immondizia generata?

D'altra parte se all'andata ti porti il panino non dovresti avere problemi, al ritorno, a riportarti le cartacce nello zaino!

Evidentemente vi è la solita "insofferenza ecologica" dell'Italiota alla gestione dei rifiuti.
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domenica 19 settembre 2010

Il Ciclolaicista: Roma Capitale… istruzioni per la celebrazione.

Mi pare abbastanza chiaro che una delle ragioni forti, se non la principale, per la quale l’Italia non si è formata come nazione insieme alle altre consorelle, è stata la presenza dello Stato Pontificio che spezzava in due la penisola, e il potere temporale dei Papi a Roma, che impediva all’Urbe di diventare la capitale naturale del nuovo Stato.

Pensare ad un’Italia senza Roma Capitale, era come pensare alla Francia senza Parigi o al Regno Unito senza Londra. Semplicemente impensabile.

Per annullare quest’anomalia della storia, la città più famosa del mondo ridotta a sagrestia (seppure di lusso e meraviglia del barocco), ci sono voluti oltre 1000 anni. I Papi comunque non la presero bene e stettero in cagnesco fino al 1929. L’accordo riuscirono a farlo solo con Mussolini, a riprova che Regno d’Italia, seppur fra tante contraddizioni, un po’ di attributi liberali li aveva.

Quest’anno il nostro Sindaco, anche in occasione del 150enario dell’unità di Italia, ha pensato di rivitalizzare i festeggiamenti di questa grande data, sempre molto trascurata. Per di più è stata fatta capitare nello stesso giorno la firma del decreto su Roma Capitale, che dovrebbe (i critici dicono di no) assegnare più poteri al Sindaco e più fondo alla città. Spero in un diluvio di piste ciclabili.

Ottima iniziativa. Addirittura ai festeggiamenti è stata invitata la controparte, nella persona del cardinale Bertone. Tutto OK, alle celebrazioni dello sbarco in Normandia si invitano anche i Tedeschi.

I Tedeschi, e non i nazisti.

E soprattutto non nel 1945.

Infatti così come il lascito di San Pietro ha avvelenato a lungo la Penisola, impedendole di crescere come nazione, la Chiesa cattolica sta ancora esercitando una pesante influenza, ormai del tutto negativa, sul mondo politico italiano, impedendo al paese nel su complesso di raggiungere una serena dimensione di stato laico.

Negli ultimi anni, dalla vicenda dei DICO del defunto Prodi, fino all’ultima proposta di legge sul testamento biologico (passando per le tristi paludi del caso Englaro) la Chiesa cattolica ha chiamato a raccolta i propri politici, contribuendo in maniera sostanziale a complicare una vita politica italiana già fragile e travagliata di suo. E a mantenere arretrato il Paese.

Per parte mia, pur rispettando il sentimento religioso, lo ritengo un fatto strettamente privato. Le ultime sbandierate conversioni, quella dell’ex premier inglese Tony Blair la più clamorosa, le trovo un fatto di pessimo gusto e assolutamente inappropriate in un maschio adulto. Inoltre non capisco come un adulto raziocinante possa affiliarsi ad una qualsiasi Chiesa “reale”.

Analogamente non capisco come si faccia a definirsi “cattolici” in politica. Nulla contro il definirsi cristiani, che evoca anche l’etica del Vangelo, ma definirsi cattolici significa di fatto iscriversi al “partito del Papa” ed essere pronti in qualche modo ad obbedire ai suoi ordini. A chi essere leali nel momento del contrasto?

Ma anche qui non ci sarebbe niente di male, apprezzasse lo stato laico come contenitore di tutte le religioni e dei laici stessi . Purtroppo dal Vaticano arrivano attacchi continui allo stato laico.

Allora quale sarebbe il vero modo di celebrare in maniera costruttiva il XX settembre? Invitare il Papa, e avere il coraggio di spiegargli cosa è concretamente lo stato laico, e la reciprocità che ha invocato recentemente a Londra.

Ovvero non imporre i tuoi precetti se non vuoi che qualcuno li imponga a te.

Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te..
Aspetta, chi aveva detto qualcosa di simile?
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giovedì 16 settembre 2010

L'auto elettrica non risolve il problema del traffico...

La firma di un accordo al Ministero dell’Industria sulla ricerca sull’auto elettrica ha dato la stura ad alcuni articoli, piuttosto trionfalistici, sulle sorti progressive e meravigliose dell'auto elettrica.

Ho letto l’entusiastico articolo sulle auto elettriche apparso sul Corriere, e sono rimasto piuttosto deluso. O meglio: capisco l’importanza dell’auto elettrica, ma si vede che le considerazioni contenute sono fatte da “automobilaro” e, come dire, non vanno oltre il cruscotto.

Innanzitutto chiariamo una cosa, che tutti sembrano scordare: l’auto elettrica consumerà meno, ma è sempre grande e grossa come un’auto normale e quindi non ci libererà dal traffico.

Non è quindi un’alternativa al treno, bus o alla bicicletta, ma solo una diversa tecnologia per il solito problema.

Secondo problema: è vero che può consumare un po’ di meno, ma comunque l’energia elettrica che utilizza non è prodotta da fonti 100% rinnovabili, e quindi andare a spasso con l’auto elettrica, quando si può usare bici o mezzo pubblico, è comunque un danno all’ambiente.

Non solo, ma se tutte le auto che abbiamo si attaccassero alla presa di corrente, quanta energia in più dovremmo produrre? E per domanda così alta non avremmo altra alternativa che riccorrere alle centrali termoelettriche, magari a carbone!

Terzo problema: il 10-20% di risparmio sui consumi delle ibride può parimenti essere ottenuto attraverso auto normali riducendo i km percorsi, oppure utilizzando motori molto più piccoli, dell’ordine dei 20/30 KW. Tanto per andare secondo i limiti di velocità bastano!

Quarto problema: nel conto ecologico va anche inserita la gestione del ciclo di vita delle batterie. Siamo sicuri che alla fine sia meglio dei combustibili fossili?

Insomma: va bene l’auto elettrica, ma non ci distolga da un altro mezzo, molto pratico, che è la bici elettrica. Ricordo che il motore è di circa 250W, e quindi due persone in bici elettrica consumano 1/60 della smart elettrica (motore 30 KW).

E occupano molto meno spazio!

That’s risparmio

mercoledì 15 settembre 2010

Il triciclo elettrico di street view

Il 15, all'altezza del Colosseo, ho incontrato lo strano mezzo a pedali della foto...

Ho chiesto cosa fosse, e mi è stato detto che è il triciclo (elettrico) utilizzato da Google, per includere in street view i percorsi pedonali.

Diavolo di un Google!
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lunedì 13 settembre 2010

Ripristinato il ponticello al X miglio dell'Appia Antica

Tra tante cattive notizie sui ponti delle ciclabili, in particolare la perenne interruzione del ponte della Pista di Roma Nord, finalmente ecco una buona nuova.

Percorrendo l'Appia Antica, direzione Frattocchie, ho trovato che qualche anima buona ha ripristinato il ponticello sul fosso a Santa Maria delle Mole.

L'ultima volta, era ancora luglio, si passava -come tutto l'inverno scorso- su di una serie di tavole sconnesse.

Il pericolo non era tanto nella caduta vera propria, ma nella caduta dentro al fosso, dal quale non è chiaro come si possa trovare chi emerge... anche geneticamente modificato!

Infatti dall'odore si direbbe una specie di fossa biologica a cielo aperto.

Se un (sommesso) commento si può fare, è forse la mancanza di "stile parco"... ovvero tubi innocenti (per fortuna in quest'epoca di colpe almeno l'innocenza dei tubi ci conforta), di un allegro grigio (Ossimoro?), invece di balaustre di legno.

Comunque meglio solido che in stile.

E' pur sempre un ponte, mica un comò!
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domenica 12 settembre 2010

In auto o sul tetto?

Quando si portano le biciclette in giro in macchina, ci sono due strategie fondamentali: le si mettono nella macchina (se hai un'auto abbastanza grande, smontando la ruota anteriore, oppure le si caricano sul tetto utilizzando i portabici.

Io sono un difensore di questa ultima opzione, ma non tutti lasciano la propria bici esposta alle intelperie.

E anche perchè i portabiciclette oggettivamente rovinano l'aerodinamica dell'auto, specie alle alte velocità.

Però lasci la macchina libera dentro, e puoi portarne parecchie, anche 4.

Nella foto, rispresa davanti ad una Chiesa nel corso di un funerale, vediamo che il dilemma è lo stesso.

I professionisti, parcheggiati in seconda fila, preferiscono in maniera ortodossa, caricare la salma nell'auto.

I dilettanti, beatamente parcheggiati accanto al marciapiede, sono invece più smart e alla mano!

Che stile: invece del Mercedes di rappresentanza hanno optato per un più allegro e giovanile SUV nero, poi hanno installato un moderno portasalma sul tetto.

Un bel risparmio! Infatti l'interno dell'auto rimane libero per parenti, e tutti di corsa al cimitero!

Di corsa perchè l'aerodinamica non appare eccessivamente compromessa, visto il profilo avveniristico della portasalma sul tetto!

Ma attenti a non cappotare nelle curve strette...
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venerdì 10 settembre 2010

Una simpatica famiglia

Tutti in bici, tandem e figlio sulla "prolunga".

Li ho incontrati a Ponte Milvio e non ho potuto fare a meno di fortografarli, dopo aver chiedto loro il permesso, ovviamente!
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mercoledì 8 settembre 2010

Bilancio del programma 2009/2010

A lato, a destra del blog, potete ancora trovare quella che considero una buona idea per valutare l’operato delle Amministrazioni pubbliche: un programma, con azioni concrete da monitorare.

Il programma di Roma Ciclista, in particolare, è servito a traguardare l’operato della Giunta romana rispetto alla mobilità ciclistica. Di solito preferisco i bilanci di tipo scolastico, che traguardano il periodo settembre-luglio.

Un programma con qualche luce, e purtroppo tante ombre, ma andiamo con ordine. Prima le luci!

La pista del Tevere
Appare ormai sulla dirittura finale il completamento dell’asfaltatura del tratto su banchina della pista del Tevere. Sono stati completati i due pezzi stremali, manca quello centrale (a Roma tradizionalmente indicato come “Natale”, “Natale il pezzo centrale”).

Ci sono pochi dubbi che, una volta finita l’estate romana sulle banchine, in una decina di gorni anche questo pezzo verrà completato, e potremo finalmente percorrere l’intera lunghezza della pista senza rimetterci necessariamente rischiare i gioielli di famiglia sul pave’.

Con l’asfaltatura la pista del Tevere dovrebbe essere promossa a vera pista di collegamento, almeno in assenza di piene e aprire nuove prospettive alla mobilità quotidiana.

Rimangono due problemi: quanto durerà lo starto di asfalto steso sui sampietrini, e il fatto che la pista corra proprio sotto gli argini, esponendo quindi il ciclista a tutto ciò che può cadere, o essere buttato dall’alto. Speriamo in Santa Graziella, ovviamente.

La pista della Colombo
L’altra luce che brilla è l’attraversamento di Via Cilicia della pista della Colombo. Tutto può essere migliorato, ma l’attraversamento è un grande passo in avanti, se non altro perché gli automobilisti capiscono che l’attraversamento è legale. Non sicuro al 100%, ma la vita del ciclista è ahimè, rischiosa. Altrimenti ti fai un SUV con doppio airbag.

Mi dispiace, ma abbiamo finito le luci

Passiamo alle ombre.

Pista del Tevere
Purtroppo a Nord di Roma il ponte sul Fosso (non conosco il nome del fosso) ancora non è stato riparato, e non si sa si si riparerà mai.

Pista della Colombo
Ahiahi… sarebbe bastato poco per normalizzare gli attraversamenti ciclopedonali, ma non è stato possibile. Ancora una volta ci si chiede: per attraversare la Laurentina, si può andare in bici o bisogna smontare? E così ai 3, dico 3, attraversamenti della Colombo!

Purtroppo è in queste cose che si dimostra che i progettisti capitolini hanno in mente il divertimento e non la mobilità.

Bike Sharing
Il misero fallimento del Bikesharing Romano è la vera tragedia del Campidoglio. Una tragedia perché ra le tante realizzazioni ciclistiche è quella che può avvantaggiare di più i cittadini, specie in una città avara di metropolitana e ferrovie urbane

All’apertura delle stazioni al III municipio (poche unità) non ha fatto seguito l’espansione a Trastevere e a Prati, dove risiede la maggior parte delle ciclabili Romane

Posizionando le postazioni del bike sharing ad ogni stazione di ferrovia e metropolitana, (e tram 8) nonché nelle immediate vicinanze, si sarebbe potuto vantaggiosamente estendere il raggio di utilità di metro e ferrovie.

Un esempio per tutti: una bella stazione di bike sharing alla fermata Colosseo della Metro B avrebbe permesso a tutti di raggiungere Piazza Venezia e il Corso (ma tutto il Centro) rapidamente e viceversa.

L’utilità sarebbe ancora maggiore nelle periferie, dove raggiungere la metro è normalmente più difficile, specialmente quando sono in gioco i collegamenti trasversali, per non parlare dell’utilità del Bike Sharing “da stazione a stazione”.

Extra bilancio:
Procede il lavoro al Ponte della Musica, che estenderà l’utilità della bici con un attraversamento supplementare. Speriamo che sugli argini verranno anche le relative piste di allaccio.

Rubattino e Testaccio: una bella pista, anche se molto isolata dal resto della rete. Magari un giorno si unirà al resto.

Via Druso: due strisce sul marciapiede. Più che una pista è un titolo legale ad usare il marciapiedi.

Ovviamente va considerato il Parco delle Mura, che ingloba un pezzettino di pista. Vista l’imponenza e l’importanza del giardino associato alla pista, e la scarsità dei fondi comunali, non credo che la pista completa, fino alla Colombo, sarà completata prima del 2037.

E adesso dovremmo parlare di cosa ci aspettiamo per il 2010/2011.

domenica 5 settembre 2010

Scusa Sindaco, ma per me sbagli: non fiori, ma autovelox.

In due giorni, due orribili incidenti hanno funestato la capitale. Ancora più brutti perché hanno coinvolto giovani sotto i venti anni. Prima tre morti vicino a Frascati, poi 4 ustionati a Roma, a Viale Egeo. Salvi perché qualcuno di polso, una pattuglia di Carabinieri di passaggio, li ha estratti dal rottame che cominciava a rendere fuoco.

Nel primo caso i funerali si terranno a spese del Campidoglio e vi parteciperà il Sindaco. Un modo per la città di stare vicino alle famiglie, cui vanno le mie più sentite condoglianze.

Però l’aspetto umano delle due vicende non deve far perdere di vista la cosa principale: in entrambi i casi si è trattao di guidatori che hanno perso il controllo del mezzo ad alta velocità, altrimenti le conseguenze non sarebbero state così tragiche.

Nella sfortuna, è stata una fortuna che nessun altro sia stato coinvolto negli incidenti. Avrebbe potuto facilmente essere un pedone, un ciclista, un’altra auto. E allora perché il Sindaco organizza i funerali con soldi pubblici e presenzia ai funerali? Non sarebbe stato meglio destinare quei soldi ad interventi di sicurezza stradale, per esempio un altro autovelox sulle strade percorse dalle due auto?

Sì perché la cruda verità è questa: se mettiamo più punti di controllo della velocità, potremmo esserne infastiditi, ma tutti rispetteremmo i limiti, e tragedie come queste sarebbero molto meno frequenti.

mercoledì 1 settembre 2010

Giochiamo ai terrestrini con le zanzare.

Su Marte abbiamo un sacco di film sui terrestri che tentano di invadere il nostro pianeta, imponendo le loro orribili abitudini: la religione, l’astinenza, la monogamia, la violenza senza ragione. Cose incomprensibili per noi, che, per esempio, se uccidiamo qualcuno, o sterminiamo un pianeta, abbiamo sempre solidissime ragioni.

Dai film ai giochi: abbiamo fatto un giochino molto divertente e liberatorio, nel quale una falange di orridi terrestri avanza verso un fortino marziano, difeso da un’astrocannoniera laser.

Che gusto nel massacrare gli orridi terrestri, proprio una festa.

Adesso che sto sulla terra, e per di più sono cresciuto, mi sono inventato una specie di gioco molto simile, del tutto analogico, con alcuni schifosi insetti che popolano questo pianeta, chiamati zanzare.

Per noi Marziani, che su nostro pianeta abbiamo solo 4 specie di insetti (farfalle, api senza pungiglione, coccinelle e lumachine) il solo avere questi malefici insetti è già un abominio. Un segno della maledizione che grava su questo pianeta. E’ terribile poi come ti attacchino in sciami, per succhiarti il sangue, altro che Eclipse!

Bene, questi attacchi mi sembrano proprio quelli del giochino. Allora sapete cosa faccio? Mi fermo, aspetto lo sciame e lo stermino a schiaffoni. Nessuna zanzara è più veloce di una Sberla Marziana.

Poi arriva un altro sciame, e ricomincio, fino a quota 50 zanzare spiaccicate.

Se i due milioni di abitanti di Roma facessero come me, avremmo 100 milioni di zanzare morte al giorno, facendo molto esercizio, senza spandere un solo grammo di insetticida nell’aria. Con un’opportuna alleanza tra Terrestri, pochi Marziani (tanto per dare un po’ di sale alle zucche) , pesci rossi e pipistrelli, in breve potremmo riguadagnare il dominio di parchi e giardini senza punture.