martedì 29 settembre 2009

EUR: con questi marciapiedi, che ci vuole a fare le piste?

La foto ritrae il maciapiedi che sale lungo la Colombo dal laghetto dell'EUR, lato Fermi, verso il Palazzo dello Sport, ora Palalottomatica, e permetterebbe, attraverso ulteriori marciapiedi, di raggiungere il Sant'Eugenio in 4/5 minuti di bici.



Continuando poi in discesa si arriva a Viale dell'Oceano Atlantico che, superato, consentirebbe di Raggiungere il grande centro commerciale di Euroma 2.



Questo tanto per dimostrare che con pochi interventi è possibile dotare l'EUR di una buona rete di piste ciclabili che, unita ad una serie di stazioni del bike-sharing, può rivoluzionare il modo di spostarsi nel quartiere.



Un po' di tempo fa era apparso un progetto di piste ciclabili dell'Ente EUR. Purtroppo la cosa è ritornata nel silenzio dal quale era giunta.



Mi chiedevo... perchè non provare a richiedere la sponsorizzazione di Lottomatica e Euroma 2 per la realizzazione delle piste?

lunedì 28 settembre 2009

Quando poi capita veramente...

Nel post di ieri ho parlato dell'incidente di Tivoli.

Non ho invece accennato ad un altro brutto incidente accaduto all'Acqua Acetosa, se ho capito bene in prossimità del Bowling, nel quale una mamma e tre bambine, due sorelline ed un'amichetta, sono state ferite. Non ho parlato di questo incidente, in quanto non era palese che fosse dovuto alla velocità. Inoltre ho sentito che c'era qualcosa di diverso, come un presentimento.


Dal Corriere della Sera, il più pro, il più prodigo di informazioni, risulta che in effetti l'incidente non sarebbe avvenuto per l'alta velocità, ma per la disattenzione o la distrazione della conducente.

Che, sempre a sentire il giornale, aveva un tasso alcolico dell'1,1%, insomma mica male.

Solo pochi minuti fa ho saputo che la mamma e le due sorelline appartengono ad una famiglia conosciuta, compagni di scout dei miei figli. La bambina di 12 anni ha un grave trauma cranico, ed è in rianimazione (terapia intensiva) al Gemelli.

In questo momento tutti speriamo che la ragazza si riprenda senza conseguenze, un caro augurio alla famiglia in questo terribile momento.

Per quanto riguarda noi, non mi sento così senza peccato dallo scagliare pietre.

Però quando penso alle terribili conseguenze dei nostri errori sulla strada, mi convinco che dovremmo rivedere molto seriamente i comportamenti personali e l'organizzazione della circolazione.

E qui c'e' un altro vantaggio della bicicletta: le possibilità di fare male a qualcun'altro sono molto ridotte, e in genere gli altri non pagano per i tuoi errori.

A velocità folle...

Una Ferrari impatta un'altra auto a Tivoli. Le foto sono inequivocabili, la velocità era elevata. Forse non per una Ferrari, ma sicuramente per una strada urbana.

Stavolta è una strage vera: 4 morti, due in coma, un aborto. Morti i due conducenti delle auto.

In effetti ieri doveva esserci qualche cosa del genere, in quanto ho visto passare sulla Pontina svariate Ferrari e Porsche. Forse un raduno.

Bene. Il punto è sempre lo stesso. Permettere che la velocità massima sia un optional.

Logica e tecnologia chiedono di porre fine a questa strage.

Mettiamo sulle auto la limitazione della velocità in funzione della strada percorsa.

E' possibile. Salverebbe molte vite perse inutilmente.

venerdì 25 settembre 2009

Chiedete il rispetto del Codice della Strada? Ma dovrebbe essere il codice della Strada a rispettare il ciclista...

A proposito di semafori e di linee d'arresto, mi ero scordato un dato fondamentale che dovrebbe far riflettere tutti sulla difficoltà di girare in bici e come la città sia sempre tarata sulle auto: il ciclo del giallo.

Infatti ai semafori il giallo è tarato sulla velocità delle auto, e non su quella delle biciclette. In pratica, specie se l'incrocio è in salita, se passi la linea d'arresto allo scoccare del giallo ti capita abbastanza spesso di trovarti al centro dell'incrocio con il rosso.

Per questo ho preso l'abitudine sana di non passare mai gli incroci con il giallo incipiente e di fermarmi al di quà dell'incrocio, cosa che avviene spesso oltre la linea d'arresto. A quel punto non penso di tornare indietro, a meno che non intralci la marcia dei pedoni.

Oggi mi sono trovato in un altro di quesi casi. Stavo percorrendo Viale Castro Pretorio proveniendo dall'Università, e dovevo svoltare a sinistra per Via San Martino della Battaglia.

In quel punto vi è un semaforo con doppia luce: dritto e svolta a sinistra.

Mi tengo sulla destra della corsia sinistra, accanto ad un pullman, ma arrivato alla linea di arresto il semaforo diventa giallo e, visto che dall'altra parte della strada più che una linea d'arresto sembrava la griglia di partenza del GP di Roma, mi fermo, avendo la prudenza di mettermi davanti al bus per evitare che qualcuno, andando dritti (c'era il verde) pensasse bene di portarmi con se'.

Proprio dal lato del verde si accostano al riparo del pullman un auto e uuna moto che avevano saltato la coda della svolta a sinistra utilizzando il flusso che andava dritto.

Bene di punto in bianco l'auto vicino a me decide di passare con il rosso, quindi bella bella impegna l'incrocio in un pausa di flusso.

E pensare che io mi faccio scrupolo con la bici.

Comunque torniamo anoi: anche i semafori non sono tarati per le biciclette... e ancora parliamo di noi che dovremmo rispettare il CdS? Forse dovrebbe essere il Codice della Strada a rispettare noi...

mercoledì 23 settembre 2009

Evviva: Passera sostiene la realizzazione di piste ciclabili

Dice Passera, amministratore delegato di Intesa San Paolo:



"I soldi non sono tanti - ha ammesso Passera - ma, oltre a quelli che servono per gli ammortizzatori sociali e misure immediate, io li metterei per recuperare in pochi anni i ritardi pazzeschi nelle infrastrutture"



Evidentemente Passera si riferisce proprio alle piste ciclabili, infatti non credo che in Italia ci siano infrastrutture più ritardate. E' pazzesco.



Pertanto sottoscrivo pienamente il bisogno di recuperare il ritardo.



Caro AD, grazie per il sostegno, e mi raccomando il mio conticino.

martedì 22 settembre 2009

Linea d’arresto ai semafori: la situazione si complica

A proposito dei ricorsi della FIAB sulla decurtazione dei punti patente ai ciclisti dei quali si è parlato in Roma Pedala… Avete presente l’incrocio tra Viale Ippocrate e Viale Regina Margherita?

Bene, arrivo al semaforo e mi fermo. E’ rosso. Dovevo andare a Via dei Frentani, ma non ho la carta mentale della zona molto chiara.

Viale Ippocrate in quel punto è diviso in due parti da uno spartitraffico. A centro dello spartitraffico (dico dal lato nostro) c’e’ una pattuglia di Vigili Urbani. Bene, penso, chiedo a loro. A semaforo rosso parto dalla corsia di destra e supero le auto ferme al semaforo fino a raggiungere la pattuglia.

Un Vigile molto cortesemente mi risponde, l’altro mi dice: “Però la prossima volta non passi con il rosso”. Al che io rispondo: “Ma, non sono passato con il rosso, sono solo venuto qui a chiedervi un’indicazione”.

In effetti avevo attraversato la linea di arresto ed ero passato piano piano sulle strisce pedonali. Se avessi fatto se lo avessi fatto scendendo dalla bici sarebbe stato tutto regolare. E allora?

Al che il vigile incalza: “Voi ciclisti dovete rispettare i semafori, perché la gente vi vede e critica”. Io rispondo immediatamente: “E voi dovete togliere di mezzo le auto in seconda fila perché sono la cosa più pericolosa per le bici”. A quel punto ci siamo capita e la cosa è finita lì con un cortese saluto da entrambe le parti.

Non avendo fatto nulla di pericoloso, e neanche di rischioso, sono rimasto francamente stupito dalla reazione del vigile.

Allontanandomi per Viale dell’Università sono stato comunque letteralmente surclassato da motoscooter in sorpasso oltre la doppia linea, che hanno infilato allegramente il rosso del relativo semaforo pedonale… Insomma!

Comunque da più parti si avverte che la benevolenza nei confronti delle biciclette sta rapidamente venendo meno.

Ora i motivi possono essere vari. Francamente ritengo che le altre categorie della strada si stiano accorgendo che devono fare posto ad una nuova categoria di utenti. Flessibili come pedoni, ma veloci quasi quanto ciclomotori, i ciclisti partecipano di entrambi i mondi.

Invece di prendere questo come un esempio brillante di come risolvere il problema della mobilità, le altre categorie stanno cercando di difendere il territorio, anche utilizzando il Codice della Strada (che loro non rispettano).

Io sono un uomo di regole, per carità, però al momento stiamo giocando una partita truccata. La bicicletta non solo dovrebbe rispettare tutte le regole dei veicoli, ma si muove in una città fatta per i veicoli, dove percorsi e flussi di traffico sono studiati esclusivamente per i mezzi a motore a svantaggio di pedoni e ciclisti.

In tutto questo mi fanno particolarmente specie i pedoni, i quali invece di appoggiarsi ai ciclisti per recuperare spazi, baccagliano. Oltretutto di pedoni che commettono infrazioni ne è piena la città, ma non ne ho mai visto nessuno multato per aver attraversato con il rosso, anche se qualche volta te lo fa apposta di fronte alla macchina.

Occorre aprire una seria riflessione su tutto questo, e attenti, perché ho in serbo problemi ancora più seri.

Cominciate, per esempio a stare molto più attenti agli autobus.

domenica 20 settembre 2009

I nostri ragazzi in Afghanistan...

Ci sono molti mestieri che comportano rischi: il camionista, il contadino con il trattore, l'operaio edile.

Meritano un posto a parte coloro che fanno mestieri dove la morte non è un fatto accidentale, ma arriva per mano nemica, come il soldato e il poliziotto.

E' un fatto della vita, voglio dire che tutti accettiamo in qualche modo, ma quando le cose accadono non è meno duro da digerire. E soprattutto non ci autorizza a spendere alla leggera queste vite.

Io sono convinto che l'intervento in Afghanistan sia stato corretto, molto più di quello in Iraq. Per questa convinzione sento una sorta di corresponsabilità di fronte a quei morti.

E mi chiedo (come tutti, credo): è un sacrificio utile, stiamo, in questo momento, facendo la cosa giusta? E se le nostre forze venissero risucchiate nella guerra vera, e i morti diventassero decine, o centinaia? E se mio figlio volesse andarci? Cosa penserei realmente della missione?

Perciò, di fronte a queste bare, e alla prospettiva che al peggiorare delle cose ne arrivino altre, abbiamo il dovere di interrogarci se questa missione abbia un obiettivo raggiungibile e se venga condotta in modo corretto... oppure se facendo finta che non sia una guerra non rischiamo di predere una guerra che era stata già vinta.

Se i nostri obiettivi sono corretti. Alla fine a noi basta che nel paese non tornino i Talebani.

Comunque: rivediamo il tutto. Ma se questa guerra va fatta, allora facciamola come va fatta. Il che può dire anche bastonare qualche signore della guerra che ha qualche tresca con i Talebani, oppure darsi da fare per trovare ed eliminare i responsabili di questo attentato.

Altrimenti faremmo meglio a lasciare perdere.

sabato 19 settembre 2009

Il 20 settembre festa nazionale

Io sono uno di quei (forse) pochi Italiani ancora convinto che il Risorgimento sia stata una marcia trionfale contro l’arretratezza storica, culturale e forse anche morale nella quale aveva versato l’Italia dal Rinascimento in poi. Avendo fatto 13 anni di scuole cattoliche detesto in particolare tutti gli apologeti e i difensori del potere temporale dei papi, nonchè e di qualunque influenza confessionale sulla direzione dello Stato.

Certo, la successiva storia del Regno d’Italia non è stata esaltante, ma avremmo fatto lo stesso divisi in tanti statarelli, parte dell’Italia in mano all’impero Austro-Ungarico, e Roma ridotta ad una gigantesca sagrestia?

Accanto a questo ritengo che lo Stato della Chiesa sia stata la causa per la quale l’Italia non è mai divenuta uno stato nazionale come Francia, Spagna e Regno Unito. In pratica avevi una “cosa” che occupava Roma, l’unica capitale possibile per l’Italia, ma con un anatema pronto per chi avesse cercato di riportare il Papa ad autorità meramente spirituale. Ahimè, passati i grandi capi barbari non era più possibile trovare uno disposto a passare a fil di spada un papa che avesse protestato.

Per questo ammiro profondamente l’opera dei nostri bisnonni, ed in particolare quella di Cavour, nel tessere le trame che portarono prima alla riunificazione politica dell’Italia e poi alla presa di Roma.

Quindi se è vero che il Risorgimento si compie nel 1918, dal 20 settembre 1870 in poi l’Italia, ma soprattutto gli Italiani ritornano sulla scena europea e mondiale. Non sarà tutto facile, e per certi versi il comportamento del nuovo stato sarà deludente, ma quale sarebbe stata l’alternativa?

Ritengo perciò che dovremmo ritornare ad avere una bella festa del Risorgimento. Il 4 novembre in effetti non andava bene, perché la prima guerra mondiale in definitiva fu un gigantesco massacro, tanto atroce quanto inutile, del quale tutti ci rammarichiamo. Se non è ricordata con tutto il dolore che merita, è solo perché 20 anni dopo si scatenò un massacro ancora più terribile.

Scartato il 4 novembre non rimane che il 20 settembre. Questa data ha il pregio, non secondario di questi tempi, di ricordare ai papi non italiani che il Vaticano è solo un quartiere di Roma, la cui indipendenza è una gentile guarentigia dei nostri bisnonni.

Abbiamo la speranza di vedere il XX settembre festa nazionale? Mah… se non c’e’ riuscito Ciampi… avremmo l’opposizione sicura di Lega e papisti sparsi. Inoltre una festa in più crea problemi al PIL, ma potremmo far tornare l’8 dicembre lavorativo e così non avremmo problemi di produzione e produttività.

E, visto che ci siamo, facciamo sta‘ benedetta pista ciclabile della Nomentana… aperta a biciclette e battaglioni di bersaglieri (ma attenzione, c’era anche la fanteria).

giovedì 17 settembre 2009

Una cosa stupida e futile: la contesa tra pedoni e ciclisti… e noi siamo i più adatti per farla.

Qualche giorno fa sul Corriere un articolo di Fulco Pratesi che parlava di bike-sharing e di provare a collegare il Verano con Viale Parioli, utilizzando anche i marciapiedi.

Sul blog Roma Pedala arrivava subito la risposta, un po’ piccata, di un’associazione di pedoni che diceva, in pratica, i marciapiedi sono nostri, punto.

Mah… vediamo qualche interessante aspetto:

a) mi pare che ci siano molti più pedoni sulle piste ciclabili che ciclisti sul marciapiedi;

b) in tutta Europa le piste si fanno prendendo pezzettini di marciapiedi.

Ciclisti e pedoni rappresentino la mobilità “dolce”, e che dovrebbero pensare a fare blocco unico contro la prepotenza, istituzionale e no, delle automobili.

La prepotenza non istituzionale è la sosta selvaggia, con la non interferenza, se non la benevolenza, delle autorità.

E' un semplice baratto: ho sbagliato programmazione e politica dei trasporti pubblici, per indennizzarti chiudo un occhio sulla sosta selvaggia.

Vedi le foto allegate, di un marciapiedi interamente occupato dalle auto, che potrebbe essere usato come pista ciclabile per “risalire” un senso unico. Che succede se ci si fermano le auto?

Basta poi guarda lo stesso marciapiedi cento metri più giù, dove le auto non possono salirvi sopra. Allora, perchè non dividerci la strada, di qua le bicic, dall'altra parte i pedoni?

Inoltre la densità delle biciclette è così bassa che non rappresenta un vero problema.


La prepotenza istituzionale è la conversione dei marciapiedi al parcheggio legale.

Viale Regina Margherita, Via Merulana: è pieno di posti dove i marciapiedi sono stati tagliati per fare posto alla sosta, e lì non è possibile tornare indietro.

Infatti per riconvertire gli spazi di parcheggio a marciapedi o piste ciclabili i residenti cominciano a protestare perché si perdono posti auto… e non che i posti auto sono stati fatti sottraendo posto alle piste ciclabili.

In definitiva, caro signor Pedone, credo che a Roma abbiamo seri problemi a difenderci dalla tracotanza di motori a due e quattro ruote. Se si fa qualche marciapiedi a uso promiscuo non è un dramma.

E si ricordi che l’unico metodo per riconquistare la città alle auto è espandere l’uso della bicicletta, in quanto spostarsi camminando è comunque considerato da tutti troppo lento per poter essere preso in considerazione quale mezzo di spostamento di massa.
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domenica 13 settembre 2009

Programma per il 2009/2010

Allora, cerchiamo di stilare questo benedetto programma. Io lo dividerei tra interventi leggeri, ovvero che richiedono pochi finanziamenti e lavori limitati, e interventi “pesanti”, che richiedono soldi e molto lavoro. E’ chiaro che la probabilità di vedere portati a termine i “leggeri” dovrebbe essere molto più alta degli altri interventi.

Cominciamo con una buona notizia: è stato annunciato l'inizio, per l'11 settembre, della copertura dei sampietrini della pista del Tevere. I lavori si protrarranno fino all’inizio del 2010. Una volta completata sarà veramente grande, un intervento un certo senso dovuto alla comunità ciclistica romana.

Nota: Anche a causa dell'infausta data di inizio (venerdì; 11 settembre) io confesso i miei dubbi sul fatto che questo intervento possa essere concluso nei tempi indicati, soprattutto a causa del pericolo delle piene. Speriamo che vada meglio degli altri interventi programmati, che si sono strascinati per oltre il doppio del tempo inizialmente previsto. In ogni caso, bene che si parta.

Come corollario alla copertura dei sampietrini sarebbe bello che venisse trovato un migliore equilibrio tra le bancarelle dell’estate romana e la pista ciclabile, in particolare garantire il passaggio agevole delle bici durante il giorno, e soprattutto la pulizia dai vetri, specie nella zona di Castel Sant’Angelo, dove, complici forse le piscine, si sono registrate punte di pura anarchia e mucchi di spazzatura a cielo aperto.

Primo nel sondaggio, ma superato dai fatti è invece richiesto in via prioritaria un intervento “leggero”: la messa in sicurezza della pista della Colombo. Tale intervento è spezzato in 3 tronconi: la realizzazione della segnaletica per l’attraversamento di Via Cilicia, la copertura del tratto di basolato romano con lastre trasparenti (ma è fattibile?) e la ciclabilizzazione di tutti gli attraversamenti semaforici.

Specie per quanto riguarda i lavori di Via Cilicia, tutti abbiamo mandato lettere ed e-mail, tutti abbiamo ottenuto un sacco di risposte, ma i lavori ancora non si concretizzano, con grande rischio per l’incolumità delle persone.

L'attenzione sulla pista dell'EUR indica come questa sia diventata molto popolare, forse la più utilizzata dai ciclisti per ragioni di spostamento, e che le dorsali hanno un ruolo importante (Via Tuscolana? Via Nomentana?)

Subito dopo un altro intervento "leggero": la normalizzazione dei passaggi semaforici delle biciclette, ovvero applicare una regola per la quale tutti i passaggi semaforici o stradali che uniscono due tratti di pista ciclabile devono essere ciclabili a loro volta.

Questo sembra a tutti i ciclisti una posizione di buon senso, anche perchè non ha senso scendere dalla bicicletta e spingerla a mano, in quanto i tempi di percorrenza si dilatano.

Ovviamente occorre anche sensibilizzare gli automobilisti che svoltano senza curarsi delle bici.
Personalmente suggerirei di estendere la clorazione rossa a questi tratti di passaggi ciclo-pedonali, ed eventualmente iniziare ad introdurre i rialzi su dosso… Fantascienza? Roba da marziani? Prima o poi dovremo cominciare a comportarci da civili…

Visto che abbiamo aperto con una buona notizia, chiudiamo con un’altra: l’ATAC ha annunciato l’espansione del bike-sharing, che verrà esteso a Prati e Trastevere, mentre aumenteranno le postazioni in centro e ad Ostia. Da questo trampolino dobbiamo premere per espandere il servizio verso la media periferia e la periferia, dove peraltro la rarefazione dei mezzi pubblici rende l’uso della bici attraente.

Oltre all’espansione dobbiamo puntare all’europeizzazione, ovvero all’acquisizione della mezz’ora gratis (magari legata all’abbonamento ATAC) come nelle altre città europee, Milano compresa.

I dati ATAC pubblicati parlano chiaro: il noleggio è per la stragrande maggioranza all’interno della prima mezz’ora, quindi un vero bike-sharing.

Quindi non far pagare la prima mezz’ora equivale a dire che il servizio deve essere finanziato come l’autobus… preferisco avere il bike-sharing a pagamento che non avere il bike-sharing.

Per renderci conto della cosa dovremmo chiudere all’ATAC di rendere i conti pubblici, così da renderci conto di come funziona…

Io finirei con queste cose… d’altra parte aggiungerne altre ancora equivarrebbe a tradire il principio di pochi obiettivi molto concreti.

domenica 6 settembre 2009

Sondaggio sull’anno che arriva: meglio consolidare che espandere…

Il grande sondaggio lanciato da Roma Ciclista sulle attività per l’anno 2009/2010 ha avuto un grande successo di pubblico, 12 votanti, che si sono distribuiti abbastanza uniformemente tra le varie proposte (8).

Vediamo i risultati in ordine crescente:

Sono state scartate due proposte molto interessanti:

- Inviamo e-mail molto serie e convincenti ai sindaci dei municipi;

- Facciamo un partito, la Lega Ciclista, e ci alleiamo con il miglior offerente;

Credo che questo indichi una sfiducia sostanziale nella sfera politico-istituzionale. Un peccato, visto il successo che hanno ottenuto i nostri connazionali del Nord. Se loro si sono inventati la Padania, noi potremmo benissimo inventarci la Biciclonia…

Ha ottenuto una preferenza l’approccio pedalatore:

- Ce ne fottiamo... pedaliamo in giro e ognuno per se'

E’ un punto di vista che rispetto, anche a me piace andare in giro a pedali. Una cosa non esclude l’altra, comunque, basta non sottrarre tempo alle pedalate (nei limiti del possibile).

Hanno ottenuto due preferenze ben 4 interessantissime azioni:

- Ci facciamo investire uno alla settimana per turbare profondamente l'opinione pubblica;


- Facciamo una Critical Mass tutti nudi la domenica a San Pietro (mondovisione);

- Andiamo educatamente dal Sindaco e sentiamo che ne pensa, una volta per tutte;

- Puntiamo ad espandere il bike sharing premendo sui Municipi perchè ne richiedano l'attivazione


Commenti:

La prima opzione è ragionevole se siamo un bel po’… Anche se i dodici apostoli (e martiri) avessero aderito alla proposta avremmo avuto un solo quadrimestre. Inoltre c’e’ una seria possibilità che la bicicletta venga giudicata troppo pericolosa e finalmente proibita con un’ordinanza del Sindaco…

La seconda opzione la trovo ottima, anche perché non interfersice con le altre. Vista la partecipazione femminile all’ultima CM, aderisco con entusiasmo ma stabiliamolo con un certo anticipo, in modo da cercare di recuperare un po’ di forma in vista dell’evento.

Andare dal Sindaco e parlarci mi sembra quella più intrigante. Il problema è che i Sindaci incontrano le associazioni… Se le associazioni sono schierate politicamente, visti i casini italiani, il risultato è scontato. Esistono associazioni talmente grandi da incontrarsi con il Sindaco di Roma senza che siano emanazioni di qualche partito di sinistra? Per esempio la FIAB? E se sì, perché non sono riuscite ad incontrarlo ancora? E se l’hanno incontrato, quali sono stati i risultati?

Espandere il bike-sharing è anche la mia risposta. Sono convinto che sia uno dei sistemi per incrementare l’uso della bicicletta in maniera sostanziale, ovvero introdurre quel moltiplicatore 5 o 10 che tanto ci serve per porci all’attenzione dell’Amministrazione. Per quanto mi riguarda cerchrò di portare la cosa all’attenzione del secondo municipio, sperando che il Presidente ne recepisca l’importanza. L’obiettivo nostro è raggiungere la stazione della Metro di Piazza Bologna, e mi sembra un ottimo obiettivo, molto concreto.

Infine… ha vinto il sondaggio (3 preferenze, 25% dei votanti), la regina delle preferenze.

- traguardiamo pochi obiettivi definiti, quali il rifacimento della pista del Tevere e il completamento dell'attraversamento di Via Cilicia

Qui vediamo un atteggiamento pragmatico, che punta al consolidamento di quanto già ottenuto… E anche una punta di pessimismo, sul tipo: “attenti, siamo sempre in tempo a tornare indietro”. Va bene, avete ragione, puntiamo come azione prioritaria all’ottenimento di pochi obiettivi concreti, diciamo 4 per il 2009/2010. Io ne propongo 2:

- Attraversamento ciclabile di Via Cilicia;
- Asfaltizzazione della pista del Tevere.


Lascio a voi di proporne altri, così da completare il quadro.

sabato 5 settembre 2009

Il battesimo dell'acqua...

Ciriciao, gente! Di ritorno dalle vacanze ci ho messo un pochino a vincere la riluttanza alla tastiera e a riaprire le trasmissioni.

Ci ho messo una buona settimana a far ripartire le gambe, in quanto le vacanze le ho dedicate, spesa a parte, interamente al mare e alla canoa. Quindi buone spalle, ma alla larga dalle salite.

In particolare ho dovuto riconvincere le gambe, che si erano ormai abitutate a farsi scarrozzare sulle onde, a portare a spasso il resto di me stesso… E’ stata dura ma sono ripartite.

La ripresa gambe è avvenuta sulla pista della Colombo.

La sorpresa è stata la grande quantità di ciclisti che ho incontrato nel percorso. Forse più donne che uomini, età varia e in abbigliamento "ufficiale", ovvero che stavano evidentemente andando a lavoro.

Ho trovato in corso una lenta ma costante attività pitturativa, con il rosso ed il bianco che si stanno espandendo.

Tutto molto carino, peccato che la segnaletica che interessa, quella agli incroci, stia degradando in maniera visibile… Invece di ripitturare la segnaletica orizzontale della pista, non si potrebbero ripassare gli attraversamenti ciclabili ai semafori?

Inoltre rimane ancora senza soluzione l’attraversamento di Via Cilicia, punto di rara pericolosità.

Speravo che l’estate, e la pausa del traffico, fossero il momento buono per intervenire… Speriamo bene, perché prima o poi qualcuno si fa male, e allora si scopre che le biciclette hanno torto…

Ieri poi sono riuscito a prendere la prima acqua della stagione "2009/2010".

Per fortuna che porto la mantella sempre nella borsa, per cui ho potuto coprirmi, anche se a quel punto il sudore è stato quasi peggio della pioggia.

Un saluto a Mamaa che ho intravisto dall’altra parte della Colombo (io venivo dalla FAO) nel mezzo dello scroscio più forte… Ho salutato anche il mammifero bipede (per l'occasione in bici) e, ritengo, Caiofabricius che slegava la bici dal palo, ma quel giorno non stavo in bici sulla Colombo, ma in macchina sul Lungotevere.
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